Durante il mio viaggio in Normandia, una delle cittadine che mi ha colpita di più è stata Bayeux, un piccolo gioiello dal sapore medievale, perfettamente conservato e facilmente visitabile a piedi.
Un luogo che riesce a far convivere con eleganza storia, arte e cultura, circondato da paesaggi che sembrano usciti da un libro illustrato. Che sia la vostra prima volta in Normandia o che stiate seguendo un itinerario sulle spiagge dello sbarco, Bayeux è una tappa che merita assolutamente.
Dove si trova Bayeux e perché è famosa
Bayeux si trova nel dipartimento del Calvados, nella regione francese della Normandia, a circa mezz’ora di macchina da Caen e poco distante dalle celebri spiagge dello sbarco. È facilmente raggiungibile anche in treno, con collegamenti diretti da Parigi Gare Saint-Lazare, e può essere un’ottima base per esplorare il territorio.
La città è conosciuta in tutto il mondo per l’Arazzo di Bayeux, un capolavoro medievale lungo oltre 70 metri che racconta la conquista normanna dell’Inghilterra nel 1066. Ma non è tutto: in estate, Bayeux si anima anche con uno spettacolo di luci e proiezioni notturne che illuminano le facciate storiche del centro, trasformando una semplice passeggiata in un’esperienza magica.
Curiosità: Bayeux è stata la prima città francese liberata dagli Alleati dopo lo sbarco in Normandia nel 1944 e oggi conserva una memoria viva e rispettosa di quel momento storico.
Cosa vedere a Bayeux
Il centro storico di Bayeux è un vero incanto. Le stradine acciottolate, i balconi fioriti, i mulini sull’acqua e le case a graticcio raccontano secoli di storia in ogni dettaglio. Ecco alcune tappe imperdibili da includere nel vostro itinerario.
L’Arazzo di Bayeux
Conservato in un museo dedicato, l’arazzo è una meraviglia da ammirare con calma. La narrazione, suddivisa in decine di scene, è accompagnata da una guida audio che ne spiega i dettagli passo dopo passo. Anche chi non è appassionato di storia rimane incantato da questa testimonianza così antica e sorprendentemente attuale.
La Cattedrale di Notre-Dame
Un’imponente cattedrale gotica nel cuore della città, costruita tra il XI e il XIII secolo. L’interno è maestoso, con vetrate colorate e archi svettanti, mentre all’esterno la sua sagoma domina tutto il centro storico. Al tramonto, la luce la avvolge in un’aura davvero suggestiva.
Il Giardino Botanico e il Mulino sull’Aure
Poco fuori dal centro si trova il Giardino Botanico, perfetto per una pausa rilassante tra alberi secolari e aiuole curate. Passeggiando lungo il fiume Aure, si arriva al mulino a ruota, uno degli scorci più fotografati della città.
Gli spettacoli serali di luci
Durante la bella stagione, Bayeux organizza uno spettacolo notturno di proiezioni artistiche su alcuni edifici storici. Il percorso si snoda tra le piazze, passando per la cattedrale e il museo, ed è un’ottima occasione per vivere la città anche di sera.
Museo della Battaglia di Normandia
Perfetto per chi vuole approfondire la storia dello sbarco, questo museo offre un’esposizione ben curata di veicoli, divise, oggetti d’epoca e testimonianze. Si trova a pochi passi dal centro, ed è adatto anche ai più giovani.
Dove mangiare a Bayeux
Bayeux è piena di ristorantini deliziosi dove assaggiare le specialità della Normandia. Uno dei miei preferiti è L’Établi, un bistrot moderno con atmosfera accogliente e piatti niente male.
Il personale è cordiale, il servizio veloce e l’ambiente perfetto sia per un pranzo veloce che per una cena più rilassata.
Cosa vedere nei dintorni di Bayeux
Uno dei motivi per cui Bayeux è così apprezzata dai viaggiatori è la sua posizione strategica, perfetta per esplorare alcune delle località più significative della Normandia.
Le spiagge dello sbarco
A pochi chilometri da Bayeux si trovano le celebri spiagge dello sbarco, come Omaha Beach, Gold Beach e Juno Beach, luoghi simbolo dello sbarco alleato del 6 giugno 1944. Lungo la costa troverete anche memoriali, musei e cimiteri militari, come quello americano a Colleville-sur-Mer, che invita al silenzio e alla riflessione.
Caen
A meno di 30 minuti da Bayeux, Caen è una città vivace e ricca di storia. Da non perdere il Castello, le Abbazie fondate dal duca normanno e il Memoriale di Caen, uno dei musei più completi dedicati alla Seconda Guerra Mondiale. Se avete tempo, fermatevi anche per una passeggiata nel centro pedonale e magari una crêpe in una delle tante brasserie locali.
Dove alloggiare
Durante il mio viaggio in Normandia ho scelto di alloggiare proprio a Bayeux, in un piccolo B&B gestito da privati. Una casa in pietra con giardino, arredamento curato nei minimi dettagli e colazione fatta in casa: il soggiorno è stato davvero piacevole, rilassante e comodo. E questo è uno dei motivi per cui vi consiglio di cercare una sistemazione direttamente nella cittadina.
Bayeux è una base perfetta per visitare tutta la zona dello sbarco, perché è ben collegata con le spiagge e le strade principali, ma allo stesso tempo vi permette di rientrare ogni sera in un ambiente tranquillo e affascinante. Inoltre, la sera si respira una bella atmosfera: qualche bistrot, una passeggiata sotto la cattedrale illuminata, e la sensazione di trovarsi in un piccolo mondo a parte.
Come raggiungere Bayeux: in auto è sempre la scelta migliore
Se state programmando un viaggio in Normandia e magari volete abbinarlo alla Bretagna, il mio consiglio è quello di muovervi in auto. In questo modo avrete la libertà di seguire i vostri tempi, fermarvi in paesini meno noti e percorrere strade panoramiche che, credetemi, sono già di per sé una parte del viaggio.
Potete partire direttamente da casa con la vostra macchina, oppure arrivare in aereo a Parigi e da lì noleggiare un’auto. Io utilizzo sempre DiscoverCars, che permette di confrontare facilmente le tariffe di diverse compagnie, filtrare in base a franchigia, chilometri, tipo di veicolo e leggere le recensioni. In poche parole, si trovano buone occasioni anche last minute e si evitano brutte sorprese:
Da Parigi a Bayeux ci vogliono circa tre ore di macchina, passando per Caen. Le strade sono ben tenute e scorrevoli e vi garantisco che ne vale la pena anche solo per le campagne che attraverserete.
Assicurazione di viaggio in Francia: serve davvero? E come funziona?
Una domanda che mi fate spesso è: “Serve fare un’assicurazione di viaggio se si va in Francia?” La risposta, per me, è sempre sì. E vi spiego perché.
Sì, siamo in Europa e con la Tessera Sanitaria Europea (TEAM) si ha diritto all’assistenza sanitaria pubblica alle stesse condizioni dei cittadini francesi. Tuttavia, nella pratica, molti medici o strutture possono chiedere il pagamento anticipato della visita o della prestazione, che andrà poi rimborsata una volta rientrati in Italia. La Farnesina stessa, sul sito Viaggiare Sicuri, sottolinea che non tutti i costi sono coperti.
Io mi affido da anni a Heymondo, che ha diversi pacchetti, massimali elevati, copertura per cancellazione, assistenza 24h su WhatsApp e anche rimborso diretto delle spese mediche, così non dovete anticipare nulla. La cosa bella è che per chi legge il mio blog c’è anche un codice sconto del 10%, vi basterà cliccare sull’immagine qui sotto:
Serve l’assicurazione di viaggio per la Francia? Sì, e ti spiego perché
Anche se la Francia fa parte dell’Unione Europea e quindi i cittadini italiani possono usufruire dell’assistenza sanitaria pubblica tramite la Tessera Sanitaria Europea (TEAM), io consiglio sempre di viaggiare con un’assicurazione sanitaria aggiuntiva, anche solo per qualche giorno.
📌 E come funziona l’assistenza sanitaria pubblica in Francia per i cittadini europei? Secondo il sito Viaggiare Sicuri del Ministero degli Affari Esteri e l’Ente del Turismo Francese, i cittadini in possesso della TEAM hanno diritto all’accesso alle cure mediche essenziali in Francia, ma:
In alcuni casi può essere richiesto il pagamento anticipato della prestazione sanitaria, che andrà poi rimborsato in Italia con le modalità previste dall’ASL di riferimento.
Non sono incluse alcune prestazioni extra.
Il rimborso completo non è garantito, e i tempi possono essere lunghi.
Per questo motivo, anche in Europa, avere una polizza privata resta sempre la soluzione più prudente.
Organizziamo insieme il vostro viaggio in Normandia
Come Travel Designer certificata, posso aiutarvi a costruire un itinerario su misura per scoprire Bayeux e i suoi dintorni in base ai vostri gusti, al tempo a disposizione e all’esperienza che cercate.
Ho viaggiato per quasi un mese in macchina attraverso la Francia, esplorando proprio queste zone in prima persona e posso offrirvi sia una consulenza sulla destinazione che un accompagnamento nella progettazione vera e propria del viaggio o anche l’organizzazione completa.
Per farlo, basta compilare il modulo nella sezione Contatti del mio blog. Vi ricontatterò al più presto per iniziare insieme a progettare un viaggio che rispecchi esattamente ciò che desiderate. Che si tratti di scoprire le spiagge dello sbarco, gustare la cucina normanna o vivere un weekend immersi nella storia, troveremo il modo di trasformare ogni idea in realtà.
Durante il mio viaggio in Marocco per festeggiare il mio addio al nubilato, una giornata l’abbiamo dedicata a Essaouira, una tappa che bisognava includere nel nostro itinerario.
Perché proprio Essaouira? Perché è la perfetta sintesi di tre delle cose che amo di più: il colore blu, il mare e il Trono di Spade. Essaouira, infatti, è una delle città marocchine più affascinanti, conosciuta per le sue casette bianche e blu che si affacciano sull’oceano, un’atmosfera tranquilla e rilassata che contrasta con la vivacità di Marrakech e per essere stata una delle location della celebre serie fantasy (e qui la fan che è in me non poteva proprio resistere!).
Proprio per questo motivo, le mie amiche hanno pensato di organizzare un’escursione a Essaouira tramite GetYourGuide, un’esperienza che consiglio vivamente a chiunque stia pianificando un viaggio in Marocco.
Anche se avrei voluto avere più tempo per esplorarla con calma, devo dire che in poche ore ho comunque respirato l’anima autentica di questa cittadina. Il mare, il vento tra i capelli, le barche colorate al porto, i bastioni a picco sull’oceano, il profumo del pesce alla griglia che si sente ovunque: tutto parla di libertà, bellezza e cultura.
Essaouira mi è rimasta nel cuore.
Dove si trova Essaouira e perché è così speciale
Essaouira si trova lungo la costa atlantica del Marocco, a circa 190 chilometri a ovest di Marrakech. È una cittadina costiera affacciata direttamente sull’oceano, protetta da bastioni in pietra e da una cinta muraria che regala viste spettacolari sul mare.
Questa destinazione è famosa per diversi motivi: il primo è sicuramente il suo centro storico, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Ma Essaouira è anche nota per il suo porto di pescatori, le sue spiagge ventose perfette per chi pratica kite o windsurf e la medina ricca di colori, stoffe, botteghe e gallerie d’arte. È una delle città più amate dagli artisti, e non è raro imbattersi in laboratori di pittura o spazi creativi nascosti tra le mura.
Dal punto di vista culturale, Essaouira ha una storia unica: fu un importante porto commerciale durante il periodo coloniale e ospita da decenni il Festival della Musica Gnaoua. Insomma, è una destinazione che incanta chi cerca un mix di relax, cultura e paesaggi mozzafiato, perfetta per staccare un attimo dalla frenesia di Marrakech.
Informazioni pratiche per visitare Essaouira: moneta, connessione, assicurazione e documenti
Visitare Essaouira richiede un minimo di pianificazione, ma niente di complicato. La prima cosa da sapere è che, come per il resto del Marocco, non è necessario alcun visto per i cittadini italiani, basta il passaporto in corso di validità. All’arrivo in aeroporto vengono solitamente fatte tre domande: dove alloggiate, quando ripartite e che lavoro svolgete. Tutto molto semplice, spesso in inglese, e dura pochi minuti.
Per quanto riguarda la moneta, in Marocco si utilizza il dirham marocchino (MAD). Il mio consiglio è di prelevare direttamente agli sportelli ATM una volta arrivati in città, evitando il cambio in aeroporto dove i tassi sono spesso sfavorevoli. Essaouira è una cittadina molto autentica e ancora legata al contante: la maggior parte dei ristoranti, negozi di artigianato e persino alcune strutture ricettive non accettano carte oppure hanno terminali spesso non funzionanti. Per questo è essenziale avere sempre un po’ di contanti con voi.
Un altro dettaglio importante riguarda la connessione internet. In Marocco non è prevista la copertura dati europea, quindi è indispensabile attivare una eSIM internazionale. Io utilizzo Holafly, che si attiva facilmente prima della partenza e vi permette di navigare senza stress. Cliccando sul link in fondo all’articolo e inserendo il codice viaggiscrittiamano, potete usufruire del 5% di sconto.
Infine, una buona assicurazione di viaggio è fondamentale. In Marocco non esiste copertura sanitaria europea, quindi ogni spesa medica sarebbe interamente a carico del viaggiatore. Avere una polizza che copra sia eventuali cure che la cancellazione del viaggio vi mette al sicuro da brutte sorprese. Trovate il banner della mia assicurazione di fiducia qui sotto, con uno sconto del 10% riservato ai lettori del blog.
Come raggiungere Essaouira da Marrakech
Durante il mio viaggio in Marocco, ho raggiunto Essaouira partendo da Marrakech, dove alloggiavo per il mio addio al nubilato. In particolare, abbiamo prenotato un’escursione di un giorno tramite GetYourGuide. Il tour prevedeva partenza al mattino presto, arrivo in città verso metà giornata e rientro nel tardo pomeriggio, con il giusto tempo per una passeggiata tra le mura, un pranzo vista mare e un po’ di shopping nei souk.
Essaouira dista circa 190 km da Marrakech, che si percorrono in circa 2 ore e mezza in auto, a seconda del traffico. Se avete organizzato un viaggio on-the-road, questa è un’ottima tappa da inserire nel vostro itinerario: potete raggiungerla comodamente in autonomia, magari noleggiando una macchina tramite DiscoverCars, la piattaforma che utilizzo sempre per confrontare le offerte delle principali compagnie di noleggio. Trovate anche questo banner più in basso, se volete esplorare le opzioni.
In alternativa, esistono anche collegamenti tramite treni o bus, ma non avendoli provati in prima persona, non saprei dirvi di più.
L’arrivo in città è molto semplice: Essaouira ha un centro compatto e tranquillo, ideale da visitare a piedi, quindi non vi servirà un mezzo per spostarvi una volta arrivati. Un altro plus non da poco!
Cosa vedere a Essaouira
Essaouira è una piccola perla bianca e blu affacciata sull’oceano Atlantico, con un’anima berbera che la rende una delle città più affascinanti del Marocco. Noi l’abbiamo visitata in una sola giornata, ma anche solo qualche ora è sufficiente per innamorarsi del suo mix di storia, artigianato e onde che si infrangono sulle antiche mura.
Abbiamo iniziato la nostra passeggiata tra le mura fortificate della medina, oggi patrimonio UNESCO, e ci siamo dirette subito verso una delle zone più scenografiche: la Skala de la Ville, la famosa terrazza panoramica punteggiata da cannoni affacciati sul mare. È il luogo perfetto per scattare foto, respirare l’aria oceanica e osservare la potenza delle onde che si infrangono sugli scogli. Da lì si scende verso il porto, dove barche blu ondeggiano nel caos ordinato dei pescatori e dei gabbiani, in uno dei panorami più iconici di tutta la Costa Atlantica marocchina.
Un altro punto imperdibile è il souk di Essaouira, molto più rilassato rispetto a quello di Marrakech: qui potete trovare ceramiche colorate, tessuti, gioielli in argento e i famosi prodotti a base di olio di Argan, spesso venduti direttamente da piccole cooperative femminili.
Non abbiamo visitato musei o attrazioni “classiche”, ma ci siamo godute l’atmosfera lenta e autentica della città, le viuzze dipinte di blu, i gatti sonnacchiosi sui gradini, il profumo del pesce grigliato che si diffonde all’ora di pranzo. Essaouira è così: va vissuta senza fretta, passeggiando e lasciandosi sorprendere.
Per i fan del Trono di Spade: Essaouira è stata una delle location scelte per rappresentare Astapor, la città della Baia degli Schiavisti in cui Daenerys libera gli Immacolati. Le scene sono state girate proprio tra la Skala e il porto, quindi se siete appassionati della serie, non dimenticate di fermarvi qui per qualche scatto a tema!
Dove mangiare a Essaouira
Essaouira offre diverse opzioni gastronomiche interessanti, soprattutto per chi desidera assaporare la cucina marocchina in un contesto rilassato e con una bella vista.
Noi, durante la nostra giornata in città, abbiamo scelto di pranzare al Taros Café, una delle terrazze più note di Essaouira, situata proprio di fronte al mare. Il locale è molto frequentato, soprattutto da turisti e gode di una posizione decisamente privilegiata. Tuttavia, sebbene l’atmosfera sia piacevole e la vista impareggiabile, personalmente non mi ha particolarmente colpita né per il servizio né per la qualità dei piatti, quindi non lo inserirei tra i miei consigli spassionati.
Se tornassi a Essaouira, probabilmente esplorerei opzioni meno turistiche e con una proposta più autentica. Consiglio comunque di fare un giro nei dintorni della medina, dove si trovano diversi piccoli ristoranti e caffè che offrono menù tipici a base di pesce fresco, cous cous, tajine e tè alla menta.
Come organizzare il vostro viaggio in Marocco
Se state pensando di organizzare un viaggio a Essaouira o, più in generale, in Marocco, sappiate che potete affidarvi a me per rendere l’esperienza ancora più semplice e personalizzata.
Sono una Travel Designer certificata e ho già viaggiato in prima persona in queste zone, il che mi permette di offrirvi consigli pratici, itinerari su misura e soluzioni pensate per ogni tipo di esigenza, anche per chi viaggia da solo o in gruppo.
Posso occuparmi di tutto, dalla consulenza iniziale alla guida di viaggio personalizzata, fino all’organizzazione completa del vostro viaggio, comprese prenotazioni di alloggi, trasferimenti ed esperienze. Vi basterà compilare il modulo nella sezione Contatti del mio blog e selezionare il servizio che più fa al caso vostro. Sarà mia premura ricontattarvi il prima possibile per iniziare insieme a costruire il vostro itinerario ideale, adattato ai vostri gusti, al tempo a disposizione e al tipo di esperienza che desiderate vivere. Che si tratti di un weekend al mare, di un tour culturale o di un viaggio emozionale tra le meraviglie del Marocco, sarò felice di accompagnarvi passo dopo passo nella realizzazione di un’avventura autentica e indimenticabile.
Il mio addio al nubilato non poteva che essere a Marrakech, il luogo perfetto per renderlo indimenticabile. Fin dall’inizio avevo un desiderio preciso: festeggiare in una location che ricordasse le atmosfere di Sex and the City. Infatti, anche se ufficialmente la pellicola del secondo film è ambientata ad Abu Dhabi, in realtà molte scene sono state girate in Marocco, proprio tra Marrakech e il deserto di Agafay e questo è bastato per farmi sognare ancora di più.
Ovviamente, trattandosi di un’occasione così particolare, non ho visitato Marrakech con lo sguardo da travel designer, quello che normalmente uso per studiare nuovi itinerari, testare strutture, approfondire la cultura locale e prendere appunti per i miei clienti. È stato un viaggio più leggero, tutto al femminile, fatto di momenti condivisi, esperienze insolite e tanto divertimento.
Tuttavia, anche in una cornice così diversa dal solito, Marrakech è riuscita a conquistarmi completamente e ha lasciato in me il desiderio di tornarci il prima possibile per vederla con occhi nuovi, più curiosi, più attenti, più “da viaggiatrice”. In questo articolo vi racconterò i luoghi che ho vissuto in prima persona, ma anche quelli che ho segnato per il mio prossimo viaggio in Marocco, perché questa terra ha saputo sorprendermi, emozionarmi e incuriosirmi come poche altre.
Marrakech si trova in Marocco ed è considerata una delle città più affascinanti del Nord Africa. È un punto di partenza ideale per chi vuole esplorare il paese, grazie alla sua posizione strategica e ai voli diretti e low cost in partenza da moltissime città italiane.
Per entrare in Marocco non è richiesto alcun visto, basta essere in possesso di un passaporto valido, con almeno sei mesi di validità residua. Una volta atterrati, i controlli di frontiera sono piuttosto semplici. A me sono state fatte tre domande in inglese: dove alloggiavo, quando era previsto il mio rientro in Italia e che lavoro svolgo. Niente di complicato, ma conviene comunque avere pronte le informazioni, perché la domanda è automatica per tutti i viaggiatori.
La moneta locale è il dirham marocchino (MAD). Personalmente, consiglio di ritirare i contanti direttamente dagli ATM in città, perché sono molto numerosi e ben distribuiti. Il tasso di cambio odierno si aggira intorno a 1 euro per circa 10,60 dirham, ma può variare, quindi meglio sempre controllare prima di partire. Nei mercati e anche in diversi ristoranti, il pagamento in contanti è preferito e in alcuni casi è l’unica modalità accettata.
Per quanto riguarda la connessione, il mio consiglio è di evitare l’acquisto di SIM locali in aeroporto, dove spesso vengono proposte a prezzi gonfiati e poco trasparenti. Io mi affido da tempo a Holafly, che offre eSIM digitali da attivare facilmente prima della partenza. Inserendo il codice viaggiscrittiamano al momento dell’acquisto, i miei lettori hanno diritto a uno sconto del 5% riservato. È una soluzione pratica, veloce e che vi permette di restare sempre connessi, senza stress. Vi lascio il banner cliccabile qui sotto, non dimenticate di inserire il codice:
Marrakech, oltre a essere una città affascinante, è anche perfettamente accessibile, organizzata e ricca di servizi. Basta qualche accortezza per viverla in totale serenità.
Cosa vedere a Marrakech tra esperienze autentiche e meraviglie da esplorare
Il mio viaggio a Marrakech è iniziato subito con un’immersione nella cultura locale: una tradizionale cerimonia dell’hammam e del tè, un’esperienza che mi ha fatto sentire accolta. L’hammam marocchino è molto più di un trattamento di bellezza, è un rituale sociale e spirituale, dove il corpo si purifica e l’anima si rilassa. Il percorso prevede una prima fase di vapore caldo per aprire i pori, seguita da un energico scrub con il sapone nero e il guanto esfoliante, poi ci si rilassa con un massaggio all’olio di argan. Al termine, la cerimonia del tè completa il tutto con il suo gesto lento e simbolico: il tè alla menta viene versato dall’alto in piccoli bicchieri, in segno di rispetto e accoglienza. È stato un momento speciale, che ha segnato l’inizio perfetto del mio addio al nubilato.
Il secondo giorno ho visitato alcune tra le tappe più iconiche: i Jardin Majorelle, un’esplosione di blu cobalto e verde botanico, la splendida Madrasa Ben Youssef, con i suoi cortili finemente decorati e il Museo Yves Saint Laurent, elegante, moderno e profondo nella narrazione del legame tra il designer e questa città. Dopo una passeggiata nei souk, con i colori e i profumi che solo Marrakech sa offrire, ho partecipato a una sessione privata di henné e, nel pomeriggio, ci siamo spostate verso il deserto di Agafay. Qui abbiamo vissuto un tramonto indimenticabile, scalato una scalinata arcobaleno immersa nel nulla e concluso la giornata con una cena berbera sotto le stelle, tra musica dal vivo e piatti tradizionali.
Il terzo giorno l’abbiamo dedicato a una gita fuori porta nella splendida Essaouira, ma è chiaro che Marrakech meriterebbe molti più giorni per essere vissuta davvero. Ci sono ancora tantissime cose che voglio vedere in futuro e che vi consiglio caldamente di inserire nel vostro itinerario.
Le 10 tappe imperdibili che ho segnato per il mio prossimo viaggio:
E come promesso, ecco alcune tappe già presenti nel mio prossimo itinerario:
Palazzo Bahia, con i suoi giardini e interni spettacolari
Palazzo El Badi, un tempo sontuoso, oggi affascinante rovina
Le Tombe Saadiane, testimonianza del passato imperiale della città
La Moschea della Koutoubia, simbolo indiscusso di Marrakech (visitabile solo esternamente per i non musulmani)
Tutto ciò che non ho ancora visto, sarà il cuore del mio prossimo ritorno in questa città, che riesce ad essere tanto intensa quanto poetica.
Dove mangiare a Marrakech: i miei posti del cuore
Marrakech mi ha completamente conquistata anche grazie alla sua cucina e tra profumi di spezie, rooftop panoramici e cene sotto le lanterne, si trasforma in un’esperienza gastronomica che va ben oltre il semplice mangiare. Durante il mio addio al nubilato, ho avuto la fortuna di provare alcuni locali che mi sono rimasti nel cuore e che vi consiglio di inserire assolutamente nel vostro itinerario.
Il primo tra tutti è Le Jardin, un’oasi verde nascosta nella medina, dove il caos del souk si spegne appena si varca la soglia. Tavolini tra le piante, atmosfera rilassata e piatti della cucina marocchina e internazionale rendono questo posto perfetto per un pranzo lento o una cena romantica. Il mio preferito in assoluto.
Siamo state anche da Nomad, anche questo pazzesco. La terrazza panoramica è uno dei luoghi più belli dove ho cenato a Marrakech, con vista sulle luci della città e una selezione di piatti rivisitati in chiave moderna che mi ha davvero stupita.
Poi c’è La Tanjia, perfetto per un’esperienza autentica e suggestiva: si affaccia sulla famosa piazza e propone piatti tipici in un ambiente elegante, con musica e atmosfera marocchina al 100%.
Ovviamente, se si visita Marrakech non può mancare almeno una cena nel deserto: l’ho fatta durante la nostra esperienza nell’Agafay, sotto il cielo pieno di stelle, con piatti tradizionali e danze attorno al fuoco. Un ricordo davvero magico.
Dove dormire a Marrakech: riad o hotel?
Una delle prime domande da porsi quando si organizza un viaggio a Marrakech è dove alloggiare. Personalmente, consiglio di scegliere zone centrali, possibilmente all’interno della medina o poco fuori, in modo da poter visitare la città a piedi senza dover ricorrere sempre a taxi o spostamenti più complicati.
Una delle esperienze più autentiche che si possano fare in Marocco è dormire in un riad, le tradizionali abitazioni marocchine trasformate in alloggi per turisti. Spesso nascosti nei vicoli della medina, i riad da fuori sembrano anonimi, ma appena si apre la porta ci si ritrova in un mondo da Mille e una Notte: cortili interni con fontane, mosaici colorati, salottini con cuscini e lampade intagliate. Un sogno. Tuttavia, ci sono alcune cose da sapere. I riad si trovano spesso in stradine molto strette, a volte buie e silenziose, che alla sera possono far sentire un po’ spaesati, soprattutto se si viaggia da soli o in gruppo di sole donne. Nulla di pericoloso, ma è importante sceglierne uno ben recensito e con staff disponibile e presente in struttura.
Un altro dettaglio da considerare riguarda i bagni: in molti riad, non esistono vere porte tra la camera e il bagno, ma solo tende o separé. Se condividete la stanza con altri, può essere poco pratico, quindi meglio verificarlo in anticipo.
Per chi invece preferisce soluzioni più classiche e confortevoli, ci sono ottimi hotel e resort, con tutti i servizi in stile occidentale. Ma a mio parere, dormire in un riad è parte integrante dell’esperienza marocchina e vi regalerà un’immersione autentica nello spirito della città.
Quanti giorni servono per visitare Marrakech
Per vivere Marrakech con calma e profondità, io dedicerei almeno quattro giorni pieni alla città. In questo tempo avrete modo di esplorare la medina, i giardini, i mercati e di immergervi nella cultura locale. Se desiderate fare anche escursioni nei dintorni, come al deserto di Agafay oppure a Essaouira, o partecipare a un corso di cucina marocchina, può valere la pena restare cinque – sette giorni, usando Marrakech come base strategica.
La città è un punto di partenza perfetto per gite varie ed organizzando con accortezza si riesce a trovare un buon equilibrio tra esplorazione, relax e scoperta autentica.
Il periodo migliore per visitare Marrakech
Il clima a Marrakech può essere intenso, perciò il periodo migliore per visitarla è tra ottobre e aprile, quando le temperature sono miti e piacevoli. Vi consiglio di evitare il mese del Ramadan e l’estate, quando il caldo può diventare fastidioso e spegnere un po’ l’energia della città. Io ho visitato a giugno e, nonostante sia stato possibile girare, il caldo si è fatto sentire.
Marrakech: costo, sicurezza e consigli pratici
In termini di budget, Marrakech non è costosa per chi arriva dall’Europa, ma non è nemmeno una destinazione ultra economica. Restano costi accessibili soprattutto per alloggi, ristorazione locale e attività. Un consiglio fondamentale: contrattate sempre, i prezzi proposti per taxi, souvenir o servizi possono essere fino a cinque volte più alti del valore reale.
Per quanto riguarda la sicurezza, vi rimando agli articoli “Marocco solo donne” e “Come organizzare un viaggio in Marocco” sul blog. In breve, Marrakech non è pericolosa, ma è una realtà diversa dalla nostra. Attenzione ai motorini nei souk, per il resto a parte alcuni apprezzamenti nei mercati,nulla di grave. Restare nelle zone centrali, rimane sempre un buon consiglio, in qualsiasi città del mondo.
Assicurazione di viaggio: indispensabile in Marocco
In Marocco la copertura sanitaria europea non vale, perciò un’assicurazione completa diventa davvero vitale. Consiglio sempre una polizza che copra le spese mediche, l’annullamento del viaggio e imprevisti vari.
Io mi affido a Heymondo, per la sua assistenza h24 e il giusto rapporto qualità‑prezzo. Cliccando sul banner potete ottenere il 10 % di sconto come sempre riservato ai lettori del blog:
Organizziamo insieme il vostro viaggio in Marocco
Se state pensando di visitare Marrakech o di programmare un viaggio in Marocco su misura, ricordatevi che sono una Travel Designer certificata, con esperienza diretta sul territorio, e posso costruire insieme a voi un itinerario perfetto, che unisca spunti autentici, comfort, logistica e originalità.
Offro varie formule: dalla consulenza personalizzata, alla guida dettagliata giorno per giorno, fino alla gestione completa delle prenotazioni e dei servizi. Potete richiedere un preventivo compilando il modulo nella sezione Contatti del blog, specificando il tipo di servizio che desiderate. Sarà mia cura ricontattarvi al più presto per iniziare a costruire il vostro viaggio ideale.
Tra le tappe che avevo segnato in rosso già dalla prima bozza dell’itinerario in Costa Brava, c’era senza dubbio Girona. Non solo per la sua bellezza storica e architettonica, ma anche perché sono una grandissima fan del Trono di Spade. Girare per le sue strade e riconoscere alcune delle location della serie è stata un’emozione in più, che si è sommata al fascino autentico di una città ricca di storia, cultura e scorci sorprendenti.
Girona è una destinazione che riesce ad accontentare davvero tutti: non è una semplice tappa intermedia, ma un punto fermo in qualsiasi itinerario ben costruito in Costa Brava. La città è perfetta anche dal punto di vista logistico: si trova in una posizione centrale, è servita da un aeroporto e offre alloggi per tutte le fasce di prezzo, dai boutique hotel ai b&b più semplici, fino agli appartamenti.
Inoltre, se decidete di fermarvi qui per più notti, non mancano localini e ristoranti dove cenare bene e godersi la città anche dopo il tramonto. Insomma, Girona è una scelta strategica, sia per chi vuole esplorare la costa, sia per chi ama le città d’arte e cerca un luogo che sappia coniugare il fascino medievale con una vivace vita culturale e gastronomica.
Dove si trova Girona e perché è una tappa strategica
Girona si trova nel cuore della Catalogna settentrionale, a circa 100 km a nord di Barcellona e a meno di 40 km dalle prime spiagge della Costa Brava. È una città strategicamente perfetta per chi desidera esplorare questa regione, sia per la sua posizione geografica, sia per la presenza dell’aeroporto.
La città è ben collegata sia via terra che via aerea, ed è un ottimo punto di partenza. Se ci si muove in auto, Girona consente di raggiungere in breve tempo località come Palamós, Begur, Tossa de Mar e Lloret de Mar, senza dover cambiare ogni giorno struttura. Vi lascio il link DiscoverCars, utilissimo se state cercando di affittare l’auto al miglior prezzo disponibile:
Girona non è solo una base comoda, però. È anche una meta in sé, ricca di storia, cultura e fascino. Il suo centro storico medievale, le mura che circondano la città, le piazze nascoste e il quartiere ebraico perfettamente conservato creano un’atmosfera unica, dove ogni angolo ha qualcosa da raccontare. È una città che sorprende per la sua eleganza e la sua autenticità, lontana dal turismo di massa, ma perfettamente attrezzata per accogliere i viaggiatori.
Per cosa è famosa Girona
Girona è una città con un’identità forte e radicata. Famosa soprattutto per il suo centro storico medievale, è conosciuta anche per l’imponente cattedrale gotica, il quartiere ebraico, le sue mura ed i suoi splendidi ponti. L’atmosfera che si respira tra le sue vie è quella di un luogo sospeso nel tempo, in cui l’antico convive con una vivace scena culturale e gastronomica.
Uno degli elementi più iconici della città sono le “Cases de l’Onyar”, le casette colorate che si affacciano sul fiume Onyar, simbolo fotografico di Girona. Ma il cuore pulsante resta senza dubbio la zona del Barri Vell, con il suo dedalo di viuzze, archi in pietra e cortili segreti. A rendere tutto ancora più suggestivo, ci sono le scale monumentali della cattedrale e il Monastero di Sant Pere de Galligants, due dei luoghi che hanno contribuito a far conoscere Girona nel mondo.
Negli ultimi anni, infatti, la città è diventata famosa anche per un motivo inaspettato: è stata una delle location principali del Trono di Spade, scelta per rappresentare Braavos e Approdo del Re. Questa connessione ha attirato fan da tutto il mondo, trasformando Girona in una tappa imperdibile anche per chi ama le serie tv e le produzioni cinematografiche ambientate in luoghi storici.
Il mio itinerario a tema Trono di Spade a Girona
Durante la mia giornata a Girona ho deciso di seguire un percorso molto particolare, dando priorità alle location utilizzate nella serie Il Trono di Spade. Sapere che alcune delle scene ambientate a Braavos e ad Approdo del Re sono state girate proprio qui, ha reso la visita ancora più emozionante.
La prima tappa è stata la Cattedrale di Santa Maria, dove molti pensano che sia stata girata la camminata della vergogna di Cersei, anche se quella scena è stata girata a Dubrovnik. Tuttavia, la scalinata della cattedrale è ben riconoscibile in alcune scene ambientate sia a Braavos che ad Approdo del Re.
A pochi minuti di distanza si trova il Monastero di Sant Pere de Galligants, usato per rappresentare uno degli edifici principali di Braavos.
Lì vicino si può camminare lungo la Pujada de Sant Domènec, che compare in diverse inquadrature.
Proseguendo, ho esplorato i vicoli del quartiere ebraico, tra cui Carrer del Bisbe Josep Cartañà, dove sono state girate molte delle scene ambientate a Braavos. Passeggiarci è quasi surreale, ci si aspetta di vedere Arya comparire da un momento all’altro.
Altro luogo simbolico è Plaça dels Jurats, che nella serie è stata utilizzata per una scena teatrale, quella in cui Arya assiste a uno spettacolo nel cuore di Braavos. Poco più avanti, attraversando il Pont de Pedra, si arriva a uno degli scorci panoramici più fotogenici di Girona, perfetto per chiudere il giro con una vista sul fiume Onyar e sulle case colorate.
Una tappa interessante, anche fuori dal contesto delle riprese, sono i Bagni Arabi, che si trovano nelle immediate vicinanze della cattedrale.
Infine, sappiate che hanno allestito un punto fotografico a tema Trono di Spade, a Sant Lluc de Girona, con tanto di trono scenografico, dove è possibile scattare qualche foto ricordo.
Cosa vedere a Girona, anche se non siete fan del Trono di Spade
Girona è una città che merita di essere visitata in ogni caso, anche se non siete fan del Trono di Spade. La sua bellezza è evidente in ogni dettaglio, dai colori caldi delle facciate lungo il fiume Onyar, fino ai vicoli in pietra del centro storico che sembrano sospesi nel tempo. È una città che si scopre lentamente, passo dopo passo e che riesce sempre a sorprendere.
Uno dei luoghi simbolo è sicuramente la Cattedrale di Santa Maria, con la sua scalinata monumentale e l’interno che mescola diversi stili architettonici, dal romanico al barocco. Al suo fianco si trovano i Bagni Arabi, un complesso termale di epoca medievale ispirato alle strutture romane e musulmane, perfettamente conservato e molto suggestivo.
Molto affascinante è anche il Call Jueu, il quartiere ebraico, uno dei meglio conservati in Europa. Qui si cammina tra vicoli stretti e silenziosi, con piccole botteghe, archi in pietra e cortili ombreggiati che raccontano secoli di storia. La sensazione è quella di essere fuori dal tempo, in un luogo dove ogni angolo invita a fermarsi.
Da non perdere una passeggiata lungo le antiche mura della città, da cui si gode una vista spettacolare sui tetti di Girona e sulle colline circostanti. È uno dei miei punti preferiti, soprattutto nelle ore del tramonto, quando la luce calda accende i colori delle pietre e rende tutto ancora più magico.
Infine, basta attraversare il Pont de Pedra o il più fotografato Pont de les Peixateries Velles, il ponte rosso disegnato da Gustave Eiffel, per ritrovarsi di nuovo sul lungofiume e ammirare le Case dell’Onyar, con le loro facciate colorate riflettenti nell’acqua. È una delle immagini più iconiche della città e un perfetto saluto prima di proseguire verso una nuova tappa della Costa Brava.
Come organizzare la vostra giornata a Girona
Girona è una città che si presta benissimo a essere visitata in mezza giornata, ma se avete tempo a disposizione e volete esplorarla con calma, può meritare anche una giornata intera. Il mio consiglio è di arrivare la mattina, soprattutto se state viaggiando lungo la Costa Brava, in modo da dedicarle qualche ora, pranzare, e poi magari proseguire verso una delle spiagge nei dintorni per rilassarvi nel pomeriggio.
In città ci sono numerosi localini, caffetterie e ristoranti, molti dei quali con menù turistici convenienti o tapas da gustare all’aperto. Io, personalmente, ho preferito prendere qualcosa di già pronto al supermercato, sia perché volevo restare leggera durante il pranzo, sia perché la mia idea era di spostarmi subito dopo in una zona di mare. Questa soluzione si è rivelata pratica e veloce, perfetta per chi, come me, viaggia on the road e cerca di ottimizzare i tempi senza rinunciare al piacere di mangiare qualcosa di buono.
Un punto molto importante riguarda il parcheggio. Il centro storico di Girona è in gran parte pedonale e cercare parcheggio nelle zone centrali può diventare frustrante e faticoso. Il mio consiglio è quello di parcheggiare in una delle grandi aree di parcheggio esterne al centro storico. Anche se vi sembrerà tutto pieno, c’è un ricambio continuo, quindi vi basterà attendere qualche minuto affinché un parcheggio si liberi.
Perché l’assicurazione sanitaria è fondamentale anche per una tappa urbana
Anche in una tappa apparentemente tranquilla come quella di Girona, l’assicurazione sanitaria resta un elemento essenziale per viaggiare in serenità. Gli imprevisti possono capitare ovunque, anche durante una semplice passeggiata in centro città. Dopo la mia esperienza in Costa Brava, dove ho avuto un piccolo incidente, mi sono resa conto di quanto sia importante avere una copertura attiva, non solo per motivi sanitari, ma anche per tutte le implicazioni pratiche e burocratiche che possono derivare da un problema di salute mentre si è all’estero.
Come sempre, io mi affido a Heymondo, che propone soluzioni flessibili, assistenza h24 e un’interfaccia semplice da usare anche in situazioni di emergenza. È una delle compagnie con il miglior rapporto qualità-prezzo e grazie alla convenzione con il blog, potete usufruire anche di uno sconto del 10% cliccando sul banner qui sotto:
Ricordo anche che, viaggiando in Spagna, avete diritto alle cure sanitarie pubbliche attraverso la Tessera Europea di Assicurazione Malattia (TEAM). Basta esibirla al momento dell’accesso in ospedale o nei centri sanitari pubblici per ricevere assistenza alle stesse condizioni dei cittadini spagnoli. Tuttavia, questo non sempre copre tutte le situazioni, in particolare le cure in strutture private o il rimborso di spese aggiuntive. L’assicurazione resta quindi una forma di tutela completa che vi permette di gestire l’imprevisto con calma, senza preoccuparvi di costi extra o burocrazie complicate.
Girona è una città sicura e ben organizzata, ma viaggiare con la tranquillità di essere coperti vi permette di godervela appieno, senza pensieri.
Organizziamo insieme il vostro viaggio in Costa Brava
Se state pensando di visitare Girona, o più in generale di costruire un itinerario in Costa Brava, potete affidarvi direttamente a me. Sono una Travel Designer certificata, con esperienza diretta sul territorio e una grande passione per i viaggi su misura. In ogni viaggio cerco di coniugare funzionalità e ispirazione, unendo le tappe imperdibili a quelle meno conosciute, e tenendo conto dei vostri tempi, desideri e stile di viaggio.
Posso aiutarvi con diverse formule. Se avete già le idee chiare e vi serve solo un confronto o una consulenza strategica, possiamo lavorare insieme per sistemare il vostro itinerario e ottimizzare il percorso. Se invece partite da zero, posso creare per voi una guida personalizzata, con tappe giorno per giorno, suggerimenti su dove dormire, dove mangiare, cosa evitare e anche con tutte le indicazioni pratiche per spostarvi in autonomia.
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A luglio 2025 ho viaggiato lungo la Costa Brava con un itinerario on the road, costruito tappa dopo tappa tra paesaggi mozzafiato e piccoli borghi affacciati sul mare. Purtroppo, proprio durante questo viaggio e proprio a Palamós ho avuto un piccolo incidente che mi ha obbligata a rallentare i ritmi: una caduta banale e inaspettata mi ha procurato la frattura di un gomito, costringendomi a rivedere completamente la mia tabella di marcia.
Nonostante questo imprevisto, ho deciso di raccontare comunque le tappe che mi sono rimaste nel cuore, tra cui Palamós, perché credo che ogni viaggio, anche quando non va secondo i piani, abbia qualcosa da insegnare e da condividere. Palamós è stata una tappa che non dimenticherò e non solo per l’incidente: il mare, l’atmosfera rilassata e la gentilezza delle persone mi hanno lasciato davvero un bel ricordo.
Sono certa che tornerò in Costa Brava anche il prossimo anno, con nuove energie e un nuovo itinerario, magari per approfondire proprio quelle tappe che, come questa, meritano più tempo. Intanto, ho raccolto tutto ciò che ho visto e vissuto, per aiutarvi a capire se Palamós fa al caso vostro e come viverla al meglio.
Dove si trova Palamós
Palamós si trova nella parte centrale della Costa Brava, tra Sant Antoni de Calonge e Calella de Palafrugell, in provincia di Girona. È una delle località marittime storiche della costa catalana, affacciata su un ampio tratto di mare e facilmente raggiungibile sia da nord che da sud. La sua posizione la rende una tappa perfetta per chi viaggia in auto e vuole esplorare diverse località in giornata.
Il suo porto è uno dei più importanti della zona e ha contribuito a farne un punto di riferimento anche per la gastronomia e la vita marina. Da Palamós è facile raggiungere sia le calette più selvagge nei dintorni, sia spiagge attrezzate, ideali per chi cerca comodità e servizi.
Per cosa è famosa Palamós
Palamós è famosa soprattutto per la pesca e i gamberi rossi, considerati tra i migliori di tutta la Spagna. Questo ha dato alla cittadina una forte identità legata al mare, visibile sia nel porto, ancora oggi molto attivo, sia nella cucina locale, ricca di tradizione e di sapori autentici. Il mercato del pesce e la lonja (asta del pesce) sono parte integrante dell’esperienza a Palamós e per gli appassionati è anche possibile visitare il Museo della Pesca, per approfondire la storia marittima del luogo.
Ma Palamós è nota anche per le sue spiagge sabbiose, ampie e attrezzate, adatte a chi cerca comodità e per alcune calette più riservate, perfette per chi preferisce la tranquillità. È una meta molto amata dalle famiglie, ma anche da coppie o gruppi di amici, perché riesce a offrire una buona combinazione tra servizi, natura e autenticità.
Il mio itinerario: da Girona alla spiaggia, fino a Palamós
La giornata in cui ho visitato Palamós è stata particolarmente intensa. La mattina l’ho dedicata a Girona, città che mi ha letteralmente conquistata e a cui dedicherò un articolo a parte, perché merita decisamente un approfondimento. Dopo pranzo mi sono spostata verso la costa per raggiungere una delle spiagge più belle della zona: Cala del Golfet.
Cala del Golfet si trova in realtà nel comune di Palafrugell, ma l’ho voluta inserire in questa giornata perché è una tappa facilmente combinabile con Palamós. Si tratta di una caletta straordinaria, racchiusa tra pareti rocciose e acque turchesi, con un fascino selvaggio che la rende perfetta per chi ama le spiagge immerse nella natura. La consiglio vivamente, anche se è meno semplice da raggiungere rispetto ad altre più centrali.
Da lì, nel pomeriggio, mi sono diretta a Palamós, dove ho visitato due delle sue spiagge più iconiche: La Fosca e Cala S’Alguer. La Fosca è una spiaggia molto ampia, di sabbia chiara, molto frequentata ma piacevole, con diversi ristoranti e bar lungo la costa. È perfetta per chi cerca comfort e vuole trascorrere la giornata in un contesto vivace ma rilassante.
Cala S’Alguer, invece, è una caletta minuscola, dall’aspetto quasi fiabesco. È circondata da casette colorate che sembrano uscite da un quadro e ha un’atmosfera raccolta e autentica. Il tragitto tra le due è semplicissimo, una passeggiata di circa dieci minuti su un sentiero facile e ben tracciato. Purtroppo, è proprio durante questa camminata che mi sono fratturata il gomito, inciampando con le infradito su un gradino basso. Nessun tratto pericoloso: è stato solo un incidente sfortunato.
La mia esperienza con la sanità a Palamós
Dopo la caduta durante la camminata tra La Fosca e Cala S’Alguer, mi sono resa conto quasi subito che non si trattava di una semplice botta. Il dolore era intenso e, appena mi sono rialzata, sono svenuta per qualche secondo. È stato un momento complicato, ma sono rimasta incredibilmente colpita dalla prontezza ed efficienza dei soccorsi.
Nel giro di cinque minuti sono arrivati tre vigili del fuoco, la bagnina della spiaggia di La Fosca, due medici e un’ambulanza. Un intervento coordinato, rapido e professionale, che mi ha fatta sentire subito al sicuro. Dopo i primi accertamenti in spiaggia, sono stata trasportata al pronto soccorso di Palamós, dove ho ricevuto tutte le cure necessarie in tempi davvero rapidi.
Il medico che mi ha visitata è stato estremamente competente e attento, soprattutto sapendo che avrei dovuto prendere un volo il giorno successivo. Mi ha spiegato con chiarezza la situazione e ha proceduto con un’ingessatura perfetta, tenendo conto proprio del fatto che avrei viaggiato in aereo. A questo proposito, vi rimando al mio articolo dedicato a come volare con il gesso, dove racconto nel dettaglio tutta l’organizzazione necessaria in questi casi.
In ogni fase, dallo staff dell’ambulanza a quello ospedaliero, ho ricevuto non solo assistenza medica qualificata, ma anche una gentilezza e una cura umana che mi hanno profondamente colpita. È stato un momento difficile, ma il modo in cui è stato gestito mi ha lasciato un ricordo incredibilmente positivo.
Perché l’assicurazione sanitaria è fondamentale
L’incidente che ho avuto a Palamós mi ha ricordato, ancora una volta, quanto sia fondamentale viaggiare sempre con un’assicurazione sanitaria attiva. Anche se ci si muove all’interno dell’Europa, dove è possibile accedere all’assistenza pubblica con la Tessera Sanitaria Europea (TEAM), ci sono molti aspetti che una semplice tessera non può coprire: dalla gestione degli imprevisti burocratici alle spese legate all’annullamento o al rinvio del viaggio.
Nel mio caso, fortunatamente, le spese mediche sono state coperte dal sistema sanitario europeo. Tuttavia, sapere di avere anche una polizza attiva, pronta ad assistermi in caso di problemi più gravi o complessi, è stato un grande sollievo. Avere un’assicurazione significa anche potersi concentrare sulla propria salute, senza dover pensare a documenti da compilare, numeri da contattare, o peggio ancora, conti da saldare in situazioni di emergenza.
Inoltre, in casi come il mio, in cui era previsto un volo aereo il giorno successivo all’incidente, è rassicurante sapere di avere una copertura che include anche eventuali modifiche, cancellazioni o rientri anticipati, senza dover affrontare ulteriori spese o complicazioni.
Viaggiare sereni non significa solo scegliere la meta giusta, ma anche essere preparati all’imprevisto. E una buona assicurazione sanitaria è parte integrante di un viaggio ben organizzato. Se state per partire, non trascuratela: è uno di quegli investimenti che si spera di non dover mai usare, ma che, quando serve, fa davvero la differenza.
Per questo motivo, vi lascio qui sotto il banner su cui cliccare per avere il 10% di sconto sulla mia assicurazione di fiducia, Heymondo:
Organizziamo insieme il vostro viaggio in Costa Brava
Se state progettando un viaggio in Costa Brava e desiderate un itinerario su misura, studiato nei dettagli e pensato in base alle vostre esigenze, potete rivolgervi direttamente a me. Sono una Travel Designer certificata, con esperienza diretta sul territorio e un’attenzione particolare alla costruzione di viaggi autentici, ben organizzati e personalizzati.
Che abbiate bisogno di una consulenza per la scelta delle tappe, di una guida di viaggio personalizzata con suggerimenti pratici e spunti utili, oppure che vogliate affidarvi completamente a qualcuno che si occupi dall’inizio alla fine dell’organizzazione, comprese prenotazioni, alloggi e attività, posso aiutarvi a trasformare l’idea di viaggio in un’esperienza concreta e senza stress.
Conoscendo già molte delle località della Costa Brava e con la prospettiva di tornarci ancora, posso offrirvi un supporto basato su esperienze reali, testate e soprattutto funzionali a chi viaggia per piacere, ma non vuole perdere tempo o fare scelte sbagliate.
Per ricevere un preventivo, vi basterà compilare il modulo nell’area Contatti del mio blog, specificando il tipo di supporto che cercate. Sarà mia cura rispondervi al più presto e guidarvi nella costruzione del vostro prossimo viaggio in questa meravigliosa regione della Spagna.
Begur è stata, senza dubbio, una delle località che mi ha colpita di più durante il mio viaggio in Costa Brava. Il mare in questa zona è di un colore unico e resistere all’idea di tuffarmi è stato impossibile. Per chi come me ama fare lunghe nuotate lungo coste che, seppure turistiche, mantengono ancora un aspetto selvaggio, questo è il paradiso.
Non ci ho alloggiato, principalmente per una questione di budget: rispetto a località come Lloret de Mar, Begur è più costosa, soprattutto per quanto riguarda le strutture ricettive e i ristoranti. Tuttavia, vale assolutamente la pena dedicarle una giornata intera, o più, se il vostro itinerario lo consente.
Camminando lungo i suoi sentieri, scendendo alle sue calette e ammirando i paesaggi che si aprono tra pini e rocce rosate, si capisce perché Begur sia così apprezzata. Se cercate una tappa che combini mare da cartolina e paesaggi rilassanti, Begur è perfetta.
Inserirla in un itinerario in Costa Brava è, a mio avviso, quasi imprescindibile.
Dove si trova Begur e perché è essenziale avere un’auto
Begur si trova nel cuore della Costa Brava, in posizione leggermente più rialzata rispetto al livello del mare, a pochi chilometri dalle sue cale più famose. Siamo in una delle zone più affascinanti di tutta la costa catalana, che alterna colline verdi, macchia mediterranea e strade panoramiche che scendono verso il mare. Proprio questa conformazione rende fondamentale avere a disposizione un’auto, soprattutto se si desidera esplorare con libertà e autonomia le diverse calette e punti d’interesse nei dintorni.
Nonostante le distanze tra le spiagge e i centri abitati non siano elevate, i collegamenti con i mezzi pubblici non sempre sono agevoli o frequenti. Spesso i punti più belli e nascosti si trovano alla fine di strade strette o sentieri che non sono serviti da bus. Avere l’auto vi permette non solo di spostarvi con più comodità, ma anche di seguire i vostri tempi: arrivare alle calette la mattina presto o restare fino al tramonto diventa molto più semplice.
Se volete affittare l’auto, vi consiglio di utilizzare il sito DiscoverCars, ottimo comparatore di prezzi dove trovo sempre le offerte più convenienti. Vi basterà cliccare sull’immagine qui sotto per farvi un’idea dei costi e prenotare:
Per cosa è famosa Begur
Begur è conosciuta per la sua atmosfera raffinata e allo stesso tempo genuina. Questo piccolo borgo ha saputo conservare il suo spirito catalano.
Il Castello di Begur, situato sul punto più alto del paese, offre una splendida vista su tutta la Costa Brava. Anche le famose case indiane (las casas de los Indianos) raccontano una storia affascinante: furono costruite da emigranti tornati dalle Americhe a fine Ottocento, arricchiti da nuove fortune.
Ma Begur è anche famosa per il suo litorale, considerato uno dei più belli e meglio conservati della costa. Le sue spiagge, incastonate tra le scogliere, sono tra le più spettacolari della regione: piccole, protette e spesso raggiungibili solo a piedi o via mare.
Cosa vedere a Begur: spiagge da sogno e panorami indimenticabili
Durante la mia visita a Begur ho scelto di non esplorare il centro storico, ma di concentrarmi sulle sue spiagge, che considero tra le più belle dell’intera Costa Brava. Se amate il mare cristallino, i colori intensi della macchia mediterranea e le calette incastonate tra le rocce, questa zona saprà conquistarvi.
Una delle prime spiagge che ho visitato è stata Platja del Racó, una delle più ampie della zona, comoda da raggiungere. L’acqua è limpida, la spiaggia ben tenuta e ideale anche per chi viaggia con bambini o cerca una soluzione facilmente accessibile.
Poco distante si trova Illa Roja, una spiaggia nudista davvero spettacolare. Il grande scoglio che le dà il nome domina un tratto di costa selvaggio e suggestivo. Nonostante sia frequentata da chi pratica nudismo, è accogliente anche per chi non lo pratica e merita assolutamente una sosta.
Tra queste due spiagge si snoda un bellissimo tratto del Camí de Ronda, il sentiero costiero che permette di ammirare l’Illa Roja anche dall’alto. È un percorso panoramico, semplice e immerso nella natura, che consiglio vivamente di percorrere anche solo per il piacere di scattare qualche foto mozzafiato.
Più avanti, imperdibile è Cala Sa Tuna, una delle calette più scenografiche che abbia mai visto. È molto piccola e tende a riempirsi rapidamente durante il giorno, perciò consiglio di arrivarci nel tardo pomeriggio, quando inizia a svuotarsi e regala il meglio di sé al tramonto.
Da qui, con una passeggiata di circa dieci minuti, si può raggiungere Cala S’Eixugador, nascosta e spettacolare. Il sentiero per arrivarci è un po’ avventuroso, soprattutto nella parte finale dove si scende in una sorta di piccolo canyon: scarpe adatte obbligatorie. Anche queste due spiagge sono collegate tra loro da un tratto pedonale tutto da esplorare.
Dove mangiare a Begur: tra ristoranti vista mare e soluzioni smart
Durante la giornata trascorsa tra le calette di Begur ho avuto modo di testare diverse soluzioni per mangiare e, come sempre, vi riporto tutto con sincerità. Uno dei ristoranti più famosi della zona è sicuramente Cap Sa Sal, conosciuto per la sua posizione spettacolare affacciata sul mare, all’interno di una struttura molto scenica. L’atmosfera è romantica e l’ambiente elegante, perfetto per una cena suggestiva. Tuttavia, per quanto mi riguarda, non è stata un’esperienza indimenticabile: la qualità del cibo non mi ha particolarmente colpita, così come il servizio, che ho trovato un po’ freddo. Se decidete comunque di provarlo, vi consiglio di prenotare con anticipo, soprattutto in alta stagione.
Mi sono invece pentita di non aver prenotato il ristorante direttamente affacciato su Cala Sa Tuna, da cui prende il nome. Si trova proprio sulla caletta e propone piatti freschi e ben presentati, con tavolini vista mare a pochi metri dall’acqua. Ci sono passata davanti e ho subito pensato che sarebbe stata la scelta giusta per una cena al tramonto. Se tornerò in zona, sarà senza dubbio una delle mie prime tappe.
Per chi, come me, viaggia spesso on the road, un’alternativa comoda e intelligente sono i supermercati ben forniti presenti su tutta la Costa Brava. Tra Illa Roja e Cala Sa Tuna ho trovato un EuroSpar (o Despar) davvero fornito: non solo con frutta fresca, insalate e pasti pronti, ma anche con microonde disponibili in loco per riscaldare il cibo. Una soluzione perfetta per un pranzo veloce e comodo senza dover tornare in centro o prenotare con largo anticipo.
Un ultimo consiglio: non dimenticate l’assicurazione sanitaria
Dopo aver vissuto un piccolo imprevisto durante il mio viaggio in Costa Brava, posso dirvi con assoluta convinzione che l’assicurazione di viaggio è uno degli aspetti più importanti da considerare prima di partire. Anche se si resta in Europa, anche se si è in buona salute, e anche se “tanto sto via solo pochi giorni”, l’imprevisto è sempre dietro l’angolo.
Nel mio caso, un incidente in spiaggia si è trasformato in una frattura al gomito. Fortunatamente, sono riuscita a tornare a casa senza grandi complicazioni, ma è stato proprio in quel momento che ho realizzato quanto sia fondamentale partire con una copertura attiva. Senza un’assicurazione, le difficoltà logistiche, economiche e burocratiche si sarebbero moltiplicate.
Personalmente, mi affido a Heymondo, che offre ottime coperture a un prezzo accessibile, con assistenza disponibile 24 ore su 24 anche tramite app. Cliccando sul banner qui sotto potete usufruire di uno sconto del 10% riservato ai lettori del mio blog.
Oltre alla copertura medica, una buona polizza include anche il rimborso in caso di annullamento del viaggio, la gestione delle emergenze, il supporto per lo smarrimento bagagli e un aiuto concreto in caso di necessità legali o logistiche.
📌 Nota utile
Se viaggiate in Spagna, potete usufruire della Tessera Europea di Assicurazione Malattia (TEAM), che vi permette di ricevere cure mediche urgenti presso le strutture pubbliche alle stesse condizioni dei cittadini spagnoli. Tuttavia, non tutte le strutture private accettano la TEAM e non sempre i costi vengono rimborsati. Per questo motivo, una copertura assicurativa privata resta fortemente consigliata, anche per i viaggi all’interno dell’Unione Europea.
Organizziamo insieme il vostro viaggio in Costa Brava (e non solo)
Se state pensando di partire per la Costa Brava e vi piacerebbe avere un supporto nella pianificazione, sappiate che potete affidarvi a me per creare il vostro viaggio su misura. Sono una Travel Designer certificata e ho avuto la fortuna di esplorare diverse volte la Spagna, costruendo itinerari personalizzati per chi, come voi, cerca un’esperienza autentica, funzionale e ben organizzata.
Che abbiate bisogno di una consulenza sulla destinazione, di una guida di viaggio personalizzata o di una persona che si occupi completamente dell’organizzazione e delle prenotazioni, posso aiutarvi a rendere il vostro viaggio più semplice e piacevole, senza rinunciare alla libertà di esplorare con i vostri ritmi.
Conosco bene le tappe da non perdere, i punti critici da evitare e le soluzioni intelligenti per risparmiare tempo e budget, soprattutto in una zona come la Costa Brava, che può diventare costosa o caotica se non pianificata con attenzione.
Vi basterà compilare il modulo nell’area Contatti del blog, selezionando il tipo di supporto di cui avete bisogno. Sarà mia cura ricontattarvi il prima possibile per iniziare a costruire insieme il vostro prossimo viaggio.
A luglio 2025 ho trascorso quattro giorni sulla splendida Costa Brava, una delle coste più affascinanti della Spagna e per la mia permanenza ho scelto di alloggiare a Lloret de Mar. Tra tutte le località della zona, Lloret è senza dubbio una delle più economiche: offre una vasta scelta di hotel, appartamenti e strutture ricettive a prezzi contenuti e rappresenta una soluzione strategica per chi desidera esplorare la costa senza spendere una fortuna.
Non nego che, prima di partire, avevo qualche timore. Lloret è spesso associata alla movida giovanile, alle discoteche affollate e alle notti rumorose. Temevo di ritrovarmi in un contesto caotico, lontano dal tipo di viaggio che desideravo. E invece, come spesso accade, la realtà ha saputo sorprendermi.
In questo articolo vi racconto la mia esperienza, condividendo consigli utili su cosa vedere, dove mangiare e perché, a dispetto dei pregiudizi, Lloret de Mar può rivelarsi una scelta intelligente per organizzare un viaggio su questa meravigliosa costa catalana.
Lloret de Mar si trova nella parte meridionale della Costa Brava ed è una delle località principali lungo questo tratto di costa catalana. Se si arriva da Barcellona, Lloret rappresenta la seconda tappa turisticamente rilevante dopo Blanes.
È una destinazione facilmente raggiungibile sia dall’aeroporto di Barcellona che da quello di Girona. La soluzione migliore per spostarsi in zona è noleggiare un’auto direttamente in aeroporto: da Barcellona si impiega circa un’ora e mezza, mentre da Girona il tragitto è molto più breve e si raggiunge Lloret in circa 30 minuti.
Lloret è conosciuta per la sua anima vivace, con una zona centrale particolarmente amata dai giovani grazie alla presenza di numerosi locali notturni, bar e discoteche. Allo stesso tempo, offre anche un mare di ottima qualità, spiagge attrezzate e alcune calette tranquille perfette per chi cerca relax. Un altro punto a favore della sua posizione è la possibilità di esplorare comodamente tutta la Costa Brava: la maggior parte delle località più famose si raggiungono in auto in un massimo di un’ora e mezza o due, rendendo Lloret una base davvero strategica per chi desidera scoprire la costa giorno dopo giorno.
Per cosa è famosa
Lloret de Mar è una delle icone turistiche della Costa Brava, rinomata per le sue magnifiche spiagge, con sabbia dorata e acque limpide. Tra le più celebri ci sono Lloret Beach, Fenals e le calette nascoste come Cala Sa Boadella.
Ma Lloret non è solo mare: è famosa anche per la sua movida, vivace e affollata durante l’estate, una destinazione amatissima dai giovani grazie ai numerosi locali, discoteche e bar che animano le serate.
Accanto a questo volto più festaiolo, emerge un’anima culturale. I Giardini di Santa Clotilde, affacciati su un promontorio sul mare, la chiesa di Sant Romà con la sua architettura unica e colorata, il Castello di Sant Joan che regala panorami mozzafiato, il Museo del Mare che porta alla scoperta del legame profondo con la marineria locale.
Grazie a questa straordinaria combinazione di spiaggia, vita notturna, natura, storia e cultura, Lloret de Mar è diventata una destinazione completa e sorprendente per ogni tipo di viaggiatore.
Cosa fare a Lloret de Mar
Da non perdere sono il Castello di Sant Joan, arroccato su una collina tra le spiagge principali, da cui si gode di una vista magnifica sulla Costa Brava. A pochi passi, l’Iglesia di Sant Romà cattura l’attenzione con la sua architettura stravagante, incorniciata da cupole colorate meravigliose.
Per chi ama gli spazi verdi con vista mare, i Giardini di Santa Clotilde rappresentano un’oasi di serenità. Anche il Museo del Mar può essere molto interessante. .
Non mancano, infine, passeggiate panoramiche come il sentiero costiero fino alla statua della “Venus de Lloret”.
Le spiagge imperdibili di Lloret de Mar e dintorni
Tra le spiagge di Lloret de Mar, la Playa de Fenals emerge per la sua ampiezza, la sabbia dorata e i servizi disponibili, rendendola perfetta per famiglie o per chi vuole comodità a pochi passi dal centro. Santa Cristina, invece, offre un’atmosfera più raccolta.
Per chi ama le calette nascoste, Cala Sa Caleta, vicinissima al centro, è un gioiello dove le piccole barche da pesca punteggiano il mare, regalando scorci suggestivi.
Spingendosi un po’ oltre verso Tossa de Mar, si trovano piccoli paradisi naturali come Cala Pola.
Dove mangiare a Lloret de Mar: consigli testati
Durante il mio soggiorno a Lloret de Mar ho avuto modo di provare diverse opzioni gastronomiche, con esperienze molto varie. Se alloggiate in centro e cercate una soluzione comoda senza troppe pretese, Mar Sol può essere un’opzione praticabile: si trova lungomare, il servizio è cortese, ma nel complesso l’esperienza non mi ha lasciato ricordi particolarmente memorabili.
Per chi è preferisce la carne, una tappa può essere Patagonia, ristorante dallo stile informale che propone diverse scelte. La qualità è nella norma e l’ambiente semplice, anche se non rientra tra i ristoranti che consiglierei come tappa imperdibile.
La vera scoperta, però, è stato Sant’Elm, un ristorante specializzato in pesce che si è rivelato la migliore esperienza culinaria dell’intero viaggio. La paella, in particolare, merita una menzione d’onore. Super consigliato.
Per la colazione, ci sono due indirizzi che vale la pena segnare. Il primo è Forn de Pa Alarcón, una panetteria artigianale storica, famosa per i dolci da forno ed il pane fatto in casa. Il secondo è By Miramar, perfetto per chi predilige una colazione sana e leggera, con yogurt, frutta fresca e opzioni sane vista mare.
Perché alloggiare a Lloret de Mar: pro e contro
Durante il mio viaggio on the road in Costa Brava ho scelto di alloggiare a Lloret de Mar, pur partendo con qualche timore legato alla sua fama di località vivace e molto frequentata dai giovani. A spingermi verso questa scelta è stato soprattutto il fattore economico: Lloret è una delle località più accessibili della Costa Brava che, se non pianificata con attenzione, può rivelarsi anche piuttosto costosa.
Lloret, invece, offre una grande varietà di strutture a prezzi competitivi, senza rinunciare alla posizione strategica e alla praticità per chi, come me, viaggia in auto e ha bisogno di soluzioni flessibili. Un altro vantaggio è stata la presenza di numerosi ristorantini sul lungomare, aperti fino a tardi, perfetti per chi rientra la sera dopo un’intera giornata di escursioni.
Quello che mi ha stupita positivamente è stato il clima generale del paese: la zona della movida è concentrata in un’unica zona, ben delimitata e basta scegliere l’alloggio con un minimo di attenzione per non subirne affatto l’influenza. Io, ad esempio, ho soggiornato in una traversa tranquilla a pochi minuti dal lungomare e ho trovato l’atmosfera molto rilassata, anche nelle ore serali e del mattino. Anzi, la mattina Lloret è quasi deserta, ideale per chi ama godersi la colazione in silenzio intorno alle 9.
Il rovescio della medaglia è che Lloret è molto turistica: i negozi sono quasi tutti dedicati ai souvenir e l’aspetto della cittadina è meno caratteristico rispetto, ad esempio, a Tossa de Mar. Tuttavia, la sua posizione centrale permette di raggiungere in breve tempo molte delle località più belle della costa, rendendola una base comoda e funzionale per esplorare la regione. Personalmente, la consiglierei senza esitazioni.
Parcheggi a Lloret de Mar: l’unico vero punto debole
L’unico vero ostacolo che ho incontrato durante il mio soggiorno a Lloret de Mar è stato senza dubbio legatoal parcheggio. Appena arrivati, ci siamo trovati un po’ disorientati: tutta la zona interna della cittadina, compresa l’area dove si trovava il nostro hotel, è zona pedonale o a traffico limitato, ma la segnaletica non è sempre chiara. Il rischio è quello di finire, senza volerlo, incastrati tra i vicoletti stretti del centro, con manovre complesse per uscirne.
Il mio consiglio è di evitare di inoltrarsi troppo verso l’interno del paese e di restare sulle vie esterne che circondano la cittadina, in particolare quelle che corrono lungo la costa o vicino alla superstrada che collega Lloret a Barcellona. Da lì, ci si può muovere a piedi in pochi minuti verso il centro.
Per quanto riguarda il parcheggio, la soluzione più comoda si è rivelata la zona blava, dove in la sosta è gratuita dalle 18:00 alle 10:00 del mattino. Un’opzione perfetta per chi, come noi, usava l’auto solo di giorno. Vi lascio la posizione di quello che abbiamo sfruttato durante il nostro soggiorno: https://maps.app.goo.gl/PvcTo6fFhgnnM9ZU7
Abbiamo trovato anche un parcheggio gratuito davanti a un supermercato, segnalato come chiuso da una catena nelle ore serali. In realtà, durante tutto il soggiorno non abbiamo mai visto la catena, nonostante fossero presenti i supporti per bloccare l’accesso. Non è chiaro se si sia trattato di un’eccezione o di una prassi poco applicata, ma nel dubbio conviene non farci troppo affidamento.
Evitate assolutamente i parcheggi verdi, riservati ai residenti, spesso soggetti a fasce orarie complesse. In definitiva, per evitare stress inutili, consiglio di puntare direttamente ai parcheggi zona blava: più semplici, più chiari e molto più convenienti.
Perché un’assicurazione di viaggio è indispensabile: la mia esperienza personale
Durante il mio viaggio in Costa Brava, proprio lì dove ho avuto la sfortuna di fratturarmi un gomito, mi sono resa conto di quanto sia fondamentale partire sempre con un’assicurazione di viaggio. Anche se alla fine sono riuscita a imbarcarmi regolarmente e tornare a casa senza particolari difficoltà, mi è stato chiaro che, se le cose fossero andate diversamente, avere una polizza sarebbe stato davvero indispensabile.
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Il mio consiglio è di partire sempre coperti, anche quando si viaggia in Europa: l’imprevisto, purtroppo, non avvisa. E a volte basta poco per trovarsi in situazioni delicate da gestire, soprattutto in un paese straniero.
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Se viaggiate in Spagna, potete usufruire della Tessera Europea di Assicurazione Malattia (TEAM), che consente l’accesso alle strutture pubbliche alle stesse condizioni dei cittadini spagnoli. Le cure urgenti sono coperte, ma è importante rivolgersi a ospedali pubblici e mostrare la tessera al momento della visita. Le prestazioni in strutture private non sono rimborsabili. Per viaggiare ancora più tranquilli, l’assicurazione resta comunque fortemente consigliata.
Organizziamo insieme il vostro viaggio in Costa Brava
Se state pianificando un viaggio in Costa Brava e avete bisogno di una mano per definire l’itinerario, scegliere dove alloggiare, costruire una guida personalizzata o affidarvi a qualcuno che si occupi completamente dell’organizzazione del viaggio, potete rivolgervi a me.
Sono una Travel Designer certificata, specializzata in itinerari su misura e consulenze per viaggiatori che desiderano vivere esperienze autentiche, funzionali e ben organizzate. Posso aiutarvi a costruire il vostro percorso giorno per giorno, oppure occuparmi direttamente della prenotazione dei servizi, lasciandovi solo il piacere di partire con la valigia pronta.
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Prima del mio matrimonio, le mie amiche hanno deciso di regalarmi un’esperienza indimenticabile: un addio al nubilato in Marocco. Eravamo sei donne, da sole, pronte a vivere un’avventura in questo paese straordinario e lo ammetto: prima di partire, ci siamo sentite ripetere frasi come “State attente”, “Non è sicuro”, “Viaggio in Marocco solo donne? Ma siete matte?”. I timori che circondano questa destinazione ci erano arrivati da ogni parte. Ma sapete una cosa? Niente di tutto ciò ci ha impedito di partire o si è rivelato fondato.
La realtà che abbiamo incontrato è stata ben diversa da quella che ci era stata raccontata. Abbiamo trovato un popolo accogliente, sorridente e profondamente ospitale, capace di farci sentire le benvenute in ogni momento, senza mai sentirci in pericolo o fuori posto. Abbiamo riso, ballato, bevuto tè alla menta, condiviso esperienze con donne locali e vissuto la magia autentica di questo Paese, tra hammam, deserto e colori che ancora porto nel cuore.
È proprio per questo che ho deciso di scrivere questo articolo: per rassicurare tutte quelle donne che sognano di partire per il Marocco ma hanno paura di farlo da sole. Voglio raccontarvi la mia esperienza, senza filtri, per dimostrarvi che sì, si può viaggiare in Marocco da sole e in sicurezza.
Ho già pubblicato un articolo su come organizzare un viaggio in Marocco, con l’itinerario completo e tantissimi consigli pratici e nei prossimi giorni usciranno anche gli articoli dedicati alle due tappe principali che abbiamo visitato: Marrakech ed Essaouira. Quindi, in questo articolo mi dedicherò principalmente alla mia esperienza al femminile in un paese meraviglioso.
La nostra esperienza di viaggio in Marocco da sole
Eravamo un gruppo di sei donne intorno ai trent’anni, tutte con lo zaino in spalla e il cuore pieno di entusiasmo. Abbiamo trascorso la maggior parte del tempo a Marrakech, dormendo in un riad nascosto tra i vicoli del centro. I primi minuti, lo ammetto, ci hanno un po’ messo ansia: stradine strette, disordinate, a volte semi-deserte, ci sembravano tutto fuorché rassicuranti. Ma è proprio lì che si trovano i riad più autentici e quella sensazione iniziale passa in fretta. Di sera evitavamo semplicemente di tornare troppo tardi, ma in ogni caso non ci è mai successo nulla. Nessuno ci ha seguito, nessuno ci ha mai infastidite.
Prima di partire, in tanti ci avevano avvertito: “Non credete a chi vi dice che la strada è chiusa, vogliono solo portarvi nei loro negozi o ristoranti”. In realtà, nel nostro caso, ogni volta che qualcuno ci ha detto “la strada è chiusa”… era davvero chiusa. Noi, diffidenti, proseguivamo lo stesso e poi ci ritrovavamo puntualmente a tornare indietro. Il ragazzo di prima ci aspettava sorridendo e si faceva una risata. Tuttavia, altri viaggiatori mi hanno raccontato che loro invece si sono trovati ad essere portati in negozietti per comprare, quindi evitate di fidarvi lo stesso, meglio fare qualche passo in più nel caso.
L’unica cosa che può creare un po’ di fastidio è l’atteggiamento degli uomini: sguardi lunghi e tanti complimenti ad alta voce tipo “Shakira! Bellissima! Tesoro!”, ma nulla che ci abbia mai intimorito. Nessuno si è mai permesso di andare oltre. A cena o nei souk ci chiedevano se fossimo sposate o fidanzate e solo chi rispondeva “single” riceveva qualche domanda in più, che si chiudeva subito con gentilezza.
A Marrakech, l’unico vero pericolo? I motorini. Sfrecciano ovunque. Per il resto, esperienza assolutamente tranquilla.
Consigli pratici per viaggiare in Marocco solo donne
Durante il nostro viaggio ho notato che molte ragazze occidentali si vestivano con spalle scoperte, pantaloncini e top, senza attirare particolare attenzione o problemi evidenti. Tuttavia, il mio consiglio personale è di evitarlo, per una questione sia di sicurezza che di rispetto. Il Marocco è un Paese dove le credenze culturali e religiose sono diverse dalle nostre: mostrare troppo il corpo può essere percepito come una mancanza di rispetto. In generale, io consiglio di coprire spalle e gambe, anche perché è il modo migliore per sopravvivere al caldo! Una sera sono uscita solo con la canottiera e ho patito moltissimo il calore sulla pelle, mentre con camicia e pantaloni di lino stavo fresca e protetta. Quindi sì, è anche questione di comodità.
Se si viaggia da sole, è fondamentale valutare la posizione dell’alloggio. Noi alloggiavamo in un riad nel cuore della città, tra vicoletti deserti. In gruppo è stato gestibile, ma da sola mi sarei sentita più vulnerabile. Magari meglio un hotel in una zona più accessibile e trafficata. Sconsiglio anche di girare in vicoli isolati di notte: è sempre meglio restare nelle vie principali, magari cenare presto e rientrare con calma.
Infine: non date troppe informazioni. Anche se il popolo marocchino è gentile e curioso, meglio non dire che si viaggia da sole, né dove si alloggia. Un “mi aspetta il mio compagno” funziona sempre. Questo, però, è un consiglio che mi sento di darvi qualora viaggiaste in solitaria ovunque nel mondo.
Infine, se potete, evitate di viaggiare durante il Ramadan: l’atmosfera cambia completamente e si percepisce una certa tensione ovunque.
Consigli pratici per organizzare un viaggio in Marocco in generale
Oltre alle raccomandazioni specifiche per chi viaggia da sola o in un gruppo solo al femminile, ci tengo a ricordarvi alcuni consigli pratici generali che ho già approfondito nell’articolo dedicato a come organizzare un viaggio in Marocco, ma che sono sempre utili.
Prenotate in anticipo il trasferimento dall’aeroporto all’alloggio. I taxi non funzionano come da noi: i prezzi non sono fissi, non ci sono sportelli ufficiali e all’arrivo, magari stanchi e spaesati, è facilissimo confondersi o farsi ingannare. Molti alloggi offrono un transfer privato, e fidatevi: vi risparmiate il caos.
Il secondo consiglio è un grande classico: negoziate sempre. Nei souk, per strada, nei piccoli servizi turistici, nei mercatini e perfino con qualche guida improvvisata. I prezzi iniziali sono spesso gonfiati anche di 4 o 5 volte. Ma per loro contrattare è parte del gioco. Non siate aggressivi, né esageratamente rigidi: fatevi un’idea del valore giusto e cercate di arrivare a metà strada col sorriso.
Terzo punto cruciale: la connessione internet. Io vi consiglio di usare una eSIM, comodissima perché si attiva direttamente dal telefono, senza dover togliere la vostra SIM fisica. Personalmente utilizzo HolaFly, con cui sono affiliata: vi lascio il link per installarla e, con il codice viaggiscrittiamano, avrete anche il 5% di sconto.
Ultimi due consigli fondamentali: fermenti lattici prima della partenza (l’acqua locale è da evitare, così come frutta e verdure crude) e un’assicurazione viaggio seria. Io consiglio Heymondo, che offre il 10% di sconto riservato ai lettori del mio blog: vi basta cliccare sul banner qui sotto per accedere direttamente alla tariffa scontata:
Organizziamo il vostro viaggio in Marocco insieme
Se dopo aver letto questo articolo vi è venuta voglia di partire, sappiate che possiamo organizzare insieme il vostro viaggio in Marocco.
Infatti, sono una Travel Designer certificata e collaboro con un Tour Operator, quindi posso aiutarvi in base a quello che desiderate: dalla semplice consulenza sulla destinazione, all’elaborazione di una guida di viaggio personalizzata, fino all’organizzazione completa dell’intero viaggio.
Trovate tutte le informazioni e i servizi disponibili nella sezione Contatti del mio blog. Vi basterà compilare il modulo, selezionare il servizio che preferite e vi ricontatterò il prima possibile per iniziare a progettare insieme la vostra avventura in Marocco.
Questa esperienza l’ho vissuta in prima persona ed è stato uno dei viaggi più emozionanti della mia vita. Ma conto di tornare ancora molte volte: il Marocco è un Paese che ho amato profondamente e che voglio esplorare meglio, tappa dopo tappa, nei prossimi anni.
Proprio per questo, sto valutando di organizzare dei viaggi di gruppo al femminile, per dare anche a chi ha qualche timore la possibilità di vivere questo Paese meraviglioso in sicurezza e in compagnia, senza rinunciare a nulla. Se vi potrebbe interessare partecipare a uno di questi viaggi, scrivetemi nei commenti, oppure mandatemi un messaggio: mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate!
Spero, come sempre, di essere stata utile a chi sta progettando il proprio viaggio in autonomia. Per qualsiasi dubbio o curiosità, scrivetemi pure.
Quest’estate ho intrapreso un on the road che mi ha portato da Roma a Parigi, attraversando Loira, Bretagna e Normandia. Durante il viaggio, una delle tappe più complesse da organizzare è stata quella delle spiagge dello sbarco in Normandia. Nonostante la loro importanza storica, ho faticato a trovare informazioni davvero utili per organizzare un on the road.
Ho deciso, quindi, di scrivere questo articolo per condividere con voi le tappe che, secondo me, non dovrebbero mancare e per darvi alcune informazioni che avrei voluto avere prima di partire. Vi racconterò i luoghi che ho visitato e vi darò suggerimenti pratici per rendere il viaggio più semplice e completo.
Quali sono le cinque spiagge dello sbarco in Normandia
Iniziamo subito con il precisare che le cinque spiagge dello sbarco sono:
Utah Beach, la più occidentale, è stata teatro di uno sbarco americano pianificato con precisione e successo la mattina del 6 giugno 1944.
Omaha Beach è la più famosa (e la più cruentamente ricordata): è qui che si consumò il “Bloody Omaha”, una resistenza tedesca feroce che costò migliaia di vittime. Oggi la spiaggia libera si mescola al silenzio solenne del Cimitero americano di Colleville‑sur‑Mer, a pochi minuti a piedi, dove le lapidi bianche si affacciano sul mare e riflettono l’immensità del sacrificio.
Gold Beach, assegnata agli inglesi, è stata la più equilibrata dal punto di vista operativo: gli uomini sbarcarono e avanzarono fino a Bayeux e il porto di Port-en-Bessin, riuscendo a collegarsi con i canadesi a Juno.
Juno Beach fu il settore canadese: i soldati sbarcarono affrontando mare mosso e fortificazioni sode, ma alla fine riuscirono ad avanzare e unire le truppe britanniche su Gold. Nonostante l’alto numero di feriti, la tenacia li portò a stabilire un collegamento cruciale.
Sword Beach, la più orientale, è stata controllata dai britannici insieme ai francesi e l’obiettivo principale dei soldati era creare una testa di ponte sulla spiaggia.
Questi nomi non rappresentano singole spiagge in senso stretto, ma sono perlopiù nomi in codice utilizzati durante la guerra per individuare le zone di attacco senza essere intercettati.
Oggi queste spiagge sono luoghi tranquilli, dove passeggiare durante le autunnali estati di questa parte della Francia, ma i resti di armi e bunker conservano ancora tutta l’atrocità di una terribile guerra.
Dove si trovano le spiagge dello sbarco in Normandia
Le famose spiagge dello sbarco si trovano in Francia, nella regione della Normandia, e si estendono lungo un tratto di costa piuttosto ampio, che va da Utah Beach fino alla zona di Caen. Parliamo di circa 100 km di litorale, un fronte enorme se ci pensate, che ha visto sbarcare migliaia di soldati durante il D-Day del 6 giugno 1944. È proprio in questo tratto di costa che si trovano le celebri Utah Beach, Omaha Beach, Gold Beach, Juno Beach e Sword Beach, nomi che ormai risuonano nella storia e che oggi si possono visitare con grande rispetto ma anche con tanta curiosità. In realtà, è comunque possibile incontrare musei, memoriali e importanti resti storici anche risalendo oltre Utah Beach, penso ad esempio al museo della liberazione di Cherbourgh.
Le spiagge si affacciano sul Canale della Manica e sono distribuite tra i dipartimenti della Manche e del Calvados. Alcune località che si incontrano esplorando questa zona sono Saint-Lô, Bayeux, Caen e Cherbourg: tutte città strategiche durante la Seconda Guerra Mondiale, ma oggi perfette per chi vuole conoscere il volto storico della Normandia e godersi dei borghi da fiaba.
Utah Beach è la spiaggia più a ovest, mentre Sword Beach è quella più orientale, vicina a Ouistreham e Caen. Tra una spiaggia e l’altra, si attraversano paesini deliziosi e campagne tranquille, in un contrasto continuo tra la pace di oggi e la memoria di ciò che è stato. Quando ho organizzato il mio viaggio, ho trovato questa zona una delle più complesse da decifrare, ma allo stesso tempo una delle più emozionanti da vivere. Ecco perché ve ne parlo: perché possiate partire più preparati e godervi al meglio questo tratto di costa così importante per la storia dell’Europa.
Storia delle spiagge dello sbarco in Normandia
Le spiagge dello sbarco in Normandia sono conosciute in tutto il mondo perché furono teatro di uno degli eventi più decisivi della Seconda Guerra Mondiale. Il 6 giugno 1944, data passata alla storia come D-Day, le forze alleate diedero il via all’Operazione Overlord, un’imponente offensiva militare finalizzata a liberare l’Europa occupata dai nazisti. Quel giorno, i soldati provenienti da Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Francia sbarcarono lungo questo tratto di costa normanna di circa 100 chilometri. Questo imponente sforzo militare permise l’apertura del fronte occidentale e segnò l’inizio della liberazione dell’Europa dal regime nazista.
Le cinque spiagge principali, ognuna con un nome in codice, erano Utah, Omaha, Gold, Juno e Sword.
Ancora oggi, queste spiagge custodiscono le tracce di quanto accaduto: bunker, crateri, musei a cielo aperto e cimiteri militari rendono il paesaggio profondamente carico di memoria. È un luogo dove la storia si respira ad ogni passo e non sorprende che sia una meta amatissima dagli americani. In molte zone, tra ristoranti, villaggi, insegne e commemorazioni, sembra quasi di non essere più in Francia, ma in una piccola America sul mare. È uno di quei posti in cui il passato non è mai davvero passato e dove il viaggio diventa anche un modo per comprendere meglio ciò che siamo oggi.
Il mio itinerario attraverso le spiagge dello sbarco in Normandia
Durante il mio on the road estivo in Francia, ho deciso di dedicare tre giorni alla scoperta delle spiagge dello sbarco in Normandia. Una scelta che avevo in mente da tanto tempo e che, una volta realizzata, si è rivelata molto più intensa e toccante di quanto potessi immaginare.
Ho studiato accuratamente ogni possibile tappa e, proprio per questo, ho deciso di costruire un itinerario su misura, evitando i musei al chiuso per un motivo ben preciso: viaggiavo con il mio cagnolino e avevo voglia di vivere questa zona all’aperto, godendomi il vento che soffia sulle spiagge, i paesini che sembrano usciti da un film americano anni ’40 e la luce del sole fino a tarda serata che colora ogni cosa. C’è qualcosa di inspiegabile e unico nell’aria di questi luoghi, un mix di pace, memoria e orgoglio che si percepisce ovunque.
Di seguito trovate un piccolo focus su ogni luogo che ho visitato, a parte il primo dell’elenco.
Cherbourg (Museo della Liberazione)
Cherbourg è una tappa che avevo considerato per il mio itinerario, perché qui si trova il Musée de la Libération. Anche se non ho visitato il museo all’interno (viaggiavo con il mio cagnolino e ho preferito stare all’aperto), reputo che meriti menzione per chi desidera approfondire la storia della liberazione, quindi magari potete considerarlo come opzione in caso di pioggia.
Sainte‑Mère‑Église
Sainte‑Mère‑Église è un piccolo borgo rurale nel dipartimento della Manche, in Normandia. È celebre perché fu uno dei primi centri liberati dagli americani durante la notte del D‑Day, 6 giugno 1944.
La storia racconta che la 82ᵃ e la 101ᵃ Airborne Division degli Stati Uniti furono lanciate sopra la regione. Uno dei paracadutisti, John Marvin Steele, rimase impigliato a una delle guglie della chiesa Notre‑Dame‑de‑l’Assomption. Il borgo celebra tuttora questo evento: sulla chiesa, infatti, è appeso un manichino con paracadute.
Inoltre, in piazza, si trova il Musée Airborne, aperto dal 1964, composto da più padiglioni tra cui un glider Waco CG‑4, un C‑47 Skytrain e scenografie immersive che raccontano le operazioni delle divisioni paracadutiste.
Nei pressi della chiesa, la Maison de la Paix offre uno spazio tranquillo con video e mostre sulla storia di John Steele e della località. Inoltre l’open air museum, disponibile tramite videoguida GPS, permette di esplorare a cielo aperto i luoghi del D‑Day con pannelli informativi.
In ogni caso, consiglio questo paesino per i localini in pieno stile America anni ’40 e i negozi pieni di gadget particolari.
Utah Beach
Utah Beach è tra le 5 spiagge dello sbarco e noi l’abbiamo visitata al tramonto, respirando un’atmosfera a dir poco suggestiva.
Oggi ospita il Musée du Débarquement direttamente sulla spiaggia, che ripercorre il D‑Day. Il museo è aperto tutto l’anno. Anche se non si entra, si può esplorare la zona esterna gratuitamente: dune, piste rialzate, resti delle fortificazioni tedesche e l’obelisco del Utah Beach American Memorial, collocato su un promontorio sabbioso che domina la spiaggia. Lungo le passeggiate ci sono pannelli informativi, resti e percorsi pedonali accessibili.
Pointe du Hoc
Pointe du Hoc è uno sperone roccioso alto circa 30–35 metri che si affaccia sul Canale della Manica, situato nel comune di Cricqueville‑en‑Bessin, tra Utah e Omaha Beach. Fu teatro di una delle operazioni più audaci del D‑Day.
Il sito oggi è accessibile gratuitamente, senza necessità di prenotazione e si può passeggiare per circa un’ora tra bunker originali, casematte, crateri da bombardamento e monumenti commemorativi, tra cui il simbolico Ranger Monument, una colonna di granito simbolo dell’assalto.
Ci sono parcheggi gratuiti disponibili, servizi igienici e non è consentito l’accesso ai cagnolini.
Il paesaggio offre viste mozzafiato ma ciò che davvero mi ha impressionata sono le enormi buche lasciate dai bombardamenti.
Omaha Beach & Cimitero Americano di Colleville‑sur‑Mer
Omaha Beach è una delle spiagge più emblematiche del D‑Day, è qui che le truppe americane affrontarono il “Bloody Omaha”: una resistenza feroce, bunker nascosti, difese attivissime.
Alla base della scogliera, domina il Normandy American Cemetery, situato su circa 70 ettari di terreno tra Arromanches e Grandcamp‑Maisy. Da qui, si gode una vista struggente su Omaha Beach e sull’oceano. Sono sepolti migliaia di soldati americani, con infiniti nomi incisi sui “Wall of the Missing”: giovani caduti di cui non si trovò più il corpo. Le lapidi in marmo bianco sono allineate su prati immacolati, simbolo di grazia e sacrificio. La cappella centrale e il memorial semicircolare ospitano mappe, mosaici.
C’è un Visitor Center con filmati e mostre divulgative e per la visita considerate da un’ora fino a due ore, a seconda del ritmo e del tempo dedicato alla riflessione. I cani non sono ammessi.
Arromanches‑les‑Bains
Arromanches‑les‑Bains è un piccolo borgo costiero nel Calvados, un luogo dove la storia del D‑Day si fonde con un’atmosfera rilassata. Qui fu costruito il celebre Mulberry Harbour B, soprannominato “Port Winston” in onore di Churchill: un porto artificiale galleggiante progettato in Inghilterra, traghettato attraverso la Manica e assemblato al largo della costa subito dopo lo sbarco del 6 giugno 1944.
Ancora oggi, i giganteschi cassoni in cemento (i Phoenix caissons) emergono dalla sabbia e dal mare: resti che si vedono dalla spiaggia o dalle scogliere. A bassa marea, si può camminare vicino a queste strutture, facendo attenzione alla marea e alla sabbia mobile: panorama unico e impressionante.
Proprio qui si trova anche il Musée du Débarquement, museo dedicato al D‑Day, che si snoda in varie sale con modelli e pannelli dettagliati.
Il lungomare è piacevole da percorrere e tutto il centro è davvero carino.
Longues‑sur‑Mer Battery
La Longues‑sur Mer Battery è un sito affacciato su una scogliera sopra il Canale della Manica, tra Gold Beach e Omaha Beach ed è una delle poche batterie costiere del D‑Day ad aver mantenuto un arsenale autentico completo.
Costruita tra settembre 1943 e aprile 1944 dalla Organisation Todt, faceva parte del muro atlantico tedesco: ogni casamatta era progettata per resistere ai bombardamenti, con muri di oltre 2 metri di cemento armato. La batteria aprì il fuoco il 6 giugno 1944 su Gold e Omaha Beach.
Oggi il sito è un museo a cielo aperto ad accesso gratuito, sempre aperto, con percorso interpretativo di circa 1,5 km segnalato da pannelli informativi. La visita dura 30–40 minuti, anche se si può rimanere più a lungo per fotografare i bunker, camminare lungo la scogliera e ammirare il panorama. Il parcheggio è gratuito e ben segnalato. I cani sono ammessi al guinzaglio.
Juno Beach e Sword Beach
Il nostro viaggio è proseguito fino a Juno Beach e Sword Beach ma eravamo davvero stanchi, quindi in queste zone ci siamo limitati a delle lunghe passeggiate.
Tuttavia, a Juno beach troverete il Juno Beach Centre, l’unico museo canadese dedicato al D‑Day in Europa.
Da Juno Beach a Sword Beach sono circa 10 km, 20 minuti scarsi di macchina e a Sword troverete memoriali commemorativi sparsi lungo la costa e nei dintorni.
Dove alloggiare per visitare le spiagge dello sbarco
Quando ho iniziato a pianificare il mio itinerario in Normandia, l’idea iniziale era quella di dormire in una casina a Sainte‑Mère‑Église, poi una notte a Bayeux e infine una a Caen. Sembrava la combinazione perfetta per ridurre al minimo gli spostamenti in macchina e godermi ogni zona con calma.
Purtroppo, la prima tappa a Sainte‑Mère‑Église si è rivelata un disastro. Ho avuto un’esperienza pessima con la struttura prenotata e così, senza neanche disfare i bagagli, ho deciso di cambiare i piani e trasferirmi in una struttura più affidabile a Saint‑Lô. Non era prevista, ma devo dire che si è rivelata una buona base d’appoggio.
Mi sono trovata molto bene, invece, a Bayeux e Caen. Sono entrambe cittadine ben collegate, con una buona offerta di alloggi, ristoranti e servizi. Sicuramente due ottime basi per queste zone.
Come visitare le spiagge dello sbarco in Normandia
Visitare le spiagge dello sbarco in Normandia è un’esperienza che richiede tempo, calma e, soprattutto, libertà di movimento. Il modo più comune per arrivarci è prendere un volo per Parigi e da lì noleggiare un’auto. È una soluzione perfetta per chi ha a disposizione pochi giorni ma vuole vedere tutto con i propri tempi. Le spiagge distano circa 3 – 4 ore da Parigi, quindi organizzandosi bene si possono includere anche in un weekend lungo (4 giorni).
Io, invece, sono partita da Roma in macchina, perché il mio era un viaggio più ampio: un on the road che attraversava la Loria, la Bretagna, la Normandia e Parigi.
Se tornassi solo per le spiagge dello sbarco, noleggerei sicuramente una macchina in loco, perché è davvero il modo migliore per visitarle. Le tappe sono distanti tra loro, spesso immerse nella campagna o lungo tratti costieri. Con l’auto potete gestire gli orari, fermarvi ogni volta che un panorama vi colpisce e scegliere con calma quanto tempo dedicare a ogni spiaggia, memoriale o borgo.
Durante il mio viaggio non ho mai trovato traffico, i parcheggi sono quasi sempre gratuiti e non ho mai avuto problemi a trovare posto, nemmeno in alta stagione. Anzi, una delle parti che ho apprezzato di più è stata proprio guidare tra questi paesaggi così carichi di storia, tra strade immerse nel verde, villaggi fermi nel tempo e scorci sul mare. Secondo me, viaggiare in macchina in Normandia è parte del viaggio.
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Quanti giorni servono per visitare le spiagge dello sbarco in Normandia?
Una delle domande più frequenti quando si inizia a organizzare un itinerario sulle spiagge dello sbarco è: quanti giorni servono davvero? La risposta, come spesso accade nei viaggi, è: dipende.
Personalmente, io ho dedicato due notti e tre giorni a questa zona durante il mio on the road in Normandia e, per come avevo impostato il mio viaggio, è stato un tempo più che sufficiente.
Il mio obiettivo non era fare una visita museale dettagliata, ma piuttosto immergermi nell’atmosfera di questi luoghi, godermi il paesaggio, le spiagge, i piccoli borghi a tema americano e l’estate insieme al mio cane. Per questo motivo ho scelto di stare il più possibile all’aperto, camminare tra i memoriali, fermarmi davanti ai bunker e vivere la storia attraverso i luoghi, senza passare troppo tempo nei musei.
Se anche voi state programmando un viaggio simile, direi che 2 o 3 giorni sono perfetti per toccare tutti i principali punti d’interesse.
Detto questo, se siete appassionati di storia militare o desiderate visitare ogni singolo museo e memoriale, mettete in conto almeno 5 giorni pieni. E se avete in mente un itinerario super dettagliato, magari con una giornata intera dedicata a ciascuna spiaggia e a tutti i siti associati, allora vi servirà anche una settimana o più.
Com’è il clima in Normandia?
La Normandia ha un clima oceanico temperato, che in teoria dovrebbe mantenere il tempo abbastanza fresco e ventilato per la maggior parte dell’anno. Le precipitazioni, invece, sono distribuite su tutto l’anno ed il vento è una costante.
Tuttavia, quest’estate i miei clienti che hanno visitato la zona mi hanno raccontato di temperature davvero alte, superiori ai 30°C! Quindi, anche in Normandia, le condizioni stanno cambiando e qualche giorno di caldo forte è possibile.
Per questo motivo, il mio consiglio è sempre lo stesso: mettete nello zaino una felpa leggera e un k-way antipioggia ma anche qualcosa di molto estivo. Anche se statisticamente potete contare su clima temperato e ventilato, è meglio essere pronti a un improvviso temporale.
Da parte mia, che ho visitato la Normandia in agosto, durante il viaggio ho sperimentato temperature primaverili e sono sempre stata a mio agio con pantaloni lunghi e camicetta leggera.
A chi consiglio un viaggio tra le spiagge dello sbarco in Normandia
La Normandia, nel suo insieme, è una regione romantica. La consiglio con tutto il cuore alle coppie, soprattutto se inserita in un itinerario più ampio tra Mont Saint-Michel, le scogliere di Étretat e qualche villaggio di campagna. Le spiagge dello sbarco, in questo contesto, sono un’ottima parentesi per dare profondità storica e contenuto al viaggio.
Noi eravamo in coppia, con il nostro cagnolino al seguito e devo dire che è stato un bellissimo viaggio, pieno di tutto. Se Mont Saint-Michel era la mia tappa da sogno e Étretat quella più adatta a Gastone, le spiagge dello sbarco hanno appagato completamente Matteo, che è appassionato di storia. Insomma, una combinazione perfetta per accontentare tutti.
Lo consiglio anche alle famiglie, sia con bambini piccoli, che possono divertirsi a correre tra spazi enormi, sia con figli più grandi, perché questo è davvero un modo coinvolgente e intelligente per conoscere la storia. Alcuni musei sono molto interattivi e vivere i luoghi reali cambia radicalmente la prospettiva. Io stessa, nonostante avessi studiato l’argomento, ho scoperto dettagli che dai libri non avevo mai colto: sentirli raccontare lì, sul posto, fa tutta la differenza.
Al contrario, non lo consiglierei a chi cerca un viaggio “divertente”, movida, vita notturna stile “post-maturità”. La Normandia è tranquilla, silenziosa, rurale. La sera al massimo si va a cena o si prende una birra in un pub, ma niente discoteche, zero locali modaioli. L’età media è decisamente più alta.
Serve un’assicurazione di viaggio per la Normandia?
Io consiglio sempre di sottoscrivere un’assicurazione di viaggio, sia medica che di annullamento. È una protezione che aiuta in caso di imprevisti, permette di ricevere assistenza in italiano e consente di affrontare anche pratiche complesse con più leggerezza. La consiglio in generale per qualsiasi viaggio, anche in Italia.
A chi organizza un viaggio in autonomia, senza il supporto di una professionista come me, consiglio in particolare Heymondo, una compagnia affidabile, con costi davvero contenuti e un’assistenza clienti in italiano gentile, veloce e sempre disponibile. È una delle opzioni migliori per chi cerca una copertura completa con il minimo investimento.
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📌 Info utile – Come funziona l’assistenza sanitaria in Francia?
Anche se siete in possesso della TEAM – Tessera Europea di Assicurazione Malattia, in Francia è spesso richiesto l’anticipo delle spese mediche, anche per visite urgenti. Il rimborso può essere richiesto successivamente tramite la CPAM (Caisse Primaire d’Assurance Maladie), presentando ricevute e documentazione. Le spese vengono rimborsate secondo le tariffe previste dal sistema sanitario francese, che potrebbero non coprire l’intero importo versato.
Per questo motivo, una polizza assicurativa di viaggio resta fortemente consigliata, soprattutto per chi non vuole trovarsi impreparato davanti a imprevisti o procedure burocratiche complesse.
Organizziamo insieme il vostro viaggio tra le spiagge dello sbarco in Normandia
Come travel designer certificata, posso aiutarvi a costruire il vostro itinerario personalizzato tra le spiagge dello sbarco in Normandia, adattandolo ai vostri gusti, al tempo che avete a disposizione e alle tappe che ritenete davvero imperdibili. Ogni viaggio è diverso e proprio per questo creo sempre itinerari su misura: che siate una coppia, una famiglia, un gruppo di amici o viaggiatori solitari, possiamo pensarlo insieme in modo che sia esattamente come lo immaginate.
Parlo di una zona che ho vissuto personalmente, viaggiando in macchina con il mio compagno e il nostro cagnolino per quasi un mese, partendo da Roma e attraversando tutta la Francia, fino ad arrivare in Normandia, passando anche per Parigi e per la Bretagna. Questo viaggio mi ha permesso di scoprire ogni angolo con lentezza, di testare strade, alloggi, parcheggi, spiagge e musei, sempre con uno sguardo attento anche a chi viaggia con animali o ha esigenze specifiche.
Da quando ho condiviso sul blog i miei racconti sulla Normandia, ho ricevuto diverse richieste di consulenza, guide personalizzate e prenotazioni di viaggio. Questo mi ha dato modo di elaborare diverse tipologie di itinerario, anche alternative al mio.
Per ricevere una guida personalizzata, per richiedere una consulenza sulla destinazione, o per prenotare un viaggio completo costruito insieme, vi basterà compilare il modulo nella sezione Contatti del blog.
E, come sempre, spero che questo articolo sia utile anche a chi desidera organizzare il viaggio in autonomia: l’importante per me è che tutti possano viaggiare, scoprire e lasciarsi stupire dalle meraviglie del mondo.
Ho voluto scrivere questo articolo dopo essermi fratturata il gomito in Costa Brava perché sui miei canali social la domanda ricorrente su questo viaggio è estata: è possibile prendere l’aereo con il gesso?
Quindi, scrivo queste righe per raccontarvi come sono andate le cose, con l’intenzione di darvi qualche spunto su cosa fare se mai vi doveste trovare nella stessa situazione, anche se vi auguro con tutto il cuore di no.
PREMESSA NECESSARIA: non sono un medico né una specialista delle normative delle compagnie aeree. Sono laureata in giurisprudenza e una travel designer certificata, quindi questo articolo non vuole essere un parere professionale. È semplicemente il racconto di cosa è capitato a me, per darvi una guida pratica su come affrontare il viaggio con il gesso.
Detto questo, ogni esperienza è diversa e, soprattutto, ogni compagnia aerea ha le proprie regole che, tra l’altro, possono variare nel tempo. Inoltre, ogni paese ha le sue specifiche normative e ogni situazione medica va valutata singolarmente.
Quindi, se dovesse mai capitarvi un incidente in viaggio, il mio consiglio principale è quello di recarvi subito al pronto soccorso del posto, poi informare l’agenzia con cui avete prenotato il viaggio o direttamente la compagnia aerea e la vostra assicurazione di viaggio se avete organizzato tutto in autonomia.
In ogni caso, questo articolo vuole solo essere un punto di partenza, ma ogni aspetto dovrà essere verificato con i professionisti competenti.
Quali rischi si corrono prendendo l’aereo con il gesso?
Viaggiare con il gesso ha i suoi rischi e uno dei principali è il gonfiore dei tessuti dovuto al cambiamento di pressione in volo. Questo gonfiore può portare a due tipi di problemi: il primo riguarda la frattura stessa, che potrebbe peggiorare perché i tessuti si gonfiano e vanno a scontrarsi con l’ingessatura, soprattutto se si ha un gesso chiuso. Il secondo riguarda la circolazione, che può essere ostacolata dal rigonfiamento, creando ulteriori complicazioni.
Nel mio caso, ad esempio, quando mi sono rotta il piede in Sardegna, molti anni fa, non ci sono stati grossi problemi. Non avendo patologie pregresse, infatti, il gonfiore non ha influito sulla frattura o sulla circolazione, anche perché sono partita dopo diversi giorni dall’incidente. La situazione è stata diversa quando mi sono fratturata il gomito, pochi mesi fa, prima di prendere l’aereo da Barcellona a Roma. In questo caso, purtroppo, soffrivo già di una patologia che aumenta il rischio di trombi. Però, trattandosi di una frattura al gomito, nulla mi ha impedito di alzarmi e camminare durante il volo, il che ha aiutato a favorire la circolazione e a ridurre i rischi. Dunque, anche il mio medico di base mi ha dato l’ok a partire.
Quindi, quando si valutano i rischi del volare con il gesso, è fondamentale considerare tre cose: innanzitutto, la condizione della frattura, per capire se il gonfiore potrebbe peggiorarla. Poi, il tipo di ingessatura, per evitare che il rigonfiamento eccessivo possa causare danni. E, infine, la propria condizione di saluteordinaria.
Prima informazione fondamentale: quanto tempo è passato dalla frattura?
Una delle prime regole che quasi tutte le compagnie aeree applicano è che non si può volare subito dopo una frattura. Di solito, si devono aspettare almeno 24 o 48 ore dalla frattura per poter prendere un volo di breve durata, per un massimo di circa 2 ore. Se la frattura è avvenuta da più tempo, saranno il medico e la compagnia aerea, in base al tipo di danno e alla durata del volo, a stabilire se e per quanto vi è permesso volare.
La ragione per cui il tempo trascorso dalla frattura è così importante è legata alla pressione in cabina. Con la variazione di pressione dell’aereo, i tessuti danneggiati tendono a gonfiarsi, e questo potrebbe peggiorare la situazione medica. Insomma, la regola principale da tenere a mente è proprio questa: più tempo è passato, più il vostro corpo avrà avuto la possibilità di adattarsi e ridurre il rischio di complicazioni.
Seconda informazione fondamentale: che tipo di frattura è stata riportata?
Oltre al tempo trascorso dalla frattura, un altro aspetto fondamentale da considerare è il tipo di frattura che avete subito. Non tutte le fratture sono uguali e alcune potrebbero rendere il volo più complicato e rischioso rispetto ad altre.
Quindi, prima di prendere in volo, è essenziale consultare il medico che valuterà la gravità del danno e stabilirà se ci sono controindicazioni a volare. Ogni frattura ha le sue peculiarità e il medico saprà consigliarvi in base alla situazione specifica.
Terza informazione fondamentale: il tipo di ingessatura applicata
Una volta che il medico ha confermato che è sicuro volare, un altro aspetto cruciale da considerare è il tipo di ingessatura che viene applicata.
In generale, le compagnie aeree consentono l’imbarco solo con un’ingessatura di tipo aperto se la frattura è avvenuta da poco tempo (24-48 ore). Questo tipo di gesso, infatti, consente ai tessuti di espandersi in modo naturale, senza compromettere la circolazione, riducendo così il rischio che la pressione dell’aereo provochi ulteriori danni. Inoltre, un’ingessatura aperta facilita anche i controlli di sicurezza in aeroporto.
Cosa fare? I passaggi da seguire per volare con il gesso
Adesso che abbiamo visto quali sono le principali informazioni che le compagnie aeree richiedono per permettere di volare con il gesso, vediamo quali sono i passi concreti da seguire per essere in regola e partire senza problemi:
Step 1: Consultare il medico che vi ha soccorso
La prima cosa da fare è chiedere al medico che vi applica l’ingessatura o la medicazionese potete volare.
Mi raccomando: informate il medico che avete intenzione di prendere un aereo nelle prossime ore. È fondamentale che sia lui a valutare se il volo è compatibile con la vostra situazione medica. Se il medico vi dice che potete volare, chiedetegli anche se è possibile applicare un’ingessatura di tipo aperto, per evitare complicazioni con la compagnia aerea.
Step 2: Ottenere il certificato medico
Nel caso il medico confermi che potete volare, chiedetegli un certificato che attesti il momento in cui è avvenuta la frattura e che specifichi che è trascorso almeno un giorno prima di un volo breve o più di 48 ore per voli più lunghi. Questo certificato deve anche confermare che l’ingessatura applicata è di tipo aperto. Di solito, i medici sono abituati a redigere questo tipo di documentazione, ma ricordarglielo non fa mai male, come nel mio caso. Il mio medico ha fatto tutto da solo, ma è stato necessario ricordargli di certificare che avrei potuto volare.
Considerate che sui siti delle compagnie non troverete indicazioni precise su cosa deve contenere il certificato medico, ma vi consiglio comunque di far mettere per iscritto queste informazioni per informare esaustivamente e correttamente il personale di bordo.
Step 3: Consultare il medico di base in caso di patologie pregresse
Se soffrite di patologie preesistenti, come nel mio caso, è sempre bene consultare il medico di base per accertarsi che volare con il gesso non possa complicare la vostra condizione. Io, ad esempio, ho chiamato il mio medico di base per assicurarmi che la mia patologia non mi avrebbe creato problemi in volo.
Step 4: Informare la compagnia aerea
Una volta ottenuto il certificato medico, il passo successivo è informare la compagnia aerea. In genere, le compagnie richiedono almeno 48 ore di preavviso, ma se non avete questa possibilità a causa della tempistica dell’incidente, è necessario avvisarle il prima possibile.
Io avevo un volo Wizz Air e non è stato facile contattarli. In realtà, è stato praticamente impossibile farlo, quindi, ho deciso di presentarmi in aeroporto con largo anticipo per spiegare la mia situazione al personale di bordo.
Step 5: Richiedere assistenza in aeroporto
Infine, è importante valutare se avete bisogno di assistenza in aeroporto, da chiedere al momento del check – in online aggiungendola come servizio o, se avete già effettuato il check-in online come nel mio caso, da chiedere sia al personale aeroportuale o, alternativamente, al banco della compagnia con cui volate.
A seconda del tipo di infortunio, potreste aver bisogno di aiuto per muovervi, come nel caso in cui necessitiate di una sedia a rotelle, oppure potrebbe essere necessario richiedere due posti vicini per comodità. Nel mio caso, la frattura era al gomito e non ho avuto bisogno di assistenza speciale, ma ho usufruito delle file velocizzate per il controllo di sicurezza. In più, il personale di bordo è stato davvero disponibile e, nonostante fosse troppo tardi per cambiare il mio posto, hanno fatto in modo che potessi sedermi vicino al mio compagno per ricevere assistenza in caso di necessità.
L’importanza dell’assicurazione di viaggio
Una delle cose fondamentali quando si viaggia è avere sempre un’assicurazione di viaggio, ovunque si vada. Anche se magari ci sembra superfluo, soprattutto quando viaggiamo all’interno del nostro paese.
In Italia, ad esempio, ci può essere molto utile per l’assistenza sanitaria e, in caso di imprevisti, anche per l’annullamento del viaggio. Perché? Perché quando ci facciamo male o abbiamo un problema, ci troviamo a dover fare i conti con un mare di pratiche burocratiche che, spesso, non sappiamo come gestire. Avere un’assicurazione ci toglie una buona parte di questo stress, soprattutto nei momenti più critici.
Se viaggiate in Europa, la tessera sanitaria europea copre generalmente le spese mediche più comuni. Tuttavia, non tutte le spese sono coperte e ogni paese ha le proprie regole sulle modalità di rimborso e potrebbe anche esservi richiesto di anticipare somme importanti. Per fortuna, avere un’assicurazione di viaggio vi dà una copertura maggiore e, soprattutto, vi assicura assistenza nella vostra lingua.
In Spagna, fortunatamente, non ho avuto grossi problemi e il sistema sanitario europeo ha coperto tutto. Tuttavia, l‘assicurazione di viaggio mi sarebbe stata comunque utile, soprattutto se la compagnia aerea non mi avesse permesso di volare e avessi dovuto posticipare il mio rientro in Italia.
E, ovviamente, il discorso è ancora più valido se viaggiate fuori dall’Europa. In questi casi, l’assicurazione di viaggio è indispensabile, coprendo non solo le spese mediche, ma anche l’annullamento e assicurandovi l’assistenza in lingua italiana. Il mio consiglio, quindi, è sempre quello di partire assicurati.
Nello specifico, io viaggio sempre con l’assicurazione Heymondo, con prezzi competitivi e assistenza pazzesca. Cliccando sul banner qui sotto, i lettori del mio blog possono anche ottenere uno sconto del 10%. Se volete saperne di più, potete leggere il mio articolo a riguardo.
In conclusione
Ricordate sempre che, nel caso malaugurato in cui vi capiti un incidente durante il viaggio che comporti l’applicazione di un gesso, dovete innanzitutto rivolgervi al medico che vi soccorre e fargli presente che avete bisogno di prendere un volo nelle ore successive. Chiedete quindi se, secondo lui, potete volare e se sia possibile applicare un’ingessatura di tipo aperto. Una volta che il medico conferma che potete viaggiare, richiedete un certificato che attesti che potete volare, che la frattura è avvenuta almeno 24 o 48 ore prima di un volo breve o da più tempo prima di un volo lungo e che l’ingessatura applicata è di tipo aperto.
Successivamente, è consigliabile consultare anche il vostro medico di base, soprattutto se avete patologie pregresse, per assicurarvi che non ci siano rischi aggiuntivi.
Infine, contattate la compagnia aerea per verificare che vi consentano di volare. Ogni compagnia aerea ha le proprie regole e, in alcuni casi, potrebbero rifiutarsi di farvi partire.
In questa eventualità, è essenziale avere un’assicurazione di viaggio che copra non solo le spese mediche, ma anche la gestione di eventuali cambi di volo, ritardi o annullamenti.
In ogni caso, ricordate che questo articolo si basa solo sulla mia esperienza personale e sulle competenze acquisite nel mio lavoro come Travel Designer Certificata e non vuole assolutamente essere un parere su come sia più giusto agire da un punto di vista medico, legale o personale.
Come sempre, ci vediamo in giro per il mondo, speriamo senza ingessature!