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Il mondo dopo di te

27 Marzo 2025
Il mondo dopo di te

Non so bene perché scrivo un pezzo su come è il mondo dopo di te, ma io mi curo scrivendo e quindi forse ho semplicemente bisogno di questo.

Col dolore ho sempre avuto un rapporto molto complicato

E quando dico complicato intendo dire che al primo segnale di cedimento inizio a correre nella direzione opposta.

Oggi parlo con scioltezza di accogliere le emozioni ed accettare la vita perché è meravigliosa, ma la verità è che ho un archivio di rapporti chiusi per prevenire la delusione, una serie di discorsi mai conclusi e più di un lutto che ho rifiutato di accettare.

Quando i giochi si fanno seri, io compro biglietti aerei. Scappo? Certamente, senza alcuna vergogna e con costante perseveranza. Ed è sempre andata bene così.

Quello che non sapevo, però, dopo tanti anni da irresponsabile fuggitiva, è che ci sono dolori che non puoi fuggire, perché semplicemente ti annientano. Perché, molto banalmente, smettono di essere dolore e diventano parte integrante della tua nuova vita dopo quella perdita devastante, che ti cambierà per sempre.

Esiste il dolore e poi esiste la perdita dell’amore. Ed oggi, senza pensarci troppo, posso affermare che sono due cose completamente diverse.

E la verità è che quando perdi l’amore della tua vita, non c’è posto nel mondo dove rifuggiarsi, non ci sono pensieri consolatori e, semplicemente, devi imparare ad accettare che da quel momento la tua vita sarà completamente diversa.

C’è un prima la perdita e c’è un dopo la perdita, che puoi vedere e percepire con una chiarezza distruttiva.

Io dopo di te non sto andando molto bene

Se devo dire la verità, sono praticamente certa che sei nero con me e che ti sto deludendo forse per la prima volta in tutta la nostra incredibile storia d’amore.

Il problema è che quando resti sola, senza quell’alleato per la vita su cui sapevi di poter contare qualunque cosa accadesse, senza la tua metà perfetta, le cose iniziano a cambiare e crollare inesorabilmente e senza sosta. E non lo sapevo questo.

Ovviamente, sapevo di dover affrontare il mondo senza di te ad un certo punto.

Certo, mi ero detta che ad un certo punto tu non ci saresti stato più ed i miei orari sarebbero cambiati. Quello che non sapevo è che non mi sarei più accorta del sole o della pioggia. Non è più importante questo. Qualunque condizione climatica non influisce minimamente sulla mia gioia. Ho scoperto di non essere meteoropatica, semplicemente adoravo vederti correre nel verde delle giornate di sole.

E certo che sapevo che tornata a casa il silenzio mi avrebbe urlato contro con tutta la forza della presenza delle assenze. Ma non sapevo che il rumore delle chiacchiere mi avrebbe costantemente disturbata. Ogni problema mi sembra incredibilmente stupido e ad ogni persona vorrei poter dire che esiste qualcosa di orrendo davvero e non è il suo orrendo. E so che non è né vero, né giusto, perché tutti noi abbiamo dei dolori e dei problemi ugualmente importanti. Però, devo essere sincera, almeno dieci volte al giorno penso che non mi importa proprio nulla di tutto il resto.

E certo, lo sapevo che la tua assenza mi avrebbe annientata, ma non sapevo che sarebbe stata la presenza di tutto il resto a trafiggermi ogni istante. Provo un certo fastidio nel notare che il nostro parco è rimasto identico, vorrei quasi urlare a quegli alberi che non hanno sentimenti a restare esattamente dove erano l’ultima volta. Mi sembra assurdo che le giornate siano comunque di 24 ore, che la mattina ci si alzi e si lavori.

Ma la cosa che più detesto e mi sembra surreale è che le persone mi chiedano come sto.

Nella consapevolezza che è tutto fatto per starmi accanto e volermi bene, me le guardo sempre un po’ sorpresa. Come sto? Ho semplicemente smesso di stare. Non c’è nulla di così importante da farmi arrabbiare, nulla di così bello da rendermi felice. Ed il dolore, ne sono abbastanza certa, lo sto sentendo in qualche parte di me ma credo che ad un certo punto sia diventato così intenso da doverlo annullare per poter tornare a respirare.

In fondo, non è però colpa di nessuno per tutto questo. Semplicemente è la vita, me lo hanno detto un po’ tutti e me lo dico anche io almeno sessanta volte al giorno.

Tuttavia, la verità è che nessuno ti può preparare alla perdita dell’amore. Perché la verità è che dopo l’amore resta la solitudine sorda e maledetta. Per quanti altri amori si stiano affollando per riempirmi di qualcosa, dentro me si è creato un buco nero con mura altissime, che è giustamente destinato a restare un perfetto vuoto della tua forma. Tutto intorno si può riempire di qualunque cosa, ma tu resterai sempre il mio meraviglioso orrendo buco nero.

E la verità è che non si tratta di tornare a vivere, ma di ricominciare e reimparare tutto da capo

La cosa che mi ha fatto più male di tutte, dopo aver realizzato che da oggi in poi sarò sola in questo mondo dopo di te, è stato realizzare questa piccola devastante realtà: non sarò mai più felice come sono stata nei miei giorni con te.

Lo sarò di nuovo, certo, ma non con quella spensieratezza e quella leggerezza di chi è felice senza conoscere questa perdita.

Rimarrà per sempre impressa dentro di me quella sensazione provata il 31 agosto 2024 verso le 19 sulle scogliere di Etretat, quando eravamo in tre a guardare il tramonto su quel mare così inarrivabile e selvaggio. Avevo davanti il panorama più bello della mia vita, eppure, ti ho guardato ed ho guardato Matteo e poi mi sono vista nei video. Nulla è più bello di un amore felice come lo era il nostro.

E quella sensazione di quel giorno lì, di quando pensi che se il mondo finisse in quell’esatto istante andrebbe bene perché hai avuto tutto e non sapresti come contenere anche solo una goccia d’amore in più, io so che è andata per sempre.

Sapere questo, sapere che il massimo del bello che potevo vivere io l’ho già vissuto, mi fa essere incredibilmente grata ma anche incredibilmente nostalgica e persa.

Tornerò a ridere e a dire il vero l’ho già fatto nel mondo dopo di te

Perché tu sai che non so resistere ad una buona battuta ed odio essere musona. Ma non riderò più con lo stesso suono di quando tu arrivavi correndo per farmi un attentato sconclusionato.

Sarò nuovamente preoccupata, ma non proverò mai la sensazione dello stomaco che si attorciglia nell’attesa di sapere come è andata una tua operazione, di sapere quanto tempo abbiamo ancora.

E mi arrabbierò di nuovo, ma non sarà mai così importante come quando lo facevo per questo mondo che era anche tuo.

Io lo so che tornerò a vivere ma so anche che non lo farò più come quella Martina pazzesca e bellissima che ero perché lo ero grazie a te. Perché qualunque cosa accada, noi ci vediamo a casa. E questo è spaventoso e doloroso in un modo che non riuscirò mai a raccontare, se non scrivendo male e scompostamente, come sto facendo ora.

Sarai sempre il mio momento più felice di sempre, l’amore più grande che abbia mai provato, il mio grande dolore ma, soprattutto, la mia vita più bella.