Chi mi segue sin dall’inizio saprà che sono una grandissima amante dei Laghi del Trentino ed ogni estate, quando torno in questa terra che somiglia alla Valle Incantata, cerco sempre di visitare i più noti, aggiungendo qualche chicca più particolare.
Il Trentino Alto Adige è una delle mie mete estive preferite e cerco sempre di aggiungerlo come tappa dei miei on the road, così da far vivere anche al mio cagnolone, Gastone, l’ebrezza dei sentieri di montagna, al riparo dal caldo torbido della città.
Non sono un’esperta di trekking, nonostante io ne faccia almeno due al mese, ma sono un’esperta di luoghi pet friendly e della scoperta di luoghi sempre nuovi, che ci fanno ricordare perchè questa vita merita di essere amata.
In Trentino mi è capitato spesso di pensare che, già solo per il fatto di svegliarmi la mattina e poter scegliere di andare ad esplorare cime o laghi mozzafiato, posso ritenermi grata.
Vediamo insieme, quindi, quali sono i laghi di cui mi sono innamorata l’anno scorso, quando la mia base di partenza era la Val di Non.
Lago di MolvenoAntica Segheria Lago di MolvenoLago di Molveno
Il lago di Molveno si trova in provincia di Trento, circondato dalla catena del Gruppo del Brenta, dal massiccio del Monte Gazza e dalla Paganella.
Con una cornice del genere a delimitarne la superficie, non è difficile comprendere come mai è dal 2014 considerato il lago più bello d’Italia.
Si è formato 4.000 anni fa in seguito ad una frana ed è il secondo lago più grande del Trentino, dopo quello di Caldonazzo.
Ha ricevuto più volte il premio Bandiera blu ed è pertanto balneabile, oltre a prestarsi a diversi sport di tipo acquatico. Mi ha fatta sorridere, infatti, leggere una sua definizione come “tesoro nascosto del Trentino“, considerando che la sua riva ad agosto mi ha ricordato molto le spiagge di Rimini.
Intorno al lago partono anche diversi sentieri davvero bellissimi. Dovendo dedicare la giornata alla scoperta di ben tre laghi diversi, noi ci siamo limitati a farne uno semplicissimo. Lasciando la macchina al parcheggio a pagamento vicino l’Hotel Bellariva, ci siamo avviati verso il sentiero che porta dall’Antica Segheria alla Baita Ciclamino, passando per le cascatelle Molin dei Mori. In realtà, abbiamo percorso il sentiero da metà ed al contrario, così da arrivare sulle rive del lago.
Merita una passeggiata anche il delizioso paesino di Molveno, dotato di ristoranti e negozietti.
In linea generale, io non ho amato particolarmente questo lago per la grande folla e la commercializzazione dell’area. Tuttavia, è innegabile la sua bellezza ed aspiro a tornare in un’altra stagione, per godermelo in santa pace.
Lago di Nembia: il paradiso nascosto o “ignorato“
Lago di NembiaAcqua del Lago di NembiaLago di NembiaNoi sulla passerella del Lago di Nembia
Scappando a gambe levate dai turisti di agosto (proprio come me), sono arrivata in dieci minuti di macchina al ben men noto Lago di Nembia.
A molti piace definirlo nascosto, io scherzosamente lo chiamo “ignorato“, perchè tutto è fuorché nascosto. Si trova, come detto, a soli dieci minuti di macchina dal suo fratello maggiore (Molveno) ed è dotato di un bar e di un parcheggio a pagamento.
Dopo aver parcheggiato la macchina non occorre fare nessun sentiero, basta scendere per una stradina ed ecco subito questa splendida oasi naturalistica.
Vi troverete davanti un lago dalle acque invitanti quanto gelide, passerelle in legno che vi permetteranno di osservare da vicino i pesci ed una pace indescrivibile.
Una delle principali attrazioni del Lago di Nembia è la Riserva Naturale che lo circonda, parte del Parco Naturale Adamello Brenta. Infatti, nei dintorni è possibile avventurarsi in meravigliosi trekking.
Nembia è anche il sogno dei pescatori, poiché è ricco di pesci tutto l’anno e l’Associazione Pescatori Alto Sarca offre la possibilità noleggiare dell’attrezzatura necessaria.
Lago di Tovel: il mio preferito tra i laghi del Trentino
Lago di TovelPanchina sul Lago di TovelLago di Tovel
Dovendo tornare verso Rumo, il pomeriggio ci siamo diretti al lago di Tovel, a circa un’ora di macchina da Nembia.
Abbiamo lasciato la macchina nel parcheggio perfettamente indicato e poi abbiamo proseguito a piedi per circa 5 minuti, prima di trovarci davanti la meraviglia.
Il Lago di Tovel si trova nel cuore del Parco Naturale Adamello Brenta ed è senza ombra di dubbio il mio preferito in assoluto tra tutti quelli visti in Trentino Alto Adige ma forse anche nel mondo. Quindi sì, sono di parte e vi dico che non va assolutamente perso durante un viaggio in queste zone.
Dalla riva del lago si diramano diversi sentieri per il trekking ma, non appena arrivata, la bellezza di questo luogo mi ha commossa ed ho deciso di rimanere ad osservarlo dalla riva quanto più tempo possibile.
In effetti, ho passato qui più di due ore, completando tutto il lungo lago, per cui basterebbe un’oretta, nonostante un temporale improvviso che, in realtà, ha reso tutto più magico.
Questo lago alpino è famoso per il fenomeno naturale delle sue acque che, fino agli anni ’60, si tingevano di rosso durante l’estate a causa di un’alga speciale, la Tovellia Sanguinea. Purtroppo, questo fenomeno non si verifica più, anche se c’è chi sostiene di riuscire ancora a percepire questa sfumatura ogni tanto.
Lungo la riva incontrerete anche dei punti ristoro, dove poter bere un caffè o mangiare, anche se sono concentrati tutti da un lato (quello del parcheggio).
I laghi del Trentino Alto Adige e non solo
Nel 2022 ero già stata in Trentino Alto Adige ed ho scritto un altro articolo sui laghi in zona. Spero di tornare a scriverne ancora durante il mio prossimo viaggio nella Valle Incantata. Per ora, grazie per avermi letta e, come sempre, spero che il mio articolo vi torni utile per il vostro futuro viaggio in Trentino. Vi ricordo che sono una travel designer certificata e, qualora aveste bisogno di una consulenza sulla destinazione, una guida personalizzata o una persona che pensi al vostro viaggio sotto ogni aspetto, potete contattarmi compilando questo modulo: MODULO PER CONTATTARMI.
Durante il mio on the road in Slovenia, ho dedicato una giornata al Lago di Bled ed i suoi dintorni. Sebbene sia considerato un luogo profondamente turistico, a mio avviso è una tappa imperdibile durante un viaggio in questa terra straordinaria e devo dire che non l’ho trovato neanche così affollato come si dice. Tra l’altro, le zone circostanti, seppure davvero vicine, sono ancora poco note e regalano la gioia di una bellezza sconosciuta ai viaggiatori più difficili da conquistare.
Andiamo dunque a vedere cosa non deve mancare durante una giornata nella zona di Bled, ma prima vi lascio lo sconto del 10% sull’assicurazione di viaggio, che non deve mai mancare. Vi basterà cliccare sull’immagine per ottenerla.
Il lago di Bled dista appena 40 minuti da Lubiana e, partendo di buon ora, siamo arrivati senza incontrare traffico e trovando subito parcheggio. Il mio consiglio è di arrivare con la macchina fino al bar Zaka e lì parcheggiare.
A questo punto, prendete pure un caffè ed assaggiate la torta tipica al bar Zaka come ho fatto io. La torta si chiama Kremna Rezina ed io la definisco uguale alla Kinder Paradiso, non so se avete presente. A me è piaciuta tantissimo ed è un po’ il simbolo di Bled. Si tratta di una sfogliatella alla crema pasticcera realizzate sin dal 1953 ed è possibile acquistarla nella pasticceria del loro creatore, presso The Park Cafè (Kavarna Park). In realtà, sul lungo lago si trova davvero ovunque.
Iniziata la vostra passeggiata, queste sono le attività che vi consiglio di fare:
Prendere un caffè al Café belvedere (Kavarna Belvedere), per ammirare il lago di Bled;
Affittare una barchetta e raggiungere l’isola di Bled, dove si trovano la chiesa della Madonna sul lago ed altri curiosi edifici;
Raggiungere i punti panoramici seguendo i diversi sentieri indicati, tra cui Mal Osojnica e Ojstrica.
Lago di BledTorta tipica di BledLago di Bled dal Cafè Belvedere
Dopo la gita al lago, eravamo molto indecisi sul da farsi, così ho scelto la soluzione che ritengo sempre la migliore nei momenti di dubbio: ho chiesto ad un ragazzo del posto cosa sarebbe stato meglio visitare: il paese o il castello.
Il ragazzo mi ha consigliato di evitare la visita al paese, perchè a suo dire consiste solo in hotel e ristoranti turistici ormai. Mi sono voluta fidare, perchè passando in macchina non ho visto nulla di promettente, forse solo la Chiesa di San Martino.
Ci siamo, dunque, diretti al Castello di Bled: anche qui sarò molto severa. Il biglietto di ingresso costa 17,00 € ed onestamente non ne vale assolutamente la pena. Il castello è carino ma austero, nulla di speciale insomma. Offre un meraviglioso belvedere, qualche sala malamente addobbata e la possibilità di gustare del vino tipico (pagandolo oltre il biglietto). Risparmiatevi il biglietto e prendete un cappuccino al Cafè Belvedere per una bella vista dall’alto (che vi ho suggerito prima), così da godervi anche una bevanda calda, a molto meno. Il castello fotografatelo dal basso, molto meglio.
Castello di BledVino da gustare al Castello di BledCastello di Bled
Lago di Bohinj
Dopo il lago di Bled, su consiglio di un’amica, ci siamo diretti al meno turistico Lago di Bohinj. Devo dire che questo lago è proprio un gioiello e la passeggiata lungo la riva regala scorci sensazionali. Davvero consigliato, l’ho adorato. Vi consiglio, però, di provvedere al pranzo in un’altra zona, perché questa l’ho trovata più cara rispetto alla media.
Lago di BohinjVista dal Lago di BohinjLago di Bohinj
Slap Savica
Dopo una rapida pausa a Bohinj, ci siamo diretti verso la meta che davvero ci interessava: Slap Savica, una cascata straordinaria, dai colori indescrivibli, che si trova a circa dieci minuti di macchina dal parcheggio principale di Bohinj.
Abbiamo lasciato la nostra vettura nel parcheggio selvaggio del rifugio Planinski dom Savica e da lì abbiamo intrapreso il ben indicato sentiero verso la cascata.
Dopo un primo tratto senza alcuna difficoltà, si arriva alla “biglietteria”, che consiste in un bar in legno dove emettono il biglietto al costo di 3,00 € a persona (i cani non pagano).
Da questo momento in poi inizia il difficile: 500 scalini in salita. Vi devo dire che, nonostante io abbia l’artrosi e Matteo abbia dovuto portare Gastone in braccio (un beagle di 18 Kg), in mezz’ora siamo arrivati alla cascata.
Il sentiero di per sè è molto semplice, bisogna solo essere consapevoli che è fatto di scale. Di sicuro lo sconsiglio per passeggini e persone con particolari problemi motori.
Tuttavia, la cascata è semplicemente meravigliosa e quindi vi consiglio di fare tutto il possibile per vederla.
La nostra ultima tappa della giornata sarebbe stato il paese di Škofja Loka, ad un’ora e un quarto da Slap Savica ma in direzione Lubiana (quindi abbastanza di strada verso casa, per noi). In realtà, considerando che dovevamo ancora vedere per bene Lubiana, quel giorno abbiamo deciso di tornare direttamente in città ed il paesino lo abbiamo visto in un altro momento.
Io, comunque, ve ne parlo in questa giornata per darvi un itinerario coerente e logico.
Škofja Loka è davvero minuscola, almeno se si prende a riferimento il centro storico ed a mio avviso non imperdibile, nonostante sia amatissima dai turisti. Tappe da vedere con una passeggiata di un’ora:
Mestni trg, la piazza dalle casette colorate e dove affaccia Casa Homan, una casa particolare con affreschi e pitture murali;
Ponte dei Cappuccini;
Chiesa di San Giacomo;
Chiesa dell’Annunciazione,
Spodnji Trg;
Il Castello.
Dalla città parte anche il sentiero dei tre castelli, consigliato nelle guide ma che io non ho fatto.
Škofja LokaPaese di Škofja LokaŠkofja Loka
Mappa del lago di Bled ed i suoi dintorni
Ecco la mappa del mio itinerario tra il lago di Bled ed i suoi dintorni, considerando che il mio punto di partenza è stata Lubiana.
Come al solito, spero che il mio articolo vi torni utile per quando vi troverete a visitare la meravigliosa Slovenia, per qualunque informazione non esitate a contattarmi nei commenti o sulle mie pagine social.
Questo week end sono stata invitata a visitare il meraviglioso borgo di Fara in Sabina, a solo un’ora da Roma. Non sapevo cosa aspettarmi, non conoscendo affatto il borgo, ma quello che ho vissuto e provato in due giorni è a dir poco inspiegabile.
Ci ho messo davvero tanto a scrivere questo articolo, sono due giorni che ripenso ininterrottamente alla vita lenta tra i vicoli di quel piccolo e delizioso mondo a parte. Vedo il forno che apre per preparare il pane ed il signore che mi invita ad entrare per vedere come si fa. Immagino le donne dell’Ufficio Turistico sedute dietro la loro scrivania, piene di sogni e progetti per una terra che amano come ho visto amare poche volte nella vita. Sento i sapori della cucina che ricorda casa mia, ma ha alla base gli ingredienti speciali della genuinità e dell’impegno di chi vuole farti sentire il benvenuto.
I punti di interesse del borgo, di cui vi parlerò tra poco, sono tantissimi e, secondo me, meritano almeno due giorni di visita. Ma, se devo essere sincera, sono le persone che abitano questa terra a meritare tutto il vostro tempo libero. Sedetevi con loro e chiedetegli di raccontarvi del piatto che hanno cucinato, di un posto che vogliono far rivalutare o dell’alloggio che hanno preparato per voi: l’amore vi pervaderà completamente.
Vale la pena visitare Fara in Sabina? Sarò sincera, non ne vale semplicemente la pena, è una necessità per comprendere appieno cosa significhi cogliere la bellezza nelle piccole cose.
Fara in Sabina si trova nel Lazio, in provincia di Rieti ed è raggiungibile con un’ora di macchina da Roma (io partivo da Roma Sud).
Una volta arrivati, potrete lasciare la macchina in ampi parcheggi. Il mio consiglio è di segnare su Google Maps “parcheggio Duomo”, così da lasciare la macchina poco prima della zona ZTL.
Cosa vedere a Fara in Sabina
Il mio soggiorno a Fara in Sabina, in collaborazione con l’Ente del Turismo e la Pro Loco Fra in Sabina aps, è durato due giorni e mi sono concentrata sulla zona del centro storico. Onestamente, all’inizio pensavo che il tempo mi sarebbe anche avanzato. Invece, non vedo l’ora di tornare in questa zona stupenda per godere di molte altre meraviglie. Il tempo qui scorre lento, ma non basta mai.
GIORNO 1
Museo Civico Archeologico
La mia prima tappa è stato il Museo Civico Archeologico, ospitato nel bellissimo Palazzo Brancaleoni del XV secolo. La nostra visita è stata guidata dalla bravissima Lavinia, che ci ha dato tutte le informazioni essenziali senza annoiarci mai.
INFORMAZIONE IMPORTANTISSIMA E BELLISSIMA: Sono ammessi i cani, perchè si tratta del borgo più pet friendly mai visitato.
Pensate che stiamo parlando dell’unico museo sulla civiltà Sabina, con i reperti di due siti: Cures, capitale storica della Sabina e la città di Eretum.
Particolarmente interessanti sono il Cippo di Cures, la cui storia del ritrovamento è davvero curiosa (ma non voglio anticiparvi nulla), la sala dove vengono conservati i ritrovamenti della Tomba numero XI e la Sala del trono.
Museo del silenzio
Il museo del Silenzio è parte dell’antica Chiesa di Santa Maria in Castello e vi si può accedere solo con una visita guidata.
Museo del silenzio
E’ un museo esperienziale e la visita dura circa venti minuti. Ci si trova in una sala buia e non si può parlare, così da vivere appieno la sensazione del voto del silenzio. Inoltre, inizieranno ad illuminarsi delle teche con degli oggetti significativi per la vita delle monache, con un sottofondo davvero coinvolgente e toccante.
Resta un’esperienza davvero unica, che vi esorto assolutamente a provare.
Monastero delle Clarisse Eremite
Dopo il Museo del Silenzio, il mio consiglio è di recarsi al Monastero delle Clarisse Eremite, per respirare a pieno l’aria spirituale del posto.
Per visitarlo occorre sperare di trovare il cancello aperto, altrimenti si possono chiamare le suore ai numeri che potete chiedere all’Ufficio Turistico di Fara in Sabina.
Per me è una delle costruzioni più belle viste nella regione fino ad oggi, con dei belvedere da togliere il fiato, 2 cappelle ed un’architettura meravigliosa.
Ex Comprensorio Cri
Questo posto è stato un regalo, il tipo di esperienza che ha completamente sconvolto la mia visita a Fara in Sabina. Sicuramente, il mio preferito.
Accompagnata dalla presidentessa della Pro Loco Fara in Sabina, abbiamo varcato la soglia di questo luogo tristemente bellissimo, seppur abbandonato a se stesso, dove antichi splendori e viste da togliere il fiato mi hanno conquistata per sempre.
Da residenza del Vescovo Ausiliare di Sabina a convalescenziario per militari feriti durante la guerra del 1915-1918 ad edifici diventati Preventori donati alla Croce Rossa Italiana, le strutture di questo complesso meraviglioso e dannato hanno visto lacrime amare e sorrisi ingenui. La meraviglia dei colori delle mura, che quasi si sono persi, i fogli sparsi di lettere e documenti ed i vecchi armadi ancora integri raccontano infinite storie.
Insomma, un posto dimenticato dall’uomo ma che custodisce con tutta la sua forza i ricordi di un tempo non troppo lontano.
Tramonto dal Belvedere
Dopo tante visite così intense, ci siamo rilassati ammirando il tramonto dal Belvedere che affaccia sul Monte Acuziano, dove riposano le rovine dell’oratorio San Martino e la Basilica di Santa Maria Nova. Vi raccomando di non perderlo, perché come testimonia la foto, sembra quasi di trovarsi in un mondo a parte.
GIORNO 2
Duomo
Dopo una colazione con vista spettacolare, di cui vi parlo più sotto, abbiamo visitato anche lo splendido Duomo, Chiesa intitolata a Sant’Antonino Martire, che mi ha colpito per la sua bellezza senza tempo.
Anche in questo caso, i cani sono i benvenuti e l’ho trovato davvero emozionante. Come al solito, Fara in Sabina si dimostra un paese pronto all’accoglienza verso qualunque essere vivente.
Appena entrati, iniziate a guardarvi intorno per ammirare la bellezza di tutti gli affreschi, la meraviglia dell’altare e osservate la tela che rappresenta Santa Fara nell’atto di porgere la Città al suo Protettore, Sant’Antonino.
Infine, in una sala a parte, troverete un crocifisso molto particolare, perché pare sia fatto di carne umana. Davvero suggestivo!
Crocifisso in carne umana
Cisterna, Torre Campanara e Belvedere
Appena fuori il Duomo troverete anche un altro Belvedere, la Cisterna, il Pozzo ad edicola e la Torre Campanara. Davvero uno spiazzo carino dove gustare l’ottima pizza del Forno Mazzocchi.
Farfa e la sua Abbazia
Finita la visita al Duomo ed anche un’ottima pizza, ci siamo diretti a Farfa, ad appena 7 minuti di macchina dal centro storico di Fara in Sabina.
Il paesino è davvero molto carino, si concentra su una via principale ricca di negozietti tipici e ben decorati. Noi ci siamo dedicati alla visita della famosa Abbazia, per cui è necessario fare un biglietto di 6,50 € direttamente all’ingresso. La visita dura circa un’ora ed è molto interessante.
Parco della Rimembranza
Abbiamo pranzato a Farfa e poi siamo tornati a Fara in Sabina per fare una rapida passeggiata nel carinissimo Parco della Rimembranza. Nei dintorni c’è anche una splendida area giochi per i bambini.
Finita questa visita, con il cuore ricco di gratitudine ma anche con molta malinconia, abbiamo salutato lo splendido borgo.
Dove mangiare
Ovviamente, dopo tanti rapporti umani e tante visite, non potevamo di certo restare a stomaco vuoto! Anche perché la cucina sabina è davvero spaziale! Ecco, quindi, i posti dove abbiamo potuto gustare le specialità locali e che vi consiglio di provare assolutamente!
L’Antica Bottega – Fara in Sabina
Per il pranzo del primo giorno ci siamo diretti a L’Antica Bottega che, ve lo anticipo subito, è probabilmente il mio ristorante preferito del Lazio e sicuramente quello dove ho mangiato la miglior cacio e pepe della mia vita.
Prima di passare al menù, vorrei menzionare la gentilezza del personale e la disponibilità dello chef, mi è sembrato davvero di essere a casa, ma con addirittura più coccole!
Abbiamo iniziato con un antipasto di prodotti locali, salumi eccellenti, formaggi pazzeschi, fagioli e salsiccia, bruschette.
Come primi abbiamo assaggiato una cacio e pepe spaziale, con un leggero retrogusto di limone, che raccomando di provare davvero a tutti almeno una volta nella vita e delle ottime pappardelle alla sabinese. Vi dico che dei primi così non li mangiavo da tempo: SUPER COMPLIMENTI.
Per secondo abbiamo mangiato una guancia davvero tenerissima e un ottimo pollo alla cacciatora.
A conclusione del menù perfetto, un maritozzo con crema e panna, per cui penso basti la foto.
E nulla: già solo questo ristornate merita il viaggio a Fara in Sabina.
Agriturismo Santo Pietro – San Pietro di Coltodino
Per cena, il primo giorno, ci siamo diretti all’Agriturismo Santo Pietro, convinti che dopo un pranzo così abbondante nulla ci avrebbe stuzzicato l’appetito. Ci sbagliavamo, perchè anche in questo caso abbiamo trovato una cucina di altissimo livello, un personale a dir poco gentilissimo e simpaticissimo ed una location troppo troppo bella e romantica.
Per antipasto abbiamo preso un mix di salumi incredibili, ancora ricordiamo il sapore del prosciutto. Formaggi sicuramente sopra la media. Bruschette condite con un olio magico. Cipolle rosse e pomodirini: capolavoro assoluto. Dulcis in fundo: coratella da leccarsi i baffi.
Come primi abbiamo divorato un’ottima pasta con ragù simile ad una lasagna e delle fettuccine con salsiccia ed asparagi. Per secondo maialino e girello di vitella. Tutto da leccarsi i baffi.
Per concludere una torta crumble alla frutta, pazzesca anche questa.
Come si può capire da foto e parole, ci è piaciuto tantissimo questo agriturismo e sicuramente torneremo. Mi raccomando, non mancate di comprare il loro olio!
Trattoria da Lupi – Farfa
Ultimo giorno ed ultimo pranzo della tradizione…siamo stati alla Trattoria da Lupi, in pieno centro a Farfa. Location molto carina, con affaccio esterno proprio sulla via principale del borgo, per respirare un’aria di tradizione e tranquillità.
Anche in questo caso, le portate sono state tutte ispirate alla tradizione e ci sono piaciute tantissimo, menzione d’onore però va agli speciali carciofi di cui abbiamo anche chiesto la ricetta…riusciremo a rifarli o torneremo?
Come primi siamo partiti con delle fettuccine ai funghi e i maltagliati all’amatriciana leggermente piccanti. Da dieci e lode tutti e due, tanto che io e Matteo abbiamo deciso di dividerli perchè non siamo riusciti a scegliere il migliore.
Per secondo abbiamo assaggiato un ottimo maialino, accompagnato dalla cicoria ripassata davvero squisita ma, come anticipato, il pezzo forte sono stati questi straordinari carciofi.
Per concludere, abbiamo ordinato una torta morellina ed una crostata alle visciole: ve lo devo dire che parliamo anche in questo caso di eccellenza?
Poi, per deliziarci ancora, abbiamo provato le ciambelline ed i cantucci ed il pranzo si è concluso.
Devo dire che la cucina della sabina ci ha davvero sorpresi, noi siamo di Roma ma sapori così autentici e genuini non li assaggiavamo da un po’. Al di là dei singoli piatti, quello che ci ha colpito è il sapore forte di ingredienti sani e coltivati con amore, seguendo la tradizione. Davvero tutto straordinario e complimenti a tutti i ristoratori per l’impegno messo in ogni portata.
Per gli amanti del Trekking
Durante questi due giorni, presi dalla voglia di socializzare, chiacchierare e conoscere a fondo la storia del territorio, abbiamo messo in secondo piano i trekking e le passeggiate nella natura. Come sapete, però, io sono un’amante di queste attività e me ne sono fatta suggerire qualcuna per quando tornerò in questo paese incantato. Vi lascio i suggerimenti ricevuti, magari ci incontriamo lungo il sentiero:
Gole del Farfa
Sentiero del Monte Elci
Monte Acuziano
Cammino di Francesco
Dove dormire
Ma arriviamo a ciò che ha reso davvero unici questi due giorni, l’elemento che determina sempre quanto si è stati bene durante un soggiorno: l’appartamento dove abbiamo dormito. Ovviamente PET FRIENDLY.
La nostra casetta si trovava in pieno centro storico e si chiama “Pink House”, perché da fuori è tutta rosa. L’abbiamo amata dal primo momento, perché ogni dettaglio è curato alla perfezione: la cucina è dotata di tutto il necessario, perfino della moka per il caffè. Il bagno è delizioso e spazioso. Sul tavolo di ingresso abbiamo trovato tutte le brochure utili per le nostre visite e nel soggiorno c’è un divano ed uno splendido armadio che sembra una libreria.
La camera da letto si trova al secondo piano, ma le scale sono perfino dotate di cancelletti di sicurezza per bambini e animali. Nella camera c’è anche una deliziosa scrivania (oro per me che lavoro da remoto) e subito fuori un armadio molto comodo.
Ma la vera chicca è la terrazza sul tetto, da cui è possibile ammirare tutto il paese ed il Monte Acuziano. Qui ci avremmo passato tutti e due i giorni, tra le nostre colazioni ed i tramonti più romantici di sempre.
Insomma, se venite in Sabina dovete prenotare per forza qui e quindi vi lascio sia il link Airbnb che Booking:
Se volete più informazioni sul borgo potete contattarmi senza problemi, sarò felice di aiutarvi. Ad ogni modo, i contatti davvero utili li trovati sul sito ufficiale: https://www.visitfarainsabina.it/.
Come sempre, spero di esservi stata utile per l”organizzazione del vostro week end a Fara in Sabina, mi raccomando…non perdete l’occasione di visitare questo luogo magico.
Durante il mio viaggio in Slovenia , ho deciso di dedicarmi anche alla parte orientale del paese, nonostante di solito venga messa abbastanza da parte, sia per visitare le città della Slovenia meno turistiche ma più autentiche, sia per andare alla scoperta della fontana della birra.
In realtà, nei miei piani originali avrei dovuto raggiungere Velika Planina, riposarmi dal trekking alla fontana della birra e poi cenare a Ptuj. Purtroppo, una forte nevicata improvvisa ha completamente stravolto i miei piani e così ho deciso di godermi tutte e tre le famose città di questa zona.
Nonostante non siano le città più incredibili che io abbia mai visto, vi consiglio comunque con il cuore di farci un salto se avete più giorni in questo meraviglioso paese. Infatti, solo tra le vie di queste città autentiche respirerete le vere vibes di questo paese.
La città che più mi ha colpita è stata proprio Ptuj. Io arrivavo da Lubiana e ci ho messo circa un’oretta e mezza.
La cosa che mi ha colpita appena arrivata, passando per il ponte che collega al centro storico in macchina, sono stati gli infiniti tetti rossi delle case. Ho immediatamente pensato: CHE MERAVIGLIA!
Una volta lasciata la macchina in un parcheggio a pagamento (mi sembra la tariffa fosse di circa 0,80 €/h), abbiamo iniziato la nostra passeggiata di circa due ore, seguendo questo itinerario:
Il Municipio della città
Il convento minorita
Monumento di Orfeo
Grajska ulica
Il Castello
Il Convento Domenicano
Pesernova ulica
Il ponte pedonale con vista sulla torre della Drava
Principalmente si tratta di edifici colorati e molto carini, è stata una piacevole passeggiata tra vie storiche che fanno apprezzare la tranquillità della Slovenia. Vi consiglio di non perdere la Grajska ulica che è una via medievale, la quale vi permetterà di salire al castello e, appunto, la vista su tutta la città proprio dal castello…che toglie davvero il fiato. Ricordate, però, che il cane può entrare solo nel cortile del castello, infatti noi abbiamo evitato di visitare l’interno.
Convento DomenicanoViista dal castelloVista dal ponte pedonale
Arrivando di mattina, ci siamo anche fermati a prendere un caffè da Kavarna Bodi, DAVVERO OTTIMO e con dei bagni troppo simpatici…vi consiglio di fermarvi qui!
Dopo Ptuj siamo partiti alla volta di Maribor, raggiungendola in circa mezz’ora. Non ci ha colpiti particolarmente, ma qui abbiamo mangiato l’hamburger più buono della nostra vita!
Appena arrivati, infatti, ci siamo fermati da Jack&Joe Steak and Burger Club, dove gli hamburger sono davvero leggendari. Io ho preso quello di pura carne slovena al 100% e Matteo “The boss“. Promosso a pieni voti, non so spiegarvi la bontà! Tra l’altro, il locale è anche super pet friendly, infatti hanno portato uno spuntino anche al nostro Gastone, che ha molto apprezzato. In due abbiamo speso 45,40 € prendendo anche un’acqua aromatizzata alla frutta ed una coca zero.
Maribor – Jack & Joe Steak and Burger ClubJack & Joe Steak and Burger Club – Snack per GastoneMaribor – Jack & Joe Steak and Burger Club
Per quanto riguarda il nostro itinerario in città, è stata perlopiù una passeggiata di un’oretta così articolata:
Glavni trg (la piazza principale)
Cattedrale di Maribor
La vecchia vite della città (seconda foto), attrazione più importante perchè è stata piantata ben 4 secoli fa
La Sinagoga
Il Monastero Minorita.
Onestamente, vi consiglio giusto una passeggiata nella parte del Lent (Lungo fiume), una sbirciata a Glavni trg e una foto simbolica alla vite. Maribor è carina in sé per sé, ma non ha grandi attrattive.
MariborVite di MariborMaribor
Celje: il castello a strapiombo che nessuno considera
Terza tappa della giornata è stata Celje, a circa 40 minuti da Maribor. Anche questa cittadina è carina per l’atmosfera che si respira, ma non ha attrattive particolarmente importanti. Prima di parcheggiare in centro città, vi consiglio di dirigervi subito al suo castello (noi siamo andati in macchina, con 7 minuti di tragitto dal centro), raggiungibile anche a piedi con circa 50 minuti di scarpinata dal centro storico.
Il castello è molto bellino ed io ho deciso di visitarlo anche all’interno, arrivando in ritardo la signorina mi ha gentilmente fatto pagare solo 3,00€ (prezzo bambino). Il prezzo intero dovrebbe essere di circa 6,00€.
Dopodiché, siamo tornati al centro della cittadina e qui vi consiglio di gustarvi le due piazze principali:
Krekov Trg, dove si trova anche la simbolica statua di Alma Karlin, scrittrice e giornalista slovena.
Glavni Trg.
Se ci riuscite, scendendo dal castello o camminando tra le viuzze del centro, individuate la Chiesa di San Nicola, che sovrasta la città e non perdete anche la scalinata coperta dall’alta parte del fiume, che conduce alla Chiesa dei Cappuccini di Santa Cecilia.
Scalinata per la Chiesa dei Cappuccini di Santa Cecilia. Statua Alma KarlinCastello di Celje
Žalec: LA FONTANA DELLA BIRRA
Ultima tappa, ad appena un quarto d’ora da Celje, è stata Žalec. Non mentirò, sono venuta in questa cittadina solo per provare la sua divertentissima fontana della birra.
Ecco cosa dovete fare:
Impostate sul navigatore “fontana della birra – Žalec” e parcheggiate nei dintorni (la fontana è comunque ben indicata).
Nei pressi della fontana troverete un chiosco (prima foto) dove acquistare un boccale dotato diQR code alla base: vi basterà poggiarlo sulla fontana (terza foto) per avere la vostra birra.
Esistono sei diversi gusti, per cui vi consiglio di fare il pacchetto da 6 assaggi, che noi abbiamo pagato 11,00 €. Altrimenti con 9,50 € potrete provare 3 gusti e con 13,00€ potrete riempire il vostro boccale ben 10 volte!
C’è anche una fontana di risciacquo, per cui vi basterà poggiare il boccale al contrario e ve lo pulirà prima di un nuovo assaggio.
Alla fine, potrete anche portare via con voi il boccale come souvenir!
ATTENTI: UNA DELLE FONTANE EMETTE BIRRA VERDE…è quella con il logo arancione con su scritto Haler Pivo…forse…o forse dovrete provarle tutte come me!
Mi raccomando, non perdete questa esperienza pazzesca anche perché la Slovenia è famosa per le sue coltivazioni di luppolo e la sua birra dal retrogusto di citronella (sensazionale!).
Fontana della birra – Žalec Prezzi Fontana della birra – Žalec Fontana della birra – Žalec La famosa birra verde – Žalec Žalec Fontana della birra – Žalec
Assicurazione di viaggio
Vi lascio il link per il 10% di sconto sulla mia assicurazione di viaggio di fiducia, vi basterà cliccare sull’immagine per vederlo applicato:
Come al solito spero che questo articolo vi possa tornare utile e…ci vediamo in giro per il mondo!
La Slovenia è un paese che mi ha sorpresa per la sua bellezza e la sua accoglienza straordinaria fin dal primo istante. Non posso davvero credere di aver sottovalutato una meta così spettacolare per tanti anni. Ci credete che mi sono ritrovata in viaggio verso questa destinazione solo per portare con me il mio cane?
Quando hai la possibilità di scelta tra ogni angolo del mondo, escludi subito le mete più facilmente raggiungibili. La Slovenia, in effetti, è davvero vicina alla mia Italia. Di conseguenza, l’ho sempre scartata immediatamente, al ritmo di “ci posso andare quando voglio”.
Poi, quando il mio Gastone ha soffiato la quindicesima candelina, ho deciso di scegliere solo mete dove potessi stare pochi giorni senza di lui o raggiungibili insieme. Così, la Slovenia è schizzata in cima alla classifica delle mete imperdibili. E per fortuna!
Oltre ad essere il paese più petfriendly mai visitato, infatti, si tratta anche di un territorio ricco di meraviglie naturali, con un mare straordinario, trekking incredibili e città ricche di storia. Perfino la cucina, per cui noi italiani siamo estremamente esigenti, è davvero ottima!
Ma bando alle ciance, inizio a raccontarvi il mio viaggio, tra l’altro anche davvero low cost!
Cosa vedere in Slovenia: tappe imperdibili e tesori nascosti
Iniziamo subito con il mio itinerario, di 5 notti e 6 giorni, che, causa un’inaspettata nevicata di fine aprile, è stato modificato in corso d’opera. Tenete a mente che alloggiavo a dieci minuti di macchina dal centro di Lubiana, così potete farvi un’idea delle distanze.
Vi anticipo che il primo giorno sarei dovuta arrivare a Lubiana in mattinata, partendo da Roma di notte. Purtroppo, a causa di un brutto incidente che ha bloccato il traffico ed una fastidiosa nevicata, mi sono trovata a dover dividere l’itinerario di questa giornata nei giorni successivi, per recuperare le tappe nella capitale. A voi, comunque, racconterò come inalterato il mio programma di viaggio, così che abbiate la versione più comoda.
Ogni località verrà approfondita successivamente con articoli dedicati, ma intanto ecco un breve riassunto:
GIORNO 1: Lubiana
Iniziamo con la giornata dedicata alla visita della capitale:
Parco Tivoli: alloggiando a due minuti a piedi dall’ingresso del parco principale della città, avrei potuto raggiungere Lubiana passando al suo interno. Si tratta di un’area verde bellissima, a tratti simile ad un bosco. Arrivando in ritardo, però, ho dovuto optare per la macchina, sbirciando solo l’inizio di questa splendida zona.
Casa Vurnik: si tratta del Palazzo della Banca di economia cooperativa, dall’architettura davvero coloratissima, posto su una delle vie più belle della città. L’ho ammirato solo da fuori e non sono sicura si possa visitare anche all’interno.
Metelkova: Un grande no a questa parte della città diventata meta turistica grazie a social, ma che altro non è se non un insieme di palazzi con graffiti e personaggi ambigui che girovagano. Centro sociale e culturale autonomo nel centro di Lubiana, che vorrebbe imitare la Christiania di Copenaghen…ma ha ancora davvero tanta tanta strada da fare! FATE ATTENZIONE!
Ponte dei draghi: non c’è bisogno di dire nulla, passaggio obbligato su questo ponte simbolo della città.
Piazza Preseren: La mia piazza preferita, dove spiccano la chiesa francescana dell’Annunciazione e la statua del poeta France Prešeren.
Ponte Triplo: altro esempio della meravigliosa architettura dei ponti in città, tra l’altro è il mio preferito in assoluto.
Piazza Civica: Mestni trg, un’altra delle piazze più importanti, dove si trova anche palazzo Haman, oggi sede della Mestna galerija (Galleria civica).
Cattedrale di San Nicola: Meravigliosa Cattedrale che si erge al centro della città e, causa Gastone, ho potuto ammirare solo da fuori.
Castello: tra le principali attrazioni della città, raggiungibile con funivia ma anche a piedi (io ho fatto così perchè la passeggiata nel verde, presa da Streliška ulica, è davvero carina). Il cortile è visitabile gratuitamente, mentre il biglietto per gli interni costa 16,00 €, il combinato con funicolare ed audioguida, invece, ha un prezzo di 20,00 €. Si può arrivare anche in macchina al castello ed il parcheggio ha una tariffa di 2,00 €/h.
Ponte dei draghiChiesa francescana dell’AnnunciataTriplo Ponte
GIORNO 2: le città della Slovenia Orientale
In questa giornata, in realtà, avrei dovuto visitare Velika Planina, una delle città sottostanti e la fontana della birra a Žalec. Purtroppo, vista la quantità di neve a Velika, ho dovuto modificare i piani ed ho deciso di visitare tutte e 4 le cittadine:
Ptuj: famosa per i suoi splendidi tetti rossi, la mia preferita tra tutte.
Maribor: qui una deliziosa camminata sul lungo fiume vi condurrà al posto dove ho mangiato l’hamburger più buono della mia vita (ve lo svelo più sotto).
Žalec: sede della fontana della birra, una tappa troppo divertente che vi consiglio assolutamente di inserire nel vostro itinerario.
Celje: dove la fa da padrone un meraviglioso castello, raggiungibile in macchina o con una camminata abbastanza impegnativa dal centro (io ho scelto la macchina).
PtujPtujMariborCeljeFontana della BirraCastello di Celje
GIORNO 3: Bled e Bohinj
L’emozione di questa giornata non ve la so descrivere, finalmente ho potuto ammirare dal vivo il Lago di Bled, mio sogno fin da bambina. Ecco tutte le tappe:
Lago di Bled: dove ne ho approfittato per una visita al castello e per assaggiare la torta tipica della zona, non perdete anche l’occasione di fare una passeggiata lungo lago.
Lago di Bohinj: a poca distanza da Bled, è più selvaggio e meno turistico. La sua vista ci ha lasciati davvero senza fiato.
Slap Savica: una cascata nei pressi di Bohinj, per ammirarla bisogna percorrere 500 gradini. Tuttavia, la salita è davvero molto semplice, adatta sia a bambini che anziani (non ai passeggini però).
Škofja Loka: piccolo borgo super consigliato da tutti e dalle guide, devo ammettere però che non mi ha entusiasmata e, quindi, se mi doveste chiedere quale tappa eliminare, vi direi proprio questa.
Slap SavicaŠkofja LokaLago BohinjLago di Bled
GIORNO 4: Postumia ed i castelli del paese
Questa è stata sicuramente la giornata delle meraviglie della Slovenia, infatti, abbiamo visitato due dei must see più importanti della zona:
Grotte di Postumia: come per la maggior parte delle tappe citate, gli dedicherò un articolo apposito. Vi basti sapere che sono uno spettacolo della natura, la visita dura 90 minuti e vi conviene recarvi all’ingresso con un certo anticipo, considerando le lunghe file.
Castello di Predjama: dalla bellezza straordinaria, è un’altra tappa imperdibile. Tra l’altro, si trova a pochi minuti dalle Grotte ed è possibile scegliere di fare un biglietto combinato.
Castello di Snežnik: perla nascosta, scoperta grazie ad una cara amica, merita una visita. Oltre che per il castello, per la meravigliosa area verde dove si trova e che permette uno splendido pomeriggio in relax.
Lubiana: la sera, finendo relativamente presto tutte le visite, abbiamo deciso di approfondire ciò che avevamo perso di Lubiana il primo giorno. Infatti, non avendo fatto in tempo appena arrivati, noi abbiamo inserito in questa giornata anche il castello della capitale.
Grotte di PostumiaCastello di PredjamaCastello di Snežnik
GIORNO 5: le meraviglie naturali
Mia giornata preferita e sono sicura sarà anche quella della maggioranza, perchè ci siamo davvero immersi nella parte verde della Slovenia:
Vintgar Gorge: una gola dalla bellezza straordinaria. Per arrivare al suo ingresso dovrete scegliere uno dei 3 parcheggi indicati sul sito ufficiale e, da qui, scegliere se percorrere un trekking a piedi o utilizzare un bus navetta gratuito. Io ho scelto il trekking ed ho impiegato tre ore tra l’andata, il ritorno e la visita alle gole (che sono a pagamento: 10,00€ ad adulto e 3,00€ il cane).
Pericnik: una cascata davvero molto carina, noi ci siamo limitati ad ammirarla da lontano per non stancare troppo Gastone dopo le attività della mattina, ma è raggiungibile anche attraverso un trekking.
Zelenci riserva naturale: super famosa ed instagrammabile, è una zona davvero molto carina ma anche molto piccola. Il colore dell’acqua lascia senza fiato, ma si tratta veramente del tempo di una foto ed un video, non c’è molto altro da fare.
Russian Chapel: bellissima testimonianza storica, costruita in onore dei soldati russi rimasti uccisi nel 1915, situata sul passo Vršič , merita assolutamente una visita.
Jasna Lake: a pochi minuti dalla Russian Chapel, ai piedi del passo Vršič, si espande questo lago dalla bellezza indescrivibile: decisamente il mio preferito tra quelli della Slovenia, particolare perché diviso in due da una striscia di terra.
Lago JasnaRussian ChapelZelenci Riserva naturalePericnik cascataVintgar Gorge
GIORNO 6: tra Lubiana e Pirano
Eccoci arrivati sulla via del ritorno ed abbiamo deciso di salutare un’ultima volta anche la capitale:
Lubiana: ci siamo finalmente goduti il suo mercato ed abbiamo approfittato per una breve visita alla sua biblioteca, anche se il giorno in cui siamo andati non era accessibile nessuna sala. Quindi, siamo potuti entrare gratuitamente ma ci siamo dovuti accontentare del semplice atrio.
Pirano: bellissima cittadina di mare, ricca di scorci e ristoranti di pesce deliziosi. Merita una visita soprattutto per la Cattedrale di San Giorgio.
Cattedrale di San Giorgio Pirano
Cibo tipico in Slovenia
Io ho veramente adorato la cucina slovena, che mi ha piacevolmente stupita. Di seguito vi indico alcuni piatti tipici ed i posti dove provarli.
Zlikrofi: ravioli ripieni di patate lesse e pancetta.
Salsiccia della Carniola.
Juha: zuppa di inizio pasto.
Prsut: un prosciutto stagionato all’aria.
Burek: di origine turca e molto amato in questa zona, si tratta di pasta sfoglia ripiena di carne o verdure.
Ćevapčići: polpette di carne trita, dalla forma allungata.
Soča: trota di fiume.
Frika: preparazione di uova, formaggio, burro e patate, con fette di polenta.
Prekmurska gibanica: torta a strati di ricotta, semi di papavero, miele e noci.
Potica, o Putizza: dolce arrotolato e ripieno di noci e miele.
Kremna Rezina: torta tipica di Bled, praticamente identica alla Kinder Paradiso ma davvero ottima.
Miele: prodotto tipico del posto.
Birra: la Slovenia infatti è famosa per le sue coltivazioni di luppolo, dovete assolutamente provare la Lasko, che produce la Zlatorog o la Union.
Vino: anche il vino è un pezzo forte di questa terra, io ho provato il più famoso dei rossi che è il Teran.
Dove mangiare tipico
Io ho mangiato principalmente a Lubiana, ma vi indicherò anche dei posticini nelle altre città:
Lubiana:
Gostilna Stari Tišler, in centro città, cucina tipica ad ottimo prezzo e gentilezza unica.
“Ravioli” di patate con pancetta e asparagiGulaschGostilna Stari Tišler
Čevabdžinica Sarajevo ’84, questo davvero segnatelo, evidenziatelo e se necessario tatuatevelo anche! Parliamo del miglior ristorante provato durante il viaggio dove, con circa 25,00€ in due si può provare un menù a base di piatti tipici davvero sensazionale.
Torta di sfoglia ripiena di cavoli e spezzatino di carneFocaccia con formaggi e salumi tipiciĆevapčići e Salsiccia tipica
Nobel Burek, secondo molti miglior posto dove assaggiare il Burek.
Maribor:
Jack & Joe Steak and Burger Club, dove ho mangiato l’hamburger di carne slovena più buono di sempre.
Pirano:
Tri Vdove, delizioso ristorante di pesce lungomare.
Hamburger di carne slovena da Jack & Joe, a MariborRisotto alla crema di scampi a Vdove, PiranoBurek da Nobel Burek a Lubiana
LOCALINI PARTICOLARI:
Lubiana:
Daktari, locale meraviglioso, con tanti libri alle pareti, per gustare la birra local di cui vi ho parlato.
Crno Zrno, qui è possibile provare caffè molto particolari.
Sta TravelCafè, caffetteria con all’interno un’agenzia di viaggio, con una terrazza deliziosa.
Ptuj:
Vi consiglio di fermarvi per un caffè a Kavarna Bodi e di sfruttare la loro toilette davvero particolare!
Bled:
Café belvedere da cui ammirare il lago di Bled e, se disponibile, dove provare la torta tipica. Noi non l’abbiamo trovata e ci siamo diretti al bar Zaka, lungo lago.
Kavarna BodiKavarna BodiTorta di Bled a ZakaCrno ZrnoTorta GibanicaDaktari
Segnati, ma non provati:
Ptuj: Gostilna Ribic
Jasna Lake: sul lungo lago sono presenti location davvero particolari dove poter consumare un pasto, come una romantica Igloo o una cabinovia.
Lubiana: Klobasarna, dove poter gustare piatti a base della salsiccia tipica.
Igloo Lago JasnaCabinovia Lago Jasna
Dove alloggiare
Se, come me, state affrontando un on the road, la miglior scelta è quella di alloggiare a Lubiana. Economica rispetto le aree glamping, equidistante da tutti i punti di interesse (in un’ora e mezza, massimo due, abbiamo raggiunto sempre tutto), fornita di ogni servizio.
Noi abbiamo scelto un alloggio preso su Airbnb a dieci minuti di macchina dal centro città, ma i parcheggi non mancano e dopo le 19 sono anche gratuiti, quindi per noi è stato comodissimo. Vi lascio il link all’alloggio su Airbnb.
In Slovenia con gli amici a 4 zampe
Con Gastone abbiamo visitato gran parte d’Europa e posso affermare senza alcuna esitazione che la Slovenia è il paese più pet friendly di tutti quelli visti insieme.
In ogni ristorante i cani sono ammessi e ci hanno sempre accolto con biscottini ed acqua per il nostro cicciottello, in giro per la città le fontanelle hanno sempre una ciotola accanto ed è possibile incontrare diverse pasticcerie per cani.
Generalmente, i cani vengono ammessi nei cortili dei castelli, sui mezzi pubblici con la museruola e a Postumia esiste un servizio box dove lasciare il proprio amico a 4 zampe durante la visita, che verrà controllato dal personale addetto.
Periodo migliore per visitarla
Credo che il periodo migliore per visitarla sia tra aprile e giugno, perché molte strade e attrazioni vengono riaperte (ad esempio le gole avevano riaperto da poco), le temperature sono miti e soprattutto non ci sono molti turisti.
Le strade in Slovenia e le regole per circolare
Per circolare in Slovenia dovrete comprare la vignetta in autogrill oppure online.
Per quanto riguarda le strade posso dire che si guida benissimo, sono tenute perfettamente e si trovano parcheggi ovunque.
Cosa serve per andare in Slovenia
Serve il passaporto o la carta di identità valida per l’espatrio.
La moneta in uso è l’euro e non sono necessarie vaccinazioni particolari.
Ricordate, invece, che per i nostri amici a 4 zampe è necessario il passaporto.
La Slovenia è una meta low cost?
Per 5 notti in un appartamento a dieci minuti di macchina dal centro, davvero adorabile, abbiamo pagato 330,00€ in due, incluso il cane e le tasse di soggiorno.
La benzina costa circa 1,50€ ed i pasti nei ristoranti, davvero abbondanti, ci sono costati al massimo 15,00€ a persona.
La spesa più importante la richiedono le colazioni, paradossalmente si rischia di pagare un cappuccino ed una fetta di dolce quasi quanto una cena a 5 portate!
I parcheggi hanno dei prezzi molto variabili, siamo arrivati a pagarli dai 0,70 € ai 6,00 € l’ora. In ogni caso, il sabato e la domenica sono gratuiti.
Secondo me, si tratta di una meta ancora economica.
Assicurazione di viaggio
Vi lascio il link con il 10% di sconto sulla mia assicurazione di viaggio di fiducia (vi basterà cliccare sull’immagine). Considerate che, per 6 giorni in Slovenia, abbiamo pagato circa 16,00 € a persona.
Come sempre, spero che il mio articolo possa tornarvi utile per il vostro prossimo viaggio in Slovenia. Ci vediamo in giro per il mondo!
Oggi voglio dedicare un articolo alla Spagna come paese Sostenibile, un lato di questa nazione che ho scoperto grazie alla collaborazione con l’Ente del turismo spagnolo in Italia, che mi ha fatto capire quanto impegno questo paese sta mettendo per la tutela dell’ambiente e per educare i viaggiatori ad esperienze green.
Che sia attraverso l’implemento di piste ciclabili, il miglioramento dei mezzi pubblici e gli ottimi collegamenti in treno o con investimenti che coinvolgono l’energia verde, come l’eolico ed il solare, il paese è ormai un punto di riferimento per quanto riguarda le politiche ambientali.
Per questo motivo, ho deciso di sostenere la campagna Spagna Green, che prevede la compilazione di un test di pochissime domande, alla fine del quale vi verrà rilasciata una guida in PDF totalmente gratuita, in base al risultato che otterrete. Per fare il test cliccate qui: CHE TIPO DI VIAGGIATORE GREEN SEI.
Per scoprire di più sulla Spagna come paese sostenibile continuate a leggere l’articolo, scritto proprio grazie alle guide pdf ottenibili svolgendo il test.
Valencia – Plaza de la Virgen Valencia – Città della scienza e delle arti Parco di Valencia
Dal punto di vista delle città, la Spagna presenta realtà perfettamente collegate con i mezzi pubblici, ricche di parchi ed aree verdi, dove si percepisce una visione completamente futuristica di realtà urbane che vivono in perfetta connessione con l’ambiente.
Uno degli esiti del test, infatti, potrebbe essere proprio “esploratore delle città sostenibili” e, ovviamente, la guida in PDF non poteva che riguardare la capitale verde d’Europa: Valencia.
Se volete approfondire cosa fare a Valencia ed avere tutte le informazioni necessarie sulla città spagnola, vi basterà leggere il mio articolo.
La Spagna sostenibile per gli amanti della vita all’aria aperta
Il secondo risultato possibile del test “che tipo di viaggiatore green sei”, potrebbe essere “avventuriero della natura“. In questo caso, la guida PDF riguarderà una serie di destinazioni naturali, perfette per chi ama l’attività outdooor.
Tra i consigli troverete le meravigliose Isole Canarie, aree spettacolari come i Pirenei e la Sierra Nevada ed un approfondimento sui parchi naturali:
de Aigüestortes i Estany de Sant Maurici;
de Cabañeros;
de Doñana;
de Garajonay;
de Caldera de Taburiente;
de la Sierra di Guadarrama;
de la Sierra de las Nieves;
de las Tablas de Daimiel;
de los Picos de Europa;
de Monfragüe;
de Ordesa y Monte Perdido;
de Sierra Nevada;
de Timanfaya;
del Teide;
Marítimo-Terrestre de Cabrera;
Marítimo-Terrestre de las Islas Atlánticas de Galicia.
Infine, verranno consigliate dieci attività da fare in natura, ma qui ve ne svelo solo tre:
Las Médulas nel distretto di El Bierzo (Leòn)
Surf a Los Caños de Meca (Càdiz)
Immersioni a Lanzarote
La Spagna offre anche un gusto sostenibile
Terzo ed ultimo risultato possibile del test sarà “Esploratore Gourmet e sostenibile“. La Spagna offre una cucina davvero sensazionale, da italiana posso affermare che è una delle migliori al mondo, soprattutto perchè si base su prodotti a Km 0. A Valencia non si può non assaggiare la paella di pesce, a Malaga le tapas al porto, a Cordoba la Tortilla ed a Barcellona la Bomba de barceloneta.
Ma l’Ente del turismo nella sua guida fa di meglio e mette in risalto l’importanza ed il pregio del vino spagnolo, consigliando da nord a sud numerosi itinerari enoturistici, attraverso visite alle cantine ed i segreti della vinificazione, con corsi di degustazione. Sulle vie del vino è possibile scoprire un immenso patrimonio culturale e naturale: dai luoghi del Don Chisciotte nella Mancia alla moschea di Cordova o il parco naturale della Sierra e i Canyon di Guara.
Gli itinerari enoturistici, soprattutto, offrono l’opportunità di conoscere spazi naturali straordinari e di gustare i prodotti tipici in modo totalmente green.
La bellezza della Spagna del Nord
Al di là della guide, ci tengo anche a parlare rapidamente di una zona della Spagna che negli ultimi sta prendendo sempre più piede nei circuiti dei viaggiatori amanti del green e della sostenibilità: il nord.
Questa zona della Spagna è nota per le montagne dei Pirenei, i suoi pittoreschi villaggi, l’incredibile Costa Verde (Costa delle Asturie) e l’atmosfera incantata delle città costiere come San Sebastian, Santander, Gijón e La Coruña.
Ricordiamo, inoltre, che nel nord della Spagna si trovano anche città come Bilbao e Santiago de Compostela.
Sul sito dell’Ente del turismo spagnolo vengono consigliate anche alcune zone del nord che si possono raggiungere in auto e sono ritenute tra le migliori destinazioni turistiche sostenibili al mondo secondo l’associazione internazionale Global Green Destinations.
Terres de L´Ebre (Catalogna)
El Berguedà (Catalogna)
Pallars Jussà (Catalogna)
Torroella de Montgrí-l’Estartit (Catalogna)
Noja (Cantabria)
Inoltre, viene dedicato anche un articolo a tre delle spiagge più belle della zona:
Spiaggia di Rodiles (Asturie)
Spiaggia Los Locos (Cantabria)
Spiaggia di Barinatxe (Bizkaia)
ASSICURAZIONE DI VIAGGIO
Vi lascio con il link allo sconto del 10% sull’assicurazione di viaggio, senza la quale ormai non parto più (vi basterà cliccare sull’immagine):
Come sempre, spero che questo articolo vi torni utile per il vostro prossimo viaggio in Spagna, ci vediamo in giro per il mondo!
Sono stata a Madrid davvero tanti anni fa, nel 2017. Nonostante questo, ancora oggi ricordo il sapore della miglior paella mai assaggiata (nonostante non sia prettamente tipica di Madrid), l’emozione inspiegabile davanti la Guernica e la meraviglia del Parco del Retiro.
Come ogni città spagnola, anche la capitale incanta per le sue incredibili aree verdi, l’arte che ospita da ogni parte del mondo e la fruibilità di meravigliosi mezzi di trasporto. Nonostante questo, secondo me si distingue dalle altre perle spagnole per aver un’impronta più marcatamente cittadina.
Madrid, inoltre, sta emergendo come un esempio di città impegnata nella sostenibilità ambientale e mi è sembrato perfetto parlarne proprio in occasione del progetto Spagna Green, promosso dall’Ente del Turismo spagnolo in Italia.
Ci tengo a precisare che sono una persona estremamente lenta durante i suoi viaggi e per lenta intendo che voglio godermi ogni cosa. Quindi, anche se ultimamente va di moda dire che si possono visitare le città in poche ore, vi prego di dedicare a Madrid almeno 4 giorni…i suoi musei ed i suoi parchi richiedono la giusta calma.
Vi condivido, quindi, l’itinerario da me seguito nel 2017:
Giorno 1: I must della città
Cattedrale AlmudenaPalazzo RealeOrso di Plaza del Sol
Puerta del Sol: piazza iconica di Madrid, circondata da importanti edifici storici, come la Casa de Correos e la statua dell’Orso e del Miracolo, simbolo della città.
Monastero de las Descalzas Reales: proprio nel centro di Madrid, si tratta di un convento per le donne aristocratiche fondato nel XVI secolo da Giovanna d’Austria. Sono consentite solo visite guidate, fatta eccezione per il mercoledì ed il giovedì dalle 16 alle 18:30 (ma controllate sempre i siti ufficiali).
Plaza Mayor: è una delle piazze più belle e più vivaci della città.
Cattedrale Almudena: molto vicina al Palazzo reale, merita una visita anche solo da fuori.
Giorno 2: tra musei e parchi
Museo del PradoMuseo Reina SofiaParco del RetiroPalazzo di Cristallo
Museo ReinaSofia: è uno dei musei più famosi al mondo come custode d’arte contemporanea, inclusa l’opera iconica di Picasso, la “Guernica“. Davvero imperdibile, ma vi consiglio di prenotare il biglietto in anticipo.
Museo El Prado: parliamo del museo più importante della città, con un numero infinito di opere d’arte di artisti come Velàzquez, Goya e Rubens. Vi consiglio sia di prendere il biglietto con netto anticipo, sia di studiarvi quali opere vedere sul sito del museo, così da non perdervi all’interno.
Gran Via: è una delle strade principali di Madrid, da non perdere una passeggiata tra i suoi negozi.
Plaza de Cibeles: famosa per la sua fontana ed il maestoso Palazzo delle Comunicazioni.
Puerta de Alcalà: arco iconico, merita giusto uno scatto.
Parco del Retiro e Palazzo di Cristallo: per terminare quella che è stata la mia giornata preferita, non poteva mancare una visita ad uno dei parchi più belli che io abbia mai visto ed al suo meraviglioso Palazzo di Cristallo.
Giorno 3: Matteo tra stadi e meraviglia
Tempio di DebodStadio del Real Madrid
Tempio di Debod: il tempio di Debod è una delle attrazioni che più sognavo di vedere a Madrid e non ha deluso affatto le mie aspettative. Tra l’altro è visitabile anche all’interno e, se la memoria non mi inganna, gratuitamente.
Plaza de España: altra piazza simbolica della città, dove sicuramente vi troverete di passaggio.
Stadio del Real Madrid: lo stadio del Real Madrid non mi ha emozionata affatto e, secondo me, anche se sono un’amante del calcio, è evitabile. Matteo non è d’accordo con me, quindi vi lascio comunque il link per il biglietto.
Giorno 4: Il mercato ed i tori
Las VentasLas Ventas
El Rastro: aperto ogni domenica o nei giorni festivi, è un mercato davvero famoso a Madrid. Io l’ho adorato, da non perdere.
Las Ventas: La Plaza de Toros de Las Ventas è la più importante plaza de toros della Spagna, si trova nel quartiere di Salamanca e, anche se non sono una sostenitrice della corrida, ho comunque deciso di visitare questa meravigliosa piazza.
Madrid: 10 idee per gite in treno con partenza dalla capitale
Per darvi un’alternativa, ho deciso di consigliarvi 10 gite fuori porta che potete fare partendo in treno da Madrid:
Toledo: a soli 30/40 minuti da Madrid, è una città dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO ed è nota in tutto il mondo per la sua bellezza inestimabile. Qui si trova anche il Museo di El Greco, dedicato al pittore manierista Doménikos Theotokópoulos (il cui pseudonimo fu proprio El Greco), che visse in questa città per 37 anni, lasciando un’impronta indelebile.
Segovia: a circa un’ora dalla capitale, è famosa per il suo incredibile acquedotto romano, il maestoso Alcázar e la splendida cattedrale gotica.
Ávila: con più o meno 2 ore di viaggio, si raggiunge questa città circondata da mura medievali, dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
El Escorial: a circa un’ora di treno da Madrid, deve essere visitata assolutamente per il suo maestoso monastero ed il palazzo reale.
Cuenca: ad un’ora di distanza, Cuenca è famosa per le sue case appollaiate sulle scogliere e per le “case appese“. Il centro storico è dichiarato Patrimonio dell’Umanità.
Salamanca: sempre a due ore da Madrid si trova Salamanca, con la sua università e la sua vivacità.
Valladolid: a circa un’ora e qualche minuto di treno, è una vivace sede universitaria. La città gode di un’intensa vita culturale. Le sue processioni di Pasqua sono una vera e propria sfilata di opere d’arte sacra e sono state dichiarate di Interesse Turistico Internazionale. Anche il suo Museo Nazionale di Scultura è molto interessante da scoprire.
Aranjuez: a soli 45 minuti, merita una visita per i suoi giardini reali, i suoi palazzi e le sue fontane.
Alcalá de Henares: un’oretta da Madrid e si giunge nella città natale di Miguel de Cervantes, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Chinchón: sempre con un breve viaggio in treno, si può visitare questa perla spagnola poco nota.
Tutte le distanze menzionate fanno riferimento ad un viaggio in treno. Vi consiglio di leggere anche questo articolo sul sito dell’ente del turismo spagnolo, che vi sarà sicuramente d’aiuto: Escursioni da Madrid.
Come arrivare dall’aeroporto in centro e come spostarsi
Per raggiungere il centro città di Madrid dall’aeroporto, ci sono diverse opzioni:
Bus espresso: vi lascio l’articolo dettagliato su questo fantastico servizio di trasporto;
Il treno suburbano, Cercanías, che collega l’aeroporto con varie stazioni nel centro di Madrid. La linea C-1 parte dall’aeroporto e passa per stazioni come Atocha e Chamartín, il viaggio dura circa 25-30 minuti.
La primavera e l’autunno sono considerati i periodi ideali per visitare la città, con temperature medie che oscillano tra i 15°C e i 25°C.
Vi ricordo, invece, che Madrid è caratterizzata da inverni molto freddi (io ho trovato la neve anche a Marzo) ed estati davvero caldissime.
Dove alloggiare/mangiare a Madrid
Madrid è una città abbastanza tranquilla, la miglior soluzione è alloggiare sulla Gran Via se si vuole avere tutto a portata di mano, ma in ogni caso la metro funziona ottimamente.
Io, personalmente, ho alloggiato all’Hotel Los Condes e mi sono trovata molto bene.
Anche per il cibo a Madrid non avrete grandi problemi, ma mi raccomando di provare il ristorante La Paella de la Reina 39, dove ho mangiato una paella incredibile, nonostante non sia il piatto tipico della città.
Progetto Spagna green: Madrid sostenibile
Madrid è una città impegnata nella sostenibilità ambientale, infatti promuove trasporti pubblici, le piste ciclabili e la pedonalizzazione di alcune aree urbane. Inoltre, punta sull’adozione di energie rinnovabili e la sensibilizzazione sulla gestione dei rifiuti. Anche la presenza di meravigliosi parchi e destinazioni naturali raggiungibili in treno, la rendono una meta assolutamente green.
Se volete aiutare la Spagna e Madrid a portare avanti nel migliore dei modi la loro missione ambientale, vi consiglio di effettuare il test “SCOPRI CHE TIPO DI VIAGGIATORE GREEN SEI”, promosso dall’Ente del Turismo Spagnolo in Italia, per incoraggiare i viaggi sostenibili in questo paese, che sempre di più sta raggiungendo risultati incredibili sul tema del rispetto ambientale.
Sapete benissimo che per me è impensabile partire senza assicurazione di viaggio, per questo motivo vi lascio il link per provare quella a cui mi affido abitualmente io, con il 10% di sconto (vi basterà cliccare sull’immagine qui sotto).
Come sempre, spero che questo articolo vi torni utile per il vostro prossimo viaggio a Madrid, ci vediamo in giro per il mondo!
Questo week end l’ho passato tra i vicoli bianchi di Sperlonga e mi sono resa conto di quanto poco io mi dedichi alla mia regione. Così, ho deciso di scrivere questo articolo sul borgo sul mare che più di tutti mi ricorda la Grecia e che posso raggiungere con due ore di macchina da Roma.
Sperlonga è davvero uno dei miei posti preferiti in assoluto nel Lazio, si tratta di un borgo silenzioso, dove i vicoletti bianchi invogliano a camminare all’infinito e gli affacci sul mare tolgono il fiato. Qui, il profumo del mare e la poesia antica la fanno da padrone. Non si può descrivere la pace che mi pervade mentre cammino tra i negozietti di souvenir, con il suono delle onde del mare in sottofondo.
Piccolo consiglio fuori dal coro: visitate Sperlonga in primavera o in autunno. Chiaramente, il mare è davvero bellissimo e merita un bagno estivo, ma per trovare il borgo non affollato vi sarà necessario puntare su una visita fuori stagione. Considerate anche che in aprile i romani si buttano comunque al mare!
Sperlonga si trova in provincia di Latina, a circa due ore da Roma. Nei dintorni si trovano anche San Felice Circeo, Terracina e Gaeta e tutte insieme queste perle vanno a costituire la parte più bella del litorale laziale, almeno a mio modesto parere.
Dalla capitale, di solito, si percorre la strada Pontina. Vi consiglio di evitare i giorni di festa o le domeniche estive, perchè è una delle mete più amate dei romani: quindi, il traffico è assicurato.
Arrivati al paese dirigetevi direttamente verso il parcheggio multipiano. Attenzione: il piano terra è riservato ai residenti, quindi ricordate di parcheggiare al livello sopraelevato.
Cosa non perdere durante una passeggiata in uno dei borghi più belli d’Italia
Sperlonga è entrata a far parte dei circuito “IBorghi più belli d’Italia“, grazie alle sue casette bianche, le stradine strette e suggestive ed i suoi belvedere mozzafiato sul mare.
Assolutamente da non perdere quando si visita questa meraviglia laziale, oltre le sue spiagge meravigliose:
La Villa di Tiberio
Il Museo Archeologico Nazionale
La “Torre Truglia”
La chiesa di Santa Maria di Sperlonga
I vicoli del centro storico.
Inoltre, è bene ricordare che Sperlonga è stata Bandiera Blu per oltre 20 anni, grazie all’indescrivibile bellezza del suo mare.
Ovviamente, anche le specialità della casa non posso mancare durante un tour in questo splendido borgo. Vi consiglio, quindi, di provare un’ottima zuppa di pesce, le verdure locali, il Sedano Bianco di Sperlonga ed il suo famoso pesce azzurro.
Se poi amaTE vedere i borghi in festa, non mancate di visitare Sperlonga durante le feste dei Santi Patroni della città, S. Rocco e S. Leone.
Sperlonga e l’Odissea
Il borgo, oltre che per la sua indescrivibile bellezza, è reso famoso anche dal suo mistero “mitologico”. Infatti, secondo la leggenda, la zona corrisponderebbe all’antica città di Amyclae, fondata dai Lacooni. In realtà, da storia certa, risulta che furono i romani ad insediarsi per primi cin questo angolo di pura magia.
Inoltre, le grotte della zona risultano le protagoniste della storia di Ulisse e di Circe, insomma, è un borgo che urla “mitologia greca!”.
Per questo motivo, passeggiando per le vie del borgo, è possibile trovare frasi o riferimenti all’Odissea sui suoi muri. Questo perché nell’ottobre 2023 è nato il progetto di Sperlonga Turismo, che prevede di integrare questi murales su Ulisse e gli altri protagonisti.
Come sempre, spero che questo articoli vi possa tornare utile e vi abbia ispirato un’altra idea di viaggio o gita fuori porta. Ci vediamo in giro per il mondo!
Oggi voglio parlarvi della città spagnola che più ho amato in assoluto, non tanto per la sua bellezza (indiscutibile, ma come per tutte le città spagnole), quanto per la sua vivibilità: VALENCIA.
Sono stata in questo gioiellino per ben due volte ed ogni volta mi sono trovata a pensare: questo è proprio il posto in cui vivrei. Il mare in piena città, la bellezza del centro storico, la possibilità di spostarsi senza macchina e l’ottimo cibo mi hanno completamente conquistata.
Parliamo di una meta adatta davvero a chiunque, famiglia con bambini grazie ai suoi parchi e musei interattivi, ragazzi e gruppi di amici per i suoi locali e la vitalità spagnola, le persone più anziane per la tranquillità dei parchi e le coppiette grazie agli scorci romantici.
Comunque, qualche giorno fa ho fatto il test proposto dall’ente del turismo spagnolo in Italia per il progetto Spagna Green ed ho potuto scaricare gratuitamente una guida PDF proprio su questa città, così mi son detta: quale occasione migliore per rispolverare i ricordi di uno dei miei viaggi più belli e scriverci un articolo?
Valencia è una città che offre davvero una vastità incredibile di possibilità: che voi siate appassionati di natura, mare, storia o scienza…qui troverete di tutto! Tra l’altro, quest’anno è stata nominata, dalla Commissione Europea, capitale verde d’Europa…quindi, scegliere questa città come meta del proprio viaggio significa anche fare una scelta assolutamente green!
Di base, nella mia testa, ho sempre diviso questa città in tre mega aree:
Mare
Centro storico
Città della scienza e delle arti
Con questa suddivisione in testa, partiamo da un itinerario base, costruito sulla base dei miei due viaggi qui e poi, con l’aiuto guida fornita dall’Ente del turismo spagnolo in Italia, approfondiamo l’itinerario:
Giorno 1: Giro città per riposare
Il primo giorno mi sono dedicata ad un semplice giro in città, per ambientarmi. In generale, faccio sempre così per assorbire le vibes di una destinazione ed è stato subito amore con la mia Valencia. Nel mio giretto, comunque, ho visto:
Mercat Colon, dove provare qualche delizia tipica;
Placa de l’Ajuntament;
Placa de la Reina e la Cattedrale;
Placa de la Virgen;
Chiesa di San Nicola;
Torri des Serrans;
Barrio del Carmen;
Lonja de la Seda, una delle tappe più belle e assolutamente impedibili in città.
Mercato Centrale;
Cena a Barrio del Carmen.
Giorno 2: La città della scienza e delle arti
Il secondo giorno ho messo in programma solo la visita alla famosissima città della scienza e delle arti di Valencia, opera dell’architetto valenciano Santiago Calatrava, che è uno dei maggiori complessi di divulgazione scientifica e culturale d’Europa. È composto da varie arie, tra cui:
Oceanografic, uno degli acquari più belli d’Europa. Io sono solita evitare certe attività, ma a Valencia gli animali in questo aquario vengono salvati e curati, quindi l’ho visto sotto un’altra prospettiva.
Museo delle scienze Principe Felipe, dove potrete svolgere una serie di attività divertentissime.
Palau de les art Reina Sofia;
Agorà;
Ponticello Assud;
Umbracle.
Il mio consiglio più spassionato è di dedicare un’intera giornata al complesso e fare un biglietto combinato su get your guide per entrare in più musei possibili. Io ho visitato Oceanografic, Hemisferic ed il Museo delle scienze e ne è valsa davvero la pena.
Tra l’altro, all’interno della città è possibile fare anche attività come la canoa o rotolare all’interno di palle di gomma sull’acqua (vedi foto due in alto, ma rispettatemi per il coraggio di perdere la dignità così pubblicamente).
Giorno 3: tra graffiti e parchi unici
Il terzo giorno mi sono dedicata alla scoperta della città nel suo lato più “creativo”, passeggiano per il Jardì del Turia, facendo lo scivolo a Parc Gulliver (foto 1, parco con le giostre che sono vere e proprie opere architettoniche) e fotografando i graffiti infiniti di Barrio del Carmen (davvero da non perdere). E poi, per amore del mio fidanzato, ho anche visitato lo stadio del Mestalla, non male tutto sommato.
Giorno 4: riposo in spiaggia
Ultimo giorno prima di partire alla volta di Minorca (e mica pensavate che tornavo a casa come le persone normali?) e l’ho passato in spiaggia, godendomi il lungo mare di Valencia e soprattutto la VERA PAELLA (sì, perchè la vera paella è Valenciana). Qui vi raccomando di non perdere le spiagge di Las Arenas e La Malvarrosa, anche se il mare di Valencia non è tra i più belli mai visti, devo essere onesta.
Spunti presi dalla guida scaricata grazie al test SPAGNA GREEN: Dopo aver scaricato la guida di Spagna Green ho segnato alcuni posti che ancora non ho visto in città e lascio anche a voi:
Parco Naturale dell’Albufera;
Orto Botanico;
Quartiere San Fancisco.
Come arrivare in centro dall’aeroporto e come spostarsi
Facendo parte dell’Unione Europea ed aderendo all’accordo di Schengen, per Valencia è necessario solo il passaporto o alternativamente una Carta di Identità valida per l’espatrio. Chiaramente, nessuna vaccinazione e la moneta in uso è l’euro.
Io, da Roma, l’ho raggiunta con Ryan Air ma ci arrivano anche Vueling e Wizz Air. In ogni caso, si tratta di una delle città più facilmente raggiungibili in aereo, infatti sono davvero tante le compagnie che la servono.
Per arrivare dall’aeroporto di Valencia al centro ci sono diverse possibilità:
Metropolitana (scelta da me): La Linea 5 Aeropuerto/Torrent Avinguda- Neptú e la Linea 3 Aeropuerto / Palmaret- Rafelbunyol (Metrovalencia). Il costo è di circa 4,80 €, più 1 € per la tessera (è gratuito con la Valencia Tourist Card). Ci vogliono circa 20 minuti.
Autobus: La Linea 150 Valencia – Manises – Aeropuerto. Ci vogliono più o meno 40 minuti ed il costo è di circa 1,45€.
Taxi: non avendolo provato in prima persona non posso confermare durata e prezzo del servizio.
Per quanto riguarda gli spostamenti interni alla città, ricordate che Valencia è davvero ben collegata con metro ed autobus, inoltre è ricca di piste ciclabile e noleggi biciclette. Io, personalmente, ho amato girarla interamente a piedi.
Quando visitare Valencia
Onestamente non esiste una stagione migliore per visitare Valencia, infatti è una città ricca sia di attrazioni adatte alla stagione calda che a quella fredda. Non spiccando per la bellezza del mare vi consiglierei di visitarla in primavera, in occasione della sua festa più importante: le Fallas, che è stata anche iscritta nell’elenco del Patrimonio Culturale Immateriale dall’UNESCO. Alternativamente, vi consiglierei mesi come aprile o maggio, settembre od ottobre. Sicuramente, sarebbe meglio evitare agosto sia per le alte temperature, che per il grande afflusso di turisti e quindi per i prezzi più elevati.
Per quanto riguarda le tempistiche, secondo me Valencia può essere vista nel dettaglio in 4 giorni. Ovviamente, amando particolarmente le vibes della città, vi consiglieri di passarci anche più tempo.
Dove alloggiare/dove mangiare
In generale, Valencia è una città molto tranquilla, quindi non bisogna prestare particolare attenzione alla zona dell’alloggio. Inoltre, è anche molto ben collegata, quindi è davvero una città “facile” da girare.
A suo tempo, io ho alloggiato all’Hotel NH Ciudad de Valencia, molto comodo per la posizione, ma ad oggi probabilmente riuscirei a trovare anche qualcosa di più economico. Ricordate sempre di trovare un alloggio strategico tra le tre macro aree centro – mare – città della scienza e delle arti”.
Per quanto riguarda il cibo, oltre i tradizionalissimi della cucina spagnola, due sono le cose che proprio non potete perdere secondo me a Valencia:
La Paella di pesce vista mare;
L’orzata, deliziosa bevanda a base di cipero dolce, e accompagnala con dei fartons, morbidi dolcetti ricoperti di zucchero.
Ricordate, inoltre, che in città esistono due mercati davvero notevoli dove mangiare benissimo e tipico: IlMercato Centrale e lo storico Mercato di Colón.
Spagna Green: come avere una guida gratuita sulle mete green spagnole
Come vi dicevo, ho deciso di scrivere questo articolo su Valencia ispirata dalla guida, gratuita in pdf, scaricata dopo aver fatto il test “SCOPRI CHE TIPO DI VIAGGIATORE GREEN SEI”, promosso dall’Ente del Turismo Spagnolo in Italia, per promuovere i viaggi sostenibili in questo paese, che sempre di più sta raggiungendo risultati incredibili sul tema del rispetto ambientale.
In realtà, esistono tre diverse guide scaricabili e tutto dipenderà dal risultato che uscirà al vostro test. Vi consiglio vivamente di provarlo, sia perchè sosterrete un’iniziativa splendida, sia perchè otterrete la guida gratuita con consigliate delle mete perfette per il vostro modo di viaggiare: FAI IL TEST SCOPRI CHE TIPO DI VIAGGIATORE GREEN SEI.
Assicurazione di viaggio: come avere uno sconto del 10%
Come sempre, vi raccomando di viaggiare assicurati. Pensate che io a Valencia sono stata davvero davvero male e all’epoca mi avrebbe fatto molto comodo conoscere l’assicurazione Heymondo. Vi lascio qui l’immagine dove vi basterà cliccare per avere il 10% di sconto:
Chi mi legge da un po’ lo sa, chi mi legge solo da oggi lo scoprirà presto: sono un’amante della terra della sangria, dei parchi naturali e della Sagrada Familia. Per questo, quando l’Ente del Turismo Spagnolo in Italia mi ha fatto sapere del lancio dell’iniziativa Spagna Green, ho subito deciso di collaborare per promuovere questa splendida idea!
Nella mia vita, da quando sono piccola, sono spesso stata in Spagna. Non vi dico questo per vantarmi, ma per spiegare perchè sono così legata a questo paese: ho visto le acque splendide di Minorca, ho respirato l’aria pulita di Valencia, mi sono persa tra i parchi di Madrid e Barcellona, ho viaggiato in treno tra Malaga, Granada, Cordoba e Siviglia e mi sono innamorata di questi luoghi incredibili.
Ora come non mai, inoltre, sono fiera della mia Spagna per essere ormai in posizione stabile tra le mete migliori per chi sceglie la sostenibilità, tanto che Valencia è stata nominata, dalla Commissione Europea, capitale verde d’Europa!
La Spagna è il paese con il maggior numero di spazi dichiarati riserva della biosfera dall’UNESCO al mondo, lo sapevate?
Chi ha avuto la fortuna di visitarla, comunque, pur non sapendo con esattezza scientifica questo dato se ne sarà reso conto: infatti, parliamo di una terra dove coesistono vulcani, montagne, zone pianeggianti e aree marine incredibili.
Le stesse città, prima tra tutte Valencia, si impegnano moltissimo per diventare il più possibili rispettose dell’ambiente. Infatti, i mezzi pubblici spagnoli funzionano benissimo, le metropoli sono ricche di parchi e aree verdi incredibili e sempre di più si stanno sviluppando percorsi ciclabili per limitare al minimo l’utilizzo delle auto.
Anche politicamente, il paese si è impegnato con la Strategia Spagnola per lo Sviluppo Sostenibile approvata nel 2007 e con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, approvata dall’ONU nel 2015.
Spagna Green: di cosa si tratta
Spagna Green è un’iniziativa lanciata dall’Ente del Turismo Spagnolo in Italia, che vuole coinvolgere noi viaggiatori, sensibili al tema della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente, con un breve e semplice test da compilare.
Le domande del test sono volte a scoprire che tipo di viaggiatori green siamo e, al suo esito, viene regalata una guida pdf, scaricabile gratuitamente, in cui vengono consigliate le mete spagnole più adatte in base alle risposte date.
I passi da rispettare sono i seguenti:
1 Registrarsi con una mail o tramite Facebook;
2 Rispondere al test;
3 Leggere la risposta e scaricare la guida con le attività consigliate;
4 Condividere sui social la risposta. Non è obbligatorio, ma molto utile per diffondere questa splendida iniziativa.
Per comprendere meglio quanto la Spagna sia una meta green ma, soprattutto, da tutelare, ecco qualche numero preso direttamente dal sito Spain.info:
La superficie totale delle aree naturali in qualche modo protette in Spagna supera i 30 milioni di ettari;
53 spazi dichiarati riserva della biosfera;
15 geoparchi;
4 parchi nazionali dichiarati Patrimonio Mondiale (Doñana, Teide, Garajonay e Monte Perdido);
15 spazi certificati per la qualità del cielo per l’osservazione delle stelle;
30 spazi naturali, circa, accreditati dalla Carta europea del turismo sostenibile (CETS);
16 parchi nazionali.
Come sono la fauna e la flora della Spagna?
Come è risaputo, la Spagna è uno dei paesi con la maggior biodiversità al mondo, ospitando circa 70.000 specie animali, tra cui il lupo, l’orso bruno, il gatto selvatico, la lince iberica, il cervo e il cinghiale. Inoltre, la Spagna è uno dei luoghi migliori per dedicarsi all’ornitologia.
Anche per quanto riguarda la vegetazione, grazie al suo ambiente così vasto e diversificato, il paese vanta più di 10.000 specie di piante diverse, con orti botanici e parchi incredibili visitabili anche nelle grandi città e le Isole Canarie che sono così complete e vaste da potersi considerare come microsistemi a parte.
Insomma, se quest’anno siete intenzionati a fare un viaggio green, la vostra meta è sicuramente la Spagna ed il test SPAGNA GREEN sarà sicuramente di grandissimo aiuto nel pianificare la vostra avventura.
Come sempre spero di esservi stata utile con questo articolo e se avete domande non esitate a contattarmi, ci vediamo in giro per il mondo!