DONNE VIAGGIATRICI: Il mondo per noi è diverso.

Oggi è la giornata contro la violenza sulle donne ed io mi chiedo: Cosa si intende per violenza? Noi donne viaggiatrici rientriamo nella categoria di donne da difendere? Perchè per una donna che decide di viaggiare il mondo è così diverso da quello aperto a qualunque uomo?

Noi dobbiamo stare attente a dove andiamo. Dobbiamo controllare prima se quella città è sicura, le statistiche di stupro, se i locali sono sicuri, se ci sono leggi particolarmente sessiste.

Noi dobbiamo fare gruppo, allearci, guardarci da lontano.

Ricordo le raccomandazioni per la metro di notte nella mia città: cercate di stare in un vagone con altre donne, possibilmente vicine all’autista. Responsabilità mia evitare il mostro, colpa mia se non sto attenta.

Veniamo guardate male spesso quando camminiamo da sole, ci insegnano a diffidare degli sconosciuti gentili. E se poi decidiamo di sorridere…colpa nostra.

Penso al mio primo viaggio da sola a 18 anni, un viaggio solo ragazze, fatto di entusiasmo e curiosità. Mi ricordo, però, anche tutte le raccomandazioni dei genitori preoccupati.

Ripenso ad Alessia (https://alleyoop.ilsole24ore.com/2022/10/06/alessia-piperno-2/), alla rabbia e alla cattiveria contro di lei. Proprio oggi, nella giornata contro la violenza sulle donne, quando tutti quelli che speravano fosse lasciata perire in un carcere straniero condividono scarpe rosse, penso a lei. Alessia che poteva essere Giulia, Veronica, Sara. Penso ad Alessia che poteva essere me.

Penso a quella ragazza che come me in Irlanda ha ballato spensierata in un pub con altri ragazzi e magari non ha incontrato lo stesso gruppo bonaccione ed è finita male. Immagino i titoli di giornale su quanto sia stata sprovveduta a volare da sola dall’altra parte d’Europa e bere perfino della birra in un pub!

Oggi, giornata in cui tutti difendono noi donne, non posso fare a meno di chiedermi se stanno difendendo anche me, se lotterebbero anche per me.

Perchè io sono una di quelle terribili donne che parla agli sconosciuti, anzi lo devo ammettere: Io sorrido alle persone per strada. Addirittura, a questo punto mi devo confessare, a volte in estate indosso i pantaloncini.

Oggi io mi sento di dirvi che il titolo di giornale riservato a me sarebbe questo: Ragazza che lo merita, parlava con uomini sconosciuti, ballava per strada e più di una volta è partita all’improvviso. Ha perfino visitato paesi oltre i 100 KM dall’Italia, ma come si fa?

E allora io oggi non voglio unirmi al gruppo delle scarpe rosse con tacco. Oggi voglio rivolgermi alle donne con le scarpe da trekking, le infradito e a volte addirittura scalze. Voglio dirvi che anche io mi fido delle persone e sono profondamente convinta che questo mondo sia bellissimo. E non è colpa mia, anzi è merito mio e dei viaggi se sono riuscita a proteggermi da tanta sfiducia.

Io voglio raccontarvi del signore irlandese che mi ha accompagnata sulla cima più alta della montagna con il respiratore attaccato per scattarmi una foto. Voglio ricordare il signore greco che ha passato la giornata a cucinare una disgustosa ma dolcissima torta tipica per me, per il mio amore per il cibo. Quella volta in cui a cena a Londra mi sono ritrovata circondata di ragazzi da tutto il mondo in cui ho insegnato l’italiano. E la volta che ho ballato sulla Rambla con un cantante sconosciuto.

Perchè è questo che ci insegna il viaggio: La fiducia, l’ottimismo, la curiosità, la condivisione.

Chi viaggia è diverso, ha negli occhi attimi di felicità e serenità, sorrisi da ogni parte del mondo ed insegnamenti di amore. Le donne viaggiatrici non hanno paura, loro conoscono l’amore e la bellezza, questa non può essere una colpa.

Quindi vi prego, siate curiose, siate quel tipo di donne che non si vittimizzano ma hanno il coraggio di vivere, perchè non è una nostra responsabilità o colpa se questo mondo non è pronto per noi.

E per mondo non intendo certo quello nel senso più stretto del termine, perchè non esiste montagna o mare che mi abbia mai guardato male. Per mondo intendo quel gruppo di persone che sente la necessità di ricordarci che non avendo mai vissuto realmente si è tenuta al sicuro. Buon per loro.

Ma io devo vedere il Perù, l’America, l’Africa e tutto il resto. Io voglio ancora perdermi in Olanda e ritrovare la strada grazie alle indicazioni dei ragazzi del posto, crogiolarmi nei ricordi di serate pugliesi fatte di risate e focaccia.

Non ci voglio rinunciare e non posso, questo mondo è anche mio.

Io non ho capito cosa si intende per violenza nelle foto con le scarpe rosse, ma decidere che una donna con lo zaino in spalla sia una che se la cerca, è violenza. Ritenere che noi donne viaggiatrici non possiamo fare delle cose, è violenza. Sostenere che il bisogno di libertà sia un capriccio, è violenza. Affermare che la ricerca della felicità è una follia, è violenza.

E allora alzo le spalle e ve lo dico a gran voce: Io sì! Me la sono cercata! Me la sono cercata e me la sono presa la vita!

Ora vado a fare lo zaino che c’è quel mondo pazzesco che mi aspetta e spero di incontrare ancora migliaia di donne viaggiatrici come me, libere di andare dove vogliono, quando vogliono e come vogliono.

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